Lazio'900
"7 lettres de Michel Gotz, adresses de la prison de Naples à sa femme [...] 1 telegramme de la section socialiste de Còme"
Fascicolo

Metadati

Tipologia
Fascicolo
Data
Data:
23/03/1903-13/04/1903
Collocazione
Scatola Gotz, ripiano I (doc. 43); ripiano L (docc. 34-35); ripiano M (docc. 31-33, 36-42)
Consistenza
Tipologia:
documento/i
Quantità:
14
Contenuto
Corrispondenza di M. Gotz dalla prigione di Napoli.
Docc. 31-33. Buste indirizzate a Vera Gotz.
doc. 34. Cartolina a Vera Gotz, [13/03/1903], da San Remo a Nizza; manoscritta in francese e cirillico; 91x140 mm.
La cartolina ha come soggetto una veduta della costa di Montecarlo su cui predomina il promontorio del palazzo del principe di Monaco. Potrebbe trattarsi di una cromolitografia ritoccata ad acquarello con un moderno effetto di irregolarità di tutti i margini dell'immagine. Nel lato dedicato al destinatario, ovvero "madame Gotz", ospite a Nizza del Palace Hotel Millet, vi sono due timbri a inchiostro nero che recano scritte delle cifre e delle lettere: "13 - 3 - 03 - 28" e un luogo "Sanremo, Porto Maurizio", un francobollo rosso da 10 centesimi delle Poste Italiane ed anche dei tratti blu a pastello sul nome del destinatario. Assieme all'immagine sono stampate delle scritte in blu, nell'angolo in alto a destra: "Hamburg-Amerika Linie. Riviera - Dienst" e nell'angolo in basso a sinistra: "An Board des Salon-Schnelldampfers "Cobra" den...; Muhlmeister & Johler, Hamburg". Grazie a queste scritte è possibile avere un quadro più preciso della storia di questa cartolina: potrebbe essere stata comprata a bordo del transatlantico "Cobra" della linea HAPAG.
Quanto alla corrispondenza, vergata in caratteri cirillici corsivi, sono poche le parole leggibili e sembrano descrivere tuttalpiù le condizioni di viaggio incontrate. Il mittente si firma Misa che è il diminutivo russo di Mikhail.
doc. 35. Cartolina a Vera Gotz, [15/03/1903], da Roma a Nizza; manoscritta in francese e cirillico; 91x138 mm.
La cartolina è una stampa in bianco e nero, senza margini, escluso lo spazio lasciato per la corrispondenza al di sotto della didascalia, che descrive il soggetto stesso: "Roma - Arco di Costantino - eretto nel 311 d.C. (parte occidentale)". A confermare la provenienza da Roma vi sono anche i due timbri a inchiostro nero con la scritta "Roma (Centro)" dove è scritto anche "15 - 3 - 03 - 7S". Il destinatario è "Madame Gotz" ospite del Millet a Nizza, vi è anche un francobollo rosso da dieci centesimi delle Poste Italiane. Anche in questo caso la corrispondenza non è facilmente leggibile e lo scrivente si firma M. La cartolina presenta una piega importante, visibile sia al recto che al verso, che attraversa verticalmente l'immagine dividendola in due, inoltre anche i margini e soprattutto gli angoli sono abrasi e feltrosi.
doc. 36. Lettera di M. Gotz ai genitori, 23.3.1903, n. 43, manoscritto in francese su modulo prestampato dal carcere in italiano, 1 c., 2 pp., 271x192.5 mm.
Traduzione del testo: "Cari parenti, ho scritto sabato a Orazio ma non ho ricevuto risposta. Forse è già partito. Vi voglio informare che sto bene. Della mia questione non so ancora niente perché non sono stato ancora interrogato. Ho telegrafato al Ministro dell'Interno e spero che voi abbiate fatto tutto quello che era necessario. Allora io credo che quando tutto sarà un po' più chiaro sarò libero. Mi preoccupa molto la salute di mia moglie perché non ho avuto alcuna lettera. Spero che quando arriverà questa lettera ci sia anche lei tra voi, altrimenti questa lettera è rivolta anche a lei.
Vi abbraccio il vostro servitore. M.Gotz"
doc. 37. Lettera di M. Gotz alla sorella, 23.3.1903, n. 43,  manoscritto in francese su modulo prestampato dal carcere in italiano, 1 c., 2 pp., 271x192.5 mm.
Traduzione del testo: "Cara sorella, ti scrivo solamente qualche parola affinchè tu non ti preoccupi per l'assenza delle lettere. Sono stato arrestato a Napoli da venerdì e non so assolutamente per quale motivo. Spero che al più presto la questione si chiarisca, ma adesso non so nulla. Spero che mia moglie sia rientrata da te, così questa lettera è anche per lei.
Vi abbraccio molto vostro servitore. M. Gotz"
doc. 38. Lettera di M. Gotz [a Vera Gotz], 30.3.[1903], n. 80, manoscritto in francese su modulo prestampato dal carcere in italiano, 1 c., 2 pp., 271x192.5 mm.
Traduzione del testo: "Mia cara, il tuo telegramma mi ha fatto tanto piacere mi ha dato tanta gioia che non riesco a spiegarti. La cosa più penosa dei miei primi giorni di prigione non è stata tanto di essere finito lì così bruscamente ma la difficile condizione di essere uno straniero che non parla l'italiano e che non riesce a farsi comprendere. Non era la pena per te ma piuttosto come sarai afflitta da queste mie avventure tutte inattese. Ma adesso che so che stai bene sono più tranquillo e prendo la cosa dal verso comico: venire in Italia per studiare la musica, per ammirare le antichità e le meraviglie naturali e finire con l'osservare il Vesuvio da una cella di prigione. Non è chic ma comunque stravagante... Da parte mia non pretendo di raccontarti granché. Sto bene, passo il tempo per ammazzarlo; i primi giorni è stato difficile per la totale assenza di libri. Ma adesso, per qualche giorno, avrò a che fare ancora col mio [romanzo] Assommoir e spero che con la fine del romanzo di Zola finirà anche il mio romanzo (un romanzo molto stupido).
Papà deve aver contattato il mio avvocato Treversini (Napoli) ed io ho ricevuto una lettera dal deputato Prof. Enrico Ferri, il quale ha detto che accetta molto volentieri la mia difesa e si occuperà "con tutto il cuore dei miei affari". Dato che adesso sono stato rassicurato spero che tutta questa storia finisca ben presto. Le tue lettere in particolare non le ho ancora ricevute.
Attendo tue notizie impazientemente, e ti abbraccio assieme ai tuoi genitori.
Tutto tuo, M.Gotz".
doc. 39. Lettera di M. Gotz [a Vera Gotz], 3.4.[1903], n. 80, manoscritto in francese su modulo prestampato dal carcere in italiano, 1 c., 2 pp., 271x192.5 mm.
Traduzione del testo: "Mia cara e molto amata, l'ultima lettera che ho scritto non è ancora partita. Niente meno ho scritto ancora ma tu non devi inquietarti perché è normale. Anche oggi non ti posso dire niente di nuovo. Tutto per me è come il primo giorno che ho ricevuto la tua lettera. Adesso ho ricevuto ancora la tua lettera inviata a Roma con qualche parola del Sig. Ferri. Tutto quello che fai per me è sempre motivo di grande gioia e questo giorno è pieno di emozione. Sono stupito che tu non scriva niente del nostro Boris? Non è ancora arrivato? E tutto quello che papà ha detto sta per avvenire in questi giorni. Oggi spero di ricevere da te una lettera. Al tuo telegramma non ho ancora risposto perché credo che tu abbia giù ricevuto le lettere e il telegramma. Non voglio inviarti i telegrammi se non è urgente, per non darti delle delusioni grandi. In ogni telegramma tu attendi delle belle notizie, io non le ho e quindi credo che le riceverai ben presto. Ma sono sempre delle vane supposizioni, perché infondo non so niente nella solitudine della mia cella. Ci vuole tanta pazienza. Come ti ho già detto questa non mi manca se ricevo buone notizie da te. Ti abbraccio assieme a tutti parenti".
doc. 40. Lettera di M. Gotz [a Vera Gotz], 6.4.[1903], n. 80, manoscritto in francese su modulo prestampato dal carcere in italiano, 1 c., 2 pp., 271x192.5 mm.
Traduzione del testo: "Mia cara e amata Vera, sono sorpreso di non aver ricevuto ancora tue lettere. L'ultima era del 28 marzo. Io posso scrivere solo due lettere a settimana ma tu puoi scriverne quante ne vuoi. Allora perché mi lasci così tanto tempo senza tue notizie? Non credo di poterti dare più notizie di quelle che hai già potuto sapere dai giornali o da Roubenovitch. L'ultima lettera che ho ricevuto è di Enrico Ferri (del 1 aprile) il quale scrive: "Adesso il tuo caso sarà rimesso all'autorità giudiziaria, in attesa dell'arrivo della domanda di estradizione. Ma io ho completa fiducia che tra qualche giorno sarà tutto risolto positivamente." Lo stesso scrive Rubanovich, ma credo che questa prospettiva sia un po' ottimistica e che i tempi e le formalità richiederanno più tempo. D'altronde non conosco la procedura, e se il caso debba essere preso in esame dal tribunale o dalla camera dei deputati. Tu ne sai qualcosa? In ogni caso attendo pazientemente che tutto ciò finisca. Ti prego solamente di non farmi mancare le tue lettere. Non ho risposto a Rubanovich per non perdere il diritto di scriverti di nuovo venerdì. Non avrei niente di urgente da scrivergli. Non ti posso dire nulla di nuovo. La mia vita segue la regolarità della vita in prigione. Non sono ancora stato interrogato. Rubanovich invece non ha ottenuto di vedermi e Enrico Ferri promette di venire il più presto possibile. Non avere tue notizie mi inquieta stando qui ma sono cose normali in prigione, ma bisogna tenerne conto. Mi preoccupa anche la situazione finanziara. È necessario dire a papà di intestare il conto a tuo nome. Io non l'ho fatto fino ad ora perché pensavo di essere liberato presto. Ne scrivo a te perché tu ne parli a papà per non perdere il diritto a poterti scrivere ancora. Nelle tue lettere scriverai qualche riga che farai avere a Mosca. I miei sono già partiti da Nizza. Credo che la presenza di Rubanovich a Roma sia molto utile per la mia questione ma questo suo impegno eccessivo potrebbe stancarlo e distoglierlo dai suoi compiti. Forse lui può affidare il caso totalmente a Ferri? Certamente, nel caso vada troppo per le lunghe Se tutto va bene come lui prevede sarò felice di stringergli la mano a Roma. Credo che nostra sorella e la sua famiglia siano rimasti da noi, ti dispiace? L'avvocato Gilberto Tucci si sta occupando di me (via Tribunali, n° 334, Napoli). Mi ha inviato della biancheria e mi farà pervenire i pasti da un ristorante. Se vuoi puoi scrivergli e lui ti aggiornerà su tutto. Sarei molto sorpreso se la domanda di estradizione venisse accolta. Il governo russo era al corrente di ogni mio passo quando stavo a Odessa, sempre strettamente sorvegliato. Cosa significa ora, dopo tre anni questa domanda di estradizione? D'altronde chi vivrà vedrà. Ti abbraccio molto come anche tutti i cari. Vostro per sempre MG".
doc. 41. Lettera di M. Gotz [a Vera Gotz], 10.4.1903, n. 80, manoscritto in francese su modulo prestampato dal carcere in italiano, 1 c., 2 pp., 271x192.5 mm.
Traduzione del testo: "Mia cara e amata Vera,
Ho ricevuto finalmente la tua lettera del 4 aprile. Anche se ti preoccupi non c'è niente che si possa fare di più. Credo che tu abbia ricevuto ieri le lettere di lunedì. Questa settimana è stata molto positiva, dopo due settimane di incertezza. Innanzitutto è venuto il giudice istruttore con il misero dossier inviato dalla Russia. Dopo è venuto da Roma l'onorevole Ferri. Mi ha fatto molto piacere conoscere quest'uomo così pieno di genio e così interessante.
Mi ha detto che ha scritto alla Corte di Giustizia di Napoli. Tu sai tutto quello che so io. Ci sono tutte le possibilità che la domanda di estradizione non sia accordata e che questo caso sia risolto in qualche giorno (dieci o dodici). Quanto al tuo desiderio di venirmi a vedere trovo che convenga che mi aspetti a Carouge. Gli incontri della prigione non rimpiangiamoli, credo che sarebbe stato per me più un dolore che un piacere. Allora è meglio attendere ancora. Speriamo che sia più breve rispetto al tempo finora trascorso. Adesso io ho tutto ciò di cui ho bisogno qui, biancheria a sufficienza, libri francesi (ho comprato I Miserabili di Victor Hugo - 8 voll.). Anche il denaro non mi manca. Tu puoi stare del tutto tranquilla ho ricevuto le tue lettere. Invece sono molto preoccupato per Abracha e preferirei che aspettasse ancora con la fine dei suoi studi. Spero che tu abbia ricevuto la notizia di papà se è tutto a posto o se erano ancora preoccupati, non bisognava aggiungere tanti dispiaceri nello stesso tempo. E' il motivo per cui ad oggi non ho ancora scritto ai miei. Non so cosa scrivere finchè non ricevo notizie. Quindi scriverai tu stessa che hai ricevuto le mie lettere e racconterai loro la situazione: che bisogna ancora attendere, ma non a lungo. I tuoi genitori sanno qualcosa della mia avventura? E' un gran peccato che io non riceva le tue lettere tanto di frequente quanto vorrei, mentre tu sei sempre in attesa delle mie lettere per rispondere. Credo che in questi giorni Rachie compirà 21 anni, se non mi inganno, falle tanti saluti da parte mia e dì che berrò a Pasqua alla sua salute e alla salute dei suoi genitori. Come sta la piccola Anastasia? Come guarda la nuova vita? Aspetto tue notizie su tutta la vostra famiglia fintanto che non avrò la possibilità di abbracciarvi personalmente. Ti abbraccio mia cara, e così anche tutti i nostri. Di tutto cuore, il tuo Michel Gotz".
doc. 42. Lettera di M. Gotz [a Vera Gotz], 13.4.1903, n. 89, manoscritto in francese su modulo prestampato dal carcere in italiano, 1 c., 2 pp., 271x192.5 mm.
Traduzione del testo: "Mia cara e amata, oggi ho ricevuto la tua lettera del 7 e 8 aprile. Non ho molto da risponderti. Aspetto che in questa settimana si concluda questa vicenda, ma non ne sono così certo. Se ci sono delle novità, potresti ricevere un telegramma prima di questa lettera. 
Sono molto contento che Abracha non sia partito e spero di rivederlo prima che parta. Vorrei studiare la lingua italiana, ma qui non è permesso avere matite, né carta. Quando non avevo i libri francesi, avevo letto un po' italiano, ma adesso sono tutto per I Miserabili e spero che occuperanno tutto il tempo che mi resta ancora da passare a Napoli, se è ammesso essere un po' ottimisti. Perché non mi rispondi? Sei in difficoltà con il denaro? Dovremmo riceverlo allo stesso modo come se fossi libero.
Mi hai fatto molto contento dandomi delle buone notizie della piccola Rachie, la abbraccio forte e le mando i miei migliori saluti. Quanto a me, io preferirei passare la Pasqua con voi, ma non c'è niente da fare. Questa volta non scrivo molto perché è molto difficile scrivere quando si è in uno stato d'attesa come questo. Credo che tu possa sempre indirizzare le tue lettere al Carcere di S. Efremo fino a che dei telegrammi non ti informeranno che la faccenda è risolta.
Ti abbraccio con tutto il cuore, e così tutti i nostri parenti. Spero che tu scriva spesso a papà. Totalmente tuo, Michel Gotz"
doc. 43. Telegramma a Vera da socialisti (Rossi), 05/04/1903, prestampato e compilato manoscritto, in francese, 1 c.; solidarietà espressa dal Congresso socialista provinciale di Como.
Nota dell'antiquario tradotta: 1 telegramma della sezione socialista di Como a Vera Gotz, assicurando il suo sostegno riguardo la questione della domanda di estradizione di M. Gotz.
Descrizione estrinseca
Telegramma; due cartoline; lettere manoscritte su modulo prestampato.
Numerazione
Numero:
5
Note
Si segnala le informazioni contenute nella scheda, comprese le traduzioni dei testi della corrispondenza, sono tratte dalla Tesi di laurea in Restauro di Cecilia Peretti, Restauro e conservazione dell'Archivio Gotz- Fondazione Basso. Ricostruzione biografica del socialista rivoluzionario russo e studi di fattibilità di nuove tecniche di pulitura (gel alginato).
Restauri
Data dell'intervento:
2017
Operatore:
Peretti, Cecilia

Relazioni

Soggetto produttoreBasso, Lelio
Fondo di appartenenzaMikhaïl Rafailovitch Gotz
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