Lazio'900
Mikhaïl Rafailovitch Gotz
Collezione / Raccolta

Metadati

Tipologia
Raccolta documentaria
Data
Data:
1903-1917
Collocazione
Stanza Rari / Scatola Gotz
Consistenza
Tipologia:
fascicolo/i
Quantità:
20
Tipologia:
documento/i
Quantità:
137
Storia istituzionale/Biografia
Michaijl Rafailovich Gotz nacque nel 1866 a Kovno nel Caucaso da una famiglia ebrea di commercianti di tè, attività certamente molto redditizia a quell'epoca in Russia.
Gotz si iscrisse all'Università di Mosca nel 1885, per intraprendere gli studi di medicina. Nella capitale si affiliò quasi immediatamente alla Narodnaia Volja, movimento socialista rivoluzionario, e per questa sua adesione nel 24 ottobre del 1886 venne arrestato. Altre fonti, più specificatamente, attribuiscono il suo arresto al possesso di libri proibiti.
Nel 1888 venne condannato all'esilio nell'estrema Siberia orientale. Per raggiungere la destinazione del loro esilio e scontare la pena attribuita per via amministrativa  Gotz e i suoi compagni, tra i quali anche la moglie Vera (Vera Samoilovna Gassokh), camminarono per 2 anni. Giunti a Jakoutsk, il 22 marzo del 1889, il governatore Ostachkirne ordinò di continuare il cammino verso est. Visto il clima e le condizioni che erano imposte per affrontare questo viaggio i prigionieri si resero conto che sarebbero andati incontro a morte certa; questo ordine disumano scatenò una rivolta a cui parteciparono 25 compagni, a cui seguì una violenta repressione che vide 6 vittime e 9 feriti, tra cui Gotz che fu colpito al petto da una pallottola.
I sopravvissuti vennero sottoposti alla corte marziale, ma per avere le loro sentenze di condanna dovettero aspettare più di quattro mesi. Infine, nella notte fra il 7 e l'8 agosto 1889, in 3 vennero fucilati, mentre altri, tra cui Gotz, vennero condannati ai Katorga, ovvero ai lavori forzati perpetui in miniera, e i rimanenti ai lavori forzati con pene variabili dai 4 ai 20 anni.
L'8 agosto Mikhail Gotz, con addosso le catene del forzato, venne internato nel bagno penale di Viliousk e per due anni lasciato nell'oblio, senza essere sottoposto ai lavori forzati: ne approfittò per studiare lingue e filosofia. Poi verrà spostato al bagno di Akatonisk dove lavorerà in miniera, anche con 30¬35 C° sotto zero, le gambe sempre immerse nell'acqua ghiacciata, ma nonostante le condizioni è ricordato per il sostegno ai suoi compagni di catena: "[...] sempre sereno, perfino gaio, col suo carattere vivace, col suo spirito profondo e caustico, con la sua memoria felicissima e la sua dolce sensibilità [...]" (in «Avanti!», 15 apr. 1903).
Questi fatti ebbero una grande eco e grazie alla denuncia di molte testate giornalistiche e alla contestazione di grandi personalità il governo russo si vide costretto ad emanare un indulto. Tra i graziati si ritrovò anche Gotz, senza averne fatta richiesta, il quale venne domiciliato a Odessa, sotto la sorveglianza della polizia. Nel 1900, poiché gli erano diventate insopportabili le limitazioni alla libertà, sottoposto alla stretta sorveglianza della polizia locale, chiese ed ottenne il passaporto per espatriare; visse a Parigi fino all'ottobre del 1902, e successivamente si stabilì a Carouge, comune svizzero del Cantone Ginevra, con la moglie Vera.
A questo periodo risalgono la fondazione dei due giornali socialisti, «Vestnik Narodnoi Voli»  e il «Vestnik Russkoi Revoliutsii», entrambi scritti e pubblicati tra Parigi e Ginevra, a cui Gotz lavorò, usando lo pseudonimo M. Rafailov, assieme ai due fedeli compagni R.S. Rusanov (pseud. K. Tarasov) e I.A. Rubanovich, conosciuti nei primi anni di militanza nella Narodnaia Volja. Questi giornali trovarono un pubblico di lettori internazionali, in particolare il secondo veniva considerato il riferimento teorico per i socialisti rivoluzionari.
Inoltre in seguito all'unione delle forze e degli ideali di Gotz, Gershuni, Breshkovskaya  e Chernov, sorse nell'inverno del 1901-1902 il Partito dei Socialisti Rivoluzionari, che in due decadi riuscì a rovesciare gli Zar diventando il partito di maggioranza in Russia. In questa occasione Gotz e Chernov decisero di riesumare il «Revolyutsionnaya Rossiya», questa volta edito però in Svizzera, che funzionò da organo centrale per la gestione del nuovo Partito.
La famiglia Gotz, ovvero Mikhail con il padre e la moglie Vera, arrivarono a Napoli il 17 marzo del 1903. Alloggiarono al Grand Hotel e, godendo gli agi di un pernottamento aristocratico, passarono quattro giornate visitando la città. Finché, la mattina del 21 marzo, mentre stavano facendo colazione, si presentarono al Grand Hotel del tutto inattesi, diversi agenti di polizia italiani, un funzionario del governo russo ed il vice-console russo De Hutck, con un mandato d'arresto nei confronti di Gotz. Egli a stento ebbe il tempo di salutare i suoi familiari, venne immediatamente condotto al consolato russo, poi in questura per essere interrogato quindi accompagnato al carcere di Sant'Efremo in stato di fermo. Al momento dell'arresto Gotz dichiarò "Non sono anarchico, ma un socialista per le mie convinzioni". Il padre e la moglie Vera, dopo aver rilasciato brevi dichiarazioni ai giornali, nel pomeriggio del 23 marzo si misero in viaggio per raggiungere i loro familiari. Uscendo dall'Italia probabilmente per loro sarebbe stato più facile mobilitare i compagni del partito, modo più efficace per aiutare il loro congiunto, ancora una volta in arresto, ancora una volta in attesa di giudizio.
Tali fatti infiammarono la cronaca per più di un mese, vennero trattati da giornali locali, di partito e nazionali. Quotidianamente vi erano aggiornamenti sul caso, notizie di mobilitazioni e gesti in sostegno del prigioniero russo, il che coinvolse molto l'opinione pubblica ottenendo come risultato ultimo non solo l'attenzione sull'arresto ma anche sulla situazione politica russa.
L'articolo che generò più grande disappunto fu pubblicato, a ridosso dell'arresto, nel «Don Marzio» di Napoli, che anche se per alcuni non era un quotidiano accreditato, riportava fatti troppo gravi perché non venissero presi in considerazione.
La mobilitazione politica fu molto tempestiva, basti pensare che, in meno di una settimana il caso verrà portato alla Camera dei deputati, grazie anche all'arrivo del compagno Rubanovich, che il 27 marzo 1903 si presentò in Parlamento per perorare la causa del suo amico, e venne rassicurato dall'annuncio dell'interrogazione parlamentare prevista per il giorno successivo.
L'ordine di cattura, inviato dal governo russo direttamente all'allora Ministro degli Interni Giovanni Giolitti, segnalava Gotz quale persona pericolosa, in quanto complice dell'assassinio del ministro Sipiaguine, e collaboratore nel complotto contro il ministro Pleve; intimava inoltre di sequestrarne i documenti in attesa dell'invio a breve della domanda di estradizione.
"Il caso Gotz" si trovò immediatamente sotto i riflettori non solo della stampa e della politica italiana ma anche di quelle estere. «L'Avanti!» pubblicherà i telegrammi dei socialisti francesi, i quali si preoccuparono di assicurare l'appartenenza al partito del compagno Gotz.
I familiari e gli amici del prigioniero fecero appello all'onorevole Enrico Ferri affinché patrocinasse la sua causa, potendo contare sulla collaborazione degli avvocati Tucci e Travisani. Così Ferri ebbe al più presto un colloquio col ministro Giolitti, ribadendo il comune intento di rispettare ogni norma del diritto internazionale
Il 6 aprile finalmente giunse a Roma, al Ministero di Grazia e Giustizia, la domanda di estradizione corredata dagli allegati promessi. Il mattino del 7 aprile Ferri arrivò a Napoli, incontrò il comm. De Marinis, Procuratore Generale, chiedendo il permesso di visitare nel carcere di S. Efremo Michaijl Gotz, in qualità di suo avvocato difensore.
Ferri evidenziò immediatamente la sproporzione tra la gravità dell'imputazione fatta a Michaijl Gotz e la debolezza delle prove fornite; Ferri non aveva inoltre dubbi che, se fosse stata accordata l'estradizione, Gotz sarebbe stato nuovamente posto dinanzi al tribunale militare e quindi condannato alla pena di morte o ai lavori forzati in Siberia, quando, a suo avviso, la stessa domanda di estradizione, attenendosi innanzitutto al Trattato con la Russia (1871), non possedeva nemmeno le condizioni per l'ammissibilità giuridica.
Dunque la difesa redatta dell'onorevole si basò sostanzialmente, come riportarono poi vari giornali, sulla dimostrazione dell'inattendibilità delle prove fornite e nell'invalidità della domanda di estradizione in quanto riferita ad un delitto di carattere politico, materia esclusa dalle motivazioni per l'estradizione in Italia sia dal Art. 9 del Codice Penale che dall' Art 4 del Trattato di estradizione fra Italia e Russia del maggio del 1871.
Mikhail Gotz venne liberato la sera del 16 aprile. La sua scarcerazione ebbe un carattere del tutto particolare poiché Giolitti, tramite Micarchi, gli fece sapere che non sarebbe stato espulso dall'Italia, ma che avrebbe fatto cosa gradita al Ministero trattenendosi il meno possibile. Egli inizialmente protestò ma poi preferì limitarsi ad affermare che aveva intenzione di raggiungere al più presto i suoi cari, notizia che venne immediatamente telegrafata al ministro.
A un mese dal suo arresto partenopeo, giunto in libertà a Carouge, un paesino in provincia di Ginevra dove risiedeva con la sua famiglia Gotz inviò da parte sua e di tutti i suoi compagni un telegramma di accorati ringraziamenti all'onorevole Ferri e a tutti i socialisti italiani.
Gotz morì a Berlino, il 26 agosto del 1906 , ad appena quarant'anni; le cause del decesso per alcuni furono legate al cancro, per altri più precisamente dipesero da un intervento chirurgico non riuscito.
[notizie biografiche tratte dalla Tesi di laurea in Restauro di Cecilia Peretti, Restauro e conservazione dell'Archivio Gotz- Fondazione Basso. Ricostruzione biografica del socialista rivoluzionario russo e studi di fattibilità di nuove tecniche di pulitura (gel alginato)]
Storia archivistica
L'acquisto delle carte Gotz denota un evidente interesse da parte di Lelio Basso per la situazione russa e nello specifico dei socialisti rivoluzionari, i quali nei primi del '900 cominciarono ad assumere una forma ufficiale e riconoscibile costituendo un partito nel 1902, una premessa politica importante alla Rivoluzione d'Ottobre.
Il contesto storico-politico della raccolta è il fenomeno della doverosa accoglienza di numerosi esuli russi, da parte di questi stessi paesi, nei quali sorsero diverse comunità spesso tese politicamente a sovvertire la dinastia zarista; fenomeno conseguente alla situazione della Russia tra Ottocento e Novecento, bastione dell'assolutismo, pullulante di movimenti populisti, regolarmente vittime di violente repressioni da parte del sistema autocratico, che non approvava alcuna mobilitazione sociale che aspirasse ai principi liberali ormai diffusi e approvati nella maggior parte dei paesi occidentali.
Anche l'Italia giolittiana, con la sua classe dirigente liberale e fiera dei vicini predecessori risorgimentali, nei primi del Novecento si dovette porre il problema di offrire asilo a questi perseguitati politici. In questa cornice si pose la detenzione italiana di Gotz, che costituì un caso diplomatico alla ricerca di un compromesso tra la credibilità dell'Italia di fronte agli altri paesi più moderni e la prudenza necessaria nel non incrinare i rapporti con la Russia.
La raccolta è stato dichiarata di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio con provvedimento 28 luglio 1975, ai sensi del Dlgs. 42/2004 e s.m.i. Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Modalità di acquisizione
Le carte sono state acquistate da Lelio Basso presumibilmente nella metà degli anni Sessanta. Al momento non sono stati rinvenuti documenti che permettano di identificare il venditore.
Contenuto
La raccolta è composta da 137 documenti molto diversi tra loro, per natura compositiva, storia e contenuti: vi si trovano epistole, cartoline, telegrammi, manoscritti rilegati e non, dattiloscritti e ritagli di giornale.
L'Archivio è permeato da una affascinante internazionalità: gli scriventi adoperano principalmente il cirillico, l'italiano e il francese, ma vi sono anche scritti in inglese, tedesco, olandese e persino yiddish. 
Ampia parte è composta da corrispondenza, che può essere divisa in due tipologie principali: quella riguardante l'arresto napoletano di Gotz e intessuta tra lui, la moglie, i parenti, gli avvocati e gli amici, nell'intervallo di tempo intercorso dal 23 marzo fino al 20 aprile 1903; e tutte le altre comunicazioni di varia natura, per lo più di amici e compagni di partito, anteriori e posteriori a quel periodo.
Il contenuto del primo gruppo testimonia la preoccupazione dei parenti e l'intervento di Enrico Ferri e degli altri avvocati che riportano gli avvenimenti e descrivono le varie procedure effettuate e previste. Vengono nominati diversi personaggi politici importanti, come l'allora ministro dell'Interno Giolitti e altri parlamentari; inoltre diversi compagni e anche alcuni gruppi di attivisti socialisti dimostrano il loro sostegno tramite telegrammi, cartoline ed epistole.
Per quanto riguarda invece il secondo insieme di carteggi, i periodi sono i più disparati come anche i corrispondenti. L'argomento preminente è la costituzione del Partito Socialista Rivoluzionario, di cui Gotz è uno dei principali punti di riferimento, oltre che l'ostilità all'assolutismo zarista; sono presenti lettere di importanti esponenti del socialismo russo: la "nonna della Rivoluzione" Ekaterina Konstantinovna Breško-Breškovskaâ, German Aleksandrovič Lopatin, Mark Andreeviv Natanson, Petr Struve, Viktor Mikhajlovič Černov, Vâčeslav Âkovlevič Šiškov, et al.
Completano la raccolta preziosi dossier come le memoria autobiografiche del giovane Gotz, il proclama (firmato Gotz e Černov a nome del Partito socialista rivoluzionario e la domanda di estradizione di Enrico Ferri; oltre a ritagli stampa sul "caso Gotz" e un dossier sull'affare Sudeykin.
Strumenti di ricerca
Inventario informatizzato, realizzato da Simona Luciani nel 2017.
Criteri di ordinamento
I documenti si presentavano divisi da 24 bifolii che sul primo fronte recavano delle note in francese con qualche accenno al contenuto dei documenti che raccolgono. Queste note, che si sono rivelate fondamentali alla comprensione preliminare dei documenti, potrebbero essere state vergate dallo stesso antiquario, probabilmente originario della Svizzera francese.
Molti dei documenti però si trovano raggruppati senza un apparente criterio conservativo.
A seguito del restauro, realizzato nel 2017 da Cecilia Peretti come tesi di laurea magistrale, la raccolta è stata oggetto di ordinamento e schedatura, realizzata nello stesso anno da Simona Luciani.
Si segnala che i documenti erano stati numerati in corso di mappatura; tale numerazione univoca è stata mantenuta anche dopo l'ordinamento, per non creare disallineamento rispetto la tesi di laurea. In corso di ordinamento sono state mantenute le ripartizioni originarie in cui le carte erano raggruppate; all'interno delle unità archivistiche i documenti sono stati ordinati cronologicamente.
Struttura
Al termine del lavoro di restauro e valorizzazione della Raccolta, per una sua conservazione idonea, è stata realizzata una scatola a scomparti che, nonostante i diversi formati dei 137 documenti, permette di mantenere la planarità raggiunta dopo l'intervento, oltre ad agevolare la manipolazione e la fruizione delle carte ad eventuali utenti.
Si segnala che in fase di condizionamento si è preferito dare priorità alla conservazione fisica, disponendo i documenti per formato. In fase di schedatura per ogni documento è stato indicato in quale scomparto della scatola sia stato collocato.
Consultabilità
La raccolta è liberamente consultabile, salve le limitazioni previste dalla legislazione per la tutela del diritto alla riservatezza e all'identità personale.
Bibliografia
Tesi di laurea in Restauro di Cecilia Peretti, Restauro e conservazione dell'Archivio Gotz- Fondazione Basso. Ricostruzione biografica del socialista rivoluzionario russo e studi di fattibilità di nuove tecniche di pulitura (gel alginato).
Note
Si segnala che la maggior parte dei campi della scheda sono stati compilati traendo informazioni dalla Tesi di laurea in Restauro di Cecilia Peretti, Restauro e conservazione dell'Archivio Gotz- Fondazione Basso. Ricostruzione biografica del socialista rivoluzionario russo e studi di fattibilità di nuove tecniche di pulitura (gel alginato).

Relazioni

Soggetto produttoreBasso, Lelio
Fondo di appartenenzaMikhaïl Rafailovitch Gotz

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