Lazio'900
Aldo Cucchi
Fondo

Metadati

Tipologia
Fondo
Data
Data:
1944 - 1945
Consistenza
Consistenza (testo libero):
Registri 28.
Storia istituzionale/Biografia
Aldo Cucchi nasce a Reggio Emilia il 27 dicembre 1911.
Negli anni Trenta frequenta la facoltà di Medicina e, nel 1936,aderisce al Partito comunista clandestino. Durante la seconda guerra mondiale, come sottotenente medico, combatte sul fronte greco-albanese e, nel 1942, promosso tenente, è trasferito all'Ospedale militare di Bologna.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, è tra gli organizzatori della Resistenza in Emilia Romagna e partecipa alla lotta partigiana nella città di Bologna. Dall'aprile all'agosto 1944, col nome di battaglia di "Jacopo", comanda la 7^ Brigata Gap. Successivamente è vicecommissario politico e poi comandante della 62^ Brigata Garibaldi, per poi tornare, come commissario politico, alla 7^ Gap. Aldo Cucchi è inoltre commissario politico del Comando di zona di Bologna. Per le gesta compiute durante la guerra di Liberazione è proposto per la Medaglia d'oro al valore militare con la seguente motivazione: "Fondatore, organizzatore e comandante dei reparti partigiani nel territorio di Imola, si imponeva sino dai primi giorni per la sagacia nell'organizzazione e l'ardimento nell'operare. Queste doti rifulgevano poi, a Bologna dove, al comando di un G.A.P compiva azioni contro sedi e reparti nazisti, azioni che ebbero larga risonanza incoraggiando i bolognesi alla resistenza contro l'oppressione nazista. Arrestato dalle SS e riuscito a fuggire, dava la sua attività di combattente in una Brigata operante al tergo dello schieramento tedesco sulla linea gotica. Nel corso di un duro combattimento, visto cadere il suo comandante, ne raccoglieva il corpo slanciandosi con pochi uomini in mezzo la nemico avanzante. Ristabiliva quindi la situazione gravemente compromessa trascinando i partigiani nella scia del suo ardimento. Comandante di una Brigata e vice comandante della Divisione "Bologna" egli è stato riconosciuto e ricordato come una delle più chiare figure del movimento partigiano dell'Emilia e come uno dei maggiori artefici dell'eroica riscossa di quella regione".
Nel dopoguerra Aldo Cucchi, oltre all'attività professionale come medico legale, continua anche nell'impegno politico. Nel 1945, è designato dal Pci quale membro del Consiglio comunale di Bologna, nominato dal Cln e dal Governo alleato. E' riconfermato nella carica dalle elezioni del 1946. Nel 1950 è eletto deputato del Pci nella prima legislatura della Camera e gli viene conferita la cittadinanza onoraria del Comune di Bologna.
Il 1950 si rivela però un anno di svolta nella vita di Aldo Cucchi. Insieme ad una delegazione del Pci, compie infatti un viaggio in Unione sovietica, che lo porterà ad assumere posizioni critiche nei confronti dello stalinismo, in contrapposizione con la linea politica imposta dal Partito. Gli appunti di viaggio sono prima pubblicati a puntate su alcune riviste, poi, nel 1951, nel volume Una delegazione italiana in Russia (Firenze, Ed. La Nuova Italia, 1951). La rottura con il Pci avviene in occasione del VII° Congresso della Federazione del Pci di Reggio Emilia, del gennaio 1951, quando Aldo Cucchi aderisce alla mozione presentata da Valdo Magnani, che, rivendicando l'autonomia del movimento operaio italiano, è in aperto contrasto con l'ortodossia comunista sul tema dei rapporti con l'Unione sovietica. Nel maggio del 1951 Aldo Cucchi e Valdo Magnani sono tra i fondatori del Comitato d'azione per l'unità e l'indipendenza del movimento operaio in Italia, che, nel mese di giugno, porterà alla creazione del Movimento dei lavoratori italiani. Nel febbraio del 1952 Aldo Cucchi e Valdo Magnani sono espulsi dal Pci.
Nel corso degli anni Cinquanta l'azione politica di Aldo Cucchi è improntata alla collaborazione con esponenti socialisti, per la creazione di una forza politica indipendente dal Pci, che vedrà la luce, nel 1953, con il nome di Unione socialista indipendente. La nuova formazione si scioglie nel 1957, confluendo nel Partito socialdemocratico, al quale Aldo Cucchi aveva già aderito nel 1956. Nelle liste del Psdi è eletto consigliere provinciale a Bologna e assume la carica di presidente del Consiglio direttivo provinciale, che manterrà fino alla morte.
Negli anni Settanta Aldo Cucchi aderisce, con altri ex partigiani, al progetto politico presidenzialista di Edgardo Sogno, che, incentrato sul rilancio del Partito liberale come forza capace di aggregare le forze della destra costituzionale, vagheggia la creazione di una seconda Repubblica.
Aldo Cucchi è stato inoltre tra i soci fondatori della Deputazione Emilia Romagna per la storia della Resistenza e della guerra di liberazione e vicepresidente della stessa, dal 1963 al 1969.
Muore a Bologna il 5 agosto 1983. Ad Ado Cucchi è stata intitolata un'area verde nella città di Bologna.
Storia archivistica
I documenti sembrano avere provenienze diverse. La parte più consistente è costituita, quasi certamente, di una parte dell'archivio del Comando unico militare Emilia Romagna (Cumer), delegazione regionale del Corpo volontari della libertà. In proposito, occorre tenere presente che Aldo Cucchi prese parte alla Resistenza operando nella città di Bologna, sede del Cumer, ricoprendo cariche direttive all'interno delle formazioni partigiane del territorio. E' dunque possibile ipotizzare che, pur non ricoprendo cariche ufficiali nel Cumer, fossero presenti numerosi contatti tra Aldo Cucchi e l'organismo direttivo della Resistenza regionale, contatti nei quali, con ogni probabilità, trova origine il possesso dei documenti, forse recuperati dallo stesso Aldo Cucchi nelle fasi finali della guerra di Liberazione.
Parte dei documenti è sicuramente prodotta dalla 7^ Brigata Gap, formazione partigiana nelle quali militò Aldo Cucchi nel corso della Resistenza.
I documenti, seppure in parte costituiti di copie, risultano senza dubbio originali.
Modalità di acquisizione
L'archivio, ancora nella proprietà della famiglia di Aldo Cucchi, è stato consegnato all'Irsifar per motivi di studio.
Contenuto
Il fondo Aldo Cucchi è costituito di ventotto registri, che contengono, rilegati, documenti riguardanti la Resistenza in Emilia Romagna.
L'archivio contiene, complessivamente, le seguenti tipologie documentarie:
- circolari del Comando generale dei distaccamenti e delle brigate d'assalto Garibaldi e del Comando generale per l'Italia occupata inviate alle delegazioni regionali;
- corrispondenza del Cumer con le formazioni partigiane;
- bollettini mensili del Cumer;
- relazioni e bollettini militari relativi all'andamento della guerra inviati dalle formazioni stesse;
- periodici delle brigate;
- volantini distribuiti alla popolazione dalle forze antifasciste.
Per quanto riguarda la corrispondenza del Cumer con le formazioni partigiane, che costituisce la parte più rilevante dei documenti contenuti nell'archivio, è possibile rilevare alcuni elementi generali relativi ai contenuti, che, al di là delle specifiche circostanze cui in alcuni casi la corrispondenza stessa si riferisce, riguardano, per la maggior parte, l'organizzazione interna delle brigate, la sicurezza, la disciplina, le direttive militari e l'impostazione politica patriottica che, nelle intenzioni dei comandi centrali, deve caratterizzare la lotta di Liberazione, con particolare riferimento alle funzioni dei commissari politici e ai rapporti con i partiti.
I bollettini del Cumer contengono, per i mesi di riferimento, elenchi dettagliati delle operazioni militari condotte da ciascuna formazione della regione.
I registri presentano un'organizzazione particolare, che, in linea generale, consente di individuare, per ogni registro, un corpo centrale di documenti, il cui contenuto sembra costituire l'oggetto del registro stesso (ad esempio circolari dei comandi centrali, documenti riferibili ad una specifica formazioni partigiana, ecc.). In ogni registro sono però sempre presenti anche documenti, evidentemente fuori posto, che sembrano rilegati insieme agli altri solo per errore. Una situazione di disordine è rilevabile anche in relazione all'organizzazione interna dei documenti, che vede più copie dello stesso documento collocate in parti diverse del registro, oppure allegati rilegati in posizione diversa da quella originale e, in casi sopradici, la presenza di fogli appartenenti allo stesso documento rilegati distanti tra loro e inframmezzati da altri documenti. Nei casi in cui più di un registro sia dedicato ad uno stesso argomento, ad esempio una formazione partigiana, alcuni documenti sono inoltre contenuti in tutti i registri, secondo un ordine apparentemente casuale. Si tenga infine presente che anche i documenti "organizzati", riferibili cioè al contesto di riferimento del registro, non costituiscono mai un insieme organico ed esaustivo, ma si presentano piuttosto come raccolte di documenti, lacunose, in relazione alle quali è difficile ipotizzare l'aderenza al contesto originale di conservazione. L'ordine dei documenti è in genere cronologico, ma presenta sempre numerose imprecisioni.
Strumenti di ricerca
Inventario e informatizzazione dei dati di Roberta Sibbio.
Criteri di ordinamento
Considerata la particolare organizzazione dei registri e tenuto conto sia dell'entità dell'intervento sull'archivio, che allo stato ha consentito solo la schedatura sommaria dei registri, sia della volontà di rendere consultabili i documenti in tempi brevi, per la descrizione del fondo sono stati adottati i seguenti criteri descrittivi:
- per ogni registro è stato indicato, in testa alla descrizione, l'oggetto di riferimento, seguito dalla segnalazione dei documenti ritenuti di maggior rilievo;
- sono inoltre stati segnalati, nella descrizione, tutti i documenti ritenuti fuori posto;
- per consentire l'individuazione fisica dei documenti, ad ognuno di essi è stato assegnato un numero di corda progressivo, riportato nella descrizione, indipendentemente dalla presenza di copie o dalla natura di allegato del documento stesso, ad eccezione dei casi un cui le copie risultino consecutive o l'allegato sia correttamente unito al documento principale;
- per i documenti presenti in più registri, sono stati effettuati gli opportuni rimandi;
- tutti gli antroponimi, luoghi ed enti citati nelle descrizioni, sono stati indicizzati. I nomi di persona sono stati in genere indicizzati come riportati nei documenti e, cioè, con i nomi di battaglia dei partigiani. Quando le ricerche hanno consentito l'individuazione dei nomi di battesimo delle persone citate, le informazioni sono state riportate nelle rispettive schede biografiche. Per quanto riguarda invece l'indicizzazione degli enti e, in particolare, per quanto attiene agli organismi militari della Resistenza, per la corretta lettura delle forme scelte per l'indicizzazione occorre tenere presenti alcuni fattori particolari, quali, in primo luogo, la progressiva organizzazione degli organismi stessi nel corso della guerra. Si tenga dunque presente che i primi nuclei partigiani formatisi spontaneamente sul territorio all'indomani dell'armistizio, sono dapprima trasformati in brigate, gap e sap, che operano autonomamente. Successivamente le formazioni vengono inquadrate in divisioni territoriali, a loro volta poi organizzate in corpi d'armata. Analogamente, per gli organismi direttivi si assiste alla costituzione delle delegazioni provinciali, dei comandi territoriali, dei comandi piazza, ecc.. Riportare in indice, per ogni formazione partigiana o organismo direttivo, le successive trasformazioni e l'intera articolazione della struttura organizzativa, a partire dai comandi centrali, avrebbe comportato l'utilizzo di forme estremamente complesse, con la conseguenza di rendere difficoltosa, se non inaccessibile, l'individuazione degli enti oggetto di ricerca. Si è dunque scelto di indicizzare i vari organismi singolarmente, indicando in testa alla voce di indice, quale organismo di comando centrale, il Corpo volontari della libertà, che contestualizza ogni voce di indice nell'ambito storico della Resistenza.
Numerazione
Numero:
5
Consultabilità
Alcuni documenti risultano esclusi dalla consultazione in ottemperanza alla normativa sulla privacy.
Fonti collegate
Altri documenti della Resistenza in Emilia Romagna sono conservati presso gli istituti provinciali della Resistenza della regione e presso l'Insmli di Milano.

Relazioni

Soggetto produttoreCucchi, Aldo
Fondo di appartenenzaAldo Cucchi

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