Serie | 1979 fino a 2009Documentazione disposta in ordine cronologicoFondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
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Metadati
- Tipologia
- Serie
- Data
- Data:
- 1979 fino a 2009
- Consistenza
- Tipologia:
- busta/e
- Quantità:
- 111
- Tipologia:
- fascicolo/i
- Quantità:
- 590
- Storia istituzionale/Biografia
- Come la maggioranza degli iscritti e dei militanti del Movimento sociale italiano, anche Gaetano Rasi confluì nel nuovo soggetto politico di Alleanza nazionale, che chiudeva l'esperienza missina e apriva nuovi orizzonti alla Destra italiana. Tale nuovo soggetto politico aveva avuto origine principalmente dal suggerimento di Domenico Fisichella, studioso di Scienza politica di area moderata, che il 19 settembre 1992 con un articolo sul quotidiano “Il Tempo” (cui seguì rapidamente un altro) auspicava la formazione di un’aggregazione politica di Destra (prima che un partito vero e proprio), “una Alleanza Nazionale” - così come a Sinistra si stava pensando a “una Alleanza Democratica” - proprio per contrastare l’eventuale aggregazione opposta ed evitare il concreto rischio di scomparsa di un intero spazio politico, ideologico, culturale: la “partita” si sarebbe “chiusa per tutti” coloro che si rifacevano a idee, stili di vita, fedi religiose che non potevano trovare albergo in una ”Alleanza Democratica” (D. Fisichella, Quale ordine dal caos, in “Il Tempo”, 19 settembre 1992; Id., Sulle macerie della partitocrazia, in “il Tempo”, 1° ottobre 1992.; Id., Anche noi di Destra faremo un’Alleanza, intervista di L. Paolozzi, in “L’Unità”, 27 aprile 1993.) L’apprezzamento all’interno del Msi-Dn giunse in primis da Giuseppe Tatarella, che colse la potenzialità del suggerimento e coinvolse tra gli altri Adolfo Urso. Quest’ultimo, con Fabio Andriola, Marco Ferrazzoli, Fabio Torriero, fu coinvolto nella redazione de “L’Italia settimanale”, periodico diretto inizialmente da Marcello Veneziani proprio con l’obiettivo di avvicinare alla Destra rappresentata dal Msi ambienti più o meno contigui ma di origine differente. L’idea era quella di creare una formazione politica di stampo liberal-conservatore, europeista, appartenente all’area moderata e di ispirazione cattolica, convinta sostenitrice dell’indivisibilità dello Stato, in un momento in cui il leghismo faceva temere fughe indipendentiste (A. Baldoni, Destra senza veli. 1946-2018, t. I 1946-1993, Fergen, Roma 2019, pp. 534-536). Rasi, comunque fedele alle sue idee socializzatrici, decise di aderire alla nuova formazione, benché si annunciasse quale forza distante da convinzioni basate sull’alternativa corporativa, da lui fortemente sostenuta (R. Sideri, Sognando l’alternativa. Storia dell’Istituto di studi corporativi, Settimo Sigillo, Roma 2022, pp. 232-237). Proprio in quel torno di tempo l’Istituto di studi corporativi (Isc), nato nel 1972 dalla “Rivista di Studi corporativi” (1971-1992) per iniziativa dello stesso Rasi, di Diano Brocchi e di Massimo Magliaro, stretto da difficoltà finanziarie perché non più sostenuto dal Partito di cui costituiva una sorta di filiazione, era in procinto di terminare la sua ventennale attività. In questo duplice tramonto – del Msi-Dn e dell’Isc – Rasi intravedeva la fine, più o meno brusca, del suo modo di intendere i rapporti capitale-lavoro, con uno Stato fondato sulla rappresentanza partecipativa. Scriveva Rasi anni dopo, nella Avvertenza alla sua Storia del progetto politico alternativo dal Msi ad AN (1946-2009) (vol. I, Solfanelli, Chieti 2015, p. 7), prevista come trilogia ma mancante proprio dell’ultimo tomo a causa della scomparsa dell’autore: “Il terzo volume, dal titolo Evoluzione, involuzione, eclissi (1995-2009) fa riferimento alle vicende che vanno dal tentativo di allargare il consenso di base alla destrutturazione organizzativa e alla dissipazione del patrimonio progettuale fino alla fusione di An con Fi (Forza Italia), mentre storicamente restavano validi ed attuali, nella convinzione della base e della maggior parte dei dirigenti, soprattutto periferici, sia i presupposti che gli obiettivi in attesa che altri ne riprendano le fila (da cui l’espressione ‘eclissi’, ossia temporaneo oscuramento)”. Giuseppe Parlato, nella Presentazione al II volume dell’opera di Rasi, intitolato L’alternativa al sistema (1970-1979) (Solfanelli, Chieti 2017, p. 8), uscito postumo, ricorda la profonda convinzione di Rasi intorno al corporativismo e alla possibilità di divulgarne le tesi attraverso un’entità politica, ma “quando il partito si allontana da tale modulo, come con la segreteria Fini, allora Rasi parla apertamente di ‘evoluzione, involuzione ed eclissi’, non già del partito quanto dei valori che esso avrebbe dovuto difendere e promuovere”. Intanto l’operazione Alleanza nazionale procedeva spedita, con il manifesto placet del segretario del Msi-Dn Gianfranco Fini, espresso attraverso un articolo del portavoce Francesco Storace nel quotidiano del Partito (Nel nuovo c’è la destra, 24 aprile 1993), con la nascita dei Circoli e con l’adesione di molte personalità non ascrivibili al Msi-Dn come lo stesso Fisichella, il giornalista Gustavo Selva, il generale Luigi Ramponi, l’economista Pietro Armani. Nel dicembre 1993 Adolfo Urso, coordinatore dei Comitato promotore, indisse la I Assemblea dei Circoli di Alleanza nazionale, mentre il 22 gennaio 1994 ebbe luogo l’Assemblea generale costituente dell’Alleanza nazionale (per la circolare del dicembre v. serie 2. Alleanza nazionale, ss. 1, b. 108, fasc. 581). Prima semplice cartello elettorale, poi vero e proprio partito, contestualmente alla fine del Movimento sociale italiano durante il suo XVII e ultimo Congresso, Alleanza nazionale ebbe a Fiuggi il proprio battesimo e il primo Congresso. Nella nuova formazione Rasi ebbe lo stesso incarico tenuto nel Msi-Dn, cioè responsabile del Dipartimento per la politica economica, e da quello scranno non rinunciò a diffondere i suoi ideali di partecipazione. In un Appunto intitolato Alleanza nazionale intende promuovere una politica di sviluppo e di partecipazione produttivistica, non datato (presum. del 1995), al punto 5. auspicava la “diffusione di forme di finanziamento e partecipazione agli utili specie nelle imprese che gestiscono pubblici servizi (attraverso l’azionariato diffuso e la corresponsabilizzazione produttivistica dei lavoratori) […]” (s. 2., ss. 4., b. 142, fasc. 774). Già all’inizio del febbraio 1995 Alleanza nazionale si dotò di un organigramma per “interpretare l’Italia che cambia” (“Il Secolo d’Italia”, 11 febbraio 1995, p. 6). Tra le altre ramificazioni (Consulte e Dipartimenti), il Dipartimento per la politica economica era articolato in sezioni e uffici. Le prime, i cui dirigenti formavano il Comitato di coordinamento, riguardavano la politica economica stricto sensu, responsabile Rasi, la politica di bilancio e della finanza pubblica, con a capo Pietro Armani, la politica delle infrastrutture e delle comunicazioni, guidata da Gianfranco Legitimo; ciascuna sezione era strutturata in uffici, che con le loro competenze coprivano l’intero campo economico: tra i molti, l’Ufficio per il Mezzogiorno e le aree depresse, l’Ufficio per le politiche industriali ed energetiche, alcuni Uffici per i diversi settori produttivi (piccola e media impresa, artigianato, commercio, libere professioni), l’Ufficio per le politiche sindacali (s. 2., ss. 4., b. 142, fasc. 774). Più tardi si aggiunse l’Ufficio per la politica monetaria e del credito, capeggiato da Riccardo Pedrizzi. Rasi riservò a sé l’Ufficio per le Authority, le privatizzazioni e la ricerca produttiva. Quale dirigente del Dipartimento, egli volle inaugurare la sua attività pubblica sotto l’egida di AN nel giugno 1995, a Roma, con il Convegno “Lo Spazio. Progetto tecnologico trainante”, per “individuare le azioni politiche e le strategie industriali indispensabili” alla crescita del settore, con le auspicabili ricadute occupazionali. In questo Convegno si autoassegnò la relazione introduttiva, sorta di sguardo complessivo dell’economia mondiale per poi giungere a focalizzare le possibilità di sviluppo italiano di simile comparto: tra gli invitati vi furono i più alti dirigenti delle aziende italiane ivi operanti (s. 2., ss. 5., b. 153, fasc. 834). Tra le iniziative prese in qualità di responsabile del Dipartimento vi fu l’istituzione dell’Ufficio di Milano del Dipartimento stesso, per inaugurare il quale convocò una riunione con “esponenti del mondo economico, professionale e finanziario dell’alta Italia” nel giugno 1995, cui parteciparono più di settanta tra imprenditori, dirigenti del settore privato, docenti universitari; a loro espose le linee della politica economica di AN, basata fra l’altro su corrette privatizzazioni, la realizzazione di infrastrutture efficienti a pro del mercato, puntando il dito sull’origine e la natura “’da costi’ dell’attuale inflazione” (s. 2., ss. 4., b. 147, fasc. 812, comunicato stampa del 3 luglio 1995). Le sue competenze lo portarono inoltre alla partecipazione a incontri di varia natura organizzati da soggetti disparati. Importante fu il Convegno “L’Europa e le Regioni”, che la Delegazione di Alleanza nazionale al Parlamento europeo, capeggiata da Cristiana Muscardini, volle fortemente per discutere i rapporti tra l’Europa e l’Italia in un momento delicato come quello in cui si delineava la moneta unica: nel suo intervento Rasi polemizzò a distanza con il ministro delle finanze tedesco Theo Waigel a proposito di dichiarazioni di questi, per il quale “l’Italia non ha le carte in regola per entrare nell’Unione monetaria”. Al Convegno parteciparono tra gli altri i commissari europei Mario Monti ed Emma Bonino, il segretario generale del Parlamento europeo Enrico Vinci nonché personalità del Partito popolare europeo. Presenti furono anche i responsabili nazionali di AN per gli enti locali e il coordinamento dei consiglieri regionali (s. 2., ss. 5., b. 153, fasc. 826; b. 154, fasc. 848). Rasi riprese l’argomento “carte in regola per Maastricht”, discutendo della rigidità dei parametri, in una successiva iniziativa del Gruppo consiliare di AN alla Regione Calabria (Catanzaro, 4 dicembre 1995, Convegno “L’impresa Calabria in Europa. Idee, obiettivi, strumenti”: s. 2., ss. 5., b. 153, fasc. 826). Sullo stesso tema si tenne un importante convegno a Torino, “Una strategia di sviluppo per l’Europa”, 4 marzo 1996, dove emerse la posizione di Alleanza nazionale sull’Europa e al quale parteciparono diversi parlamentari europei, ma anche Luigi Cavalchini, ambasciatore d’Italia presso l’Unione europea. La critica al Trattato di Maastricht da parte di Rasi era una critica costruttiva, non per avere meno Europa, ma più Europa, stigmatizzando la mancanza, nei parametri contemplati dal Trattato, di quello sull’occupazione, non solo relativa al fattore lavoro, ma anche a tutti gli altri fattori produttivi: l’esclusione di tale parametro “ha significato in concreto non volere nei risultati né l’Unione monetaria né un mercato unico funzionanti […]. Temiamo che questa esclusione abbia avuto allora i caratteri dell’equivoco deliberato […]”. Rasi si doleva proprio della mancata unificazione delle legislazioni dei vari Paesi sulle imprese, sul lavoro, sul credito, sul fisco (s. 2., ss. 5., b. 153, fasc. 835). Lamentava anche Cristiana Muscardini, presidente della Delegazione AN al Parlamento europeo, in occasione del dibattito a Strasburgo sulla Conferenza intergovernativa di Torino, che sembrava prevalere la forza politica di chi auspicava una mera zona di libero scambio in Europa, contro “coloro che come noi invece credono che non vi possa essere nessun progresso culturale, nessuna pace sociale […] se non si arriva prima di tutto all’Unione politica” (s. 2., ss. 5., b. 155, fasc. 856). La proposta di Rasi per superare l’impasse politico-culturale era duplice: posto che “l’Europa, per essere se stessa, deve darsi un compito di civiltà”, egli auspicava fra l’altro “una grande mobilitazione nella ricerca tecnologica che compensi il deficit della forza lavoro e l’invecchiamento della popolazione dell’Unione” e “una grande civile espansione per attivare nei territori e presso le popolazioni ad Oriente e a Sud-ovest attività produttive di industrializzazione e di scambi che diano lavoro e autosufficienza in loco” (s. 2, ss. 5, b. 153, fasc. 835). Inoltre, in previsione della Conferenza intergovernativa europea di Torino (29 marzo 1996), Cristiana Muscardini, Gaetano Rasi, Ugo Martinat vollero richiamare l’attenzione della stampa su alcune questioni a loro giudizio imprescindibili per la crescita dell’Unione secondo canoni di equilibrio, tra cui “la priorità dell’Unione politica nelle varie fasi” in cui dovevano svilupparsi le questioni economiche e monetarie (s. 2., ss. 4., b. 147, fasc. 812). Questi concetti vennero ribaditi da Rasi a Cagliari durante un convegno (“Quale futuro per l'Europa?”, 10 dicembre 1997) organizzato da alcuni studenti della locale Università: nel suo intervento sottolineava l’anomalia di un percorso che, con “aspetti storicamente inediti”, prevedeva “una unificazione monetaria ed economica che [precede] l’unificazione politica […]. Insomma, invece di passare dal diritto pubblico al diritto privato, prima avremo l’unificazione del diritto privato e del diritto dell’economia, e poi avremo l’unificazione del diritto pubblico e del diritto costituzionale” (s. 2., ss. 7., sss. 4., b. 170, fasc. 951). Il 19 marzo 1996 un comunicato stampa del Dipartimento per la politica economica annunciava la candidatura del proprio responsabile, Gaetano Rasi, nella lista proporzionale di Alleanza nazionale del distretto Piemonte 1 alle elezioni politiche anticipate. Rasi, componente dell’Esecutivo politico del Partito, aveva in precedenza, nel gennaio 1995, rinunciato alla nomina a ministro per il commercio estero nel Governo Dini, per essere questo “non in linea con il risultato delle elezioni del 27 marzo 1994”, che avevano dato la vittoria al centrodestra (s. 2., ss. 7., sss. 1., b. 162, fasc. 882, curriculum vitae di Rasi). Si trattava ora di avere un ruolo nelle istituzioni, come infatti avvenne con l’elezione alla Camera dei deputati nelle consultazioni del 21 aprile. Egli entrò a far parte della X Commissione Attività produttive, commercio e turismo, della quale fu nominato vicepresidente, con Nerio Nesi presidente. L’ampia documentazione presente nella sottoserie relativa all’argomento (s. 2., ss. 7. , 55 buste, 275 fascicoli divisi in 9 sottosottoserie) attesta in maniera pressoché completa l’attività di Rasi in Parlamento, dagli interventi in aula alle interrogazioni, dalle interpellanze alle missioni all’estero, ai numerosi contatti con colleghi e sodali di partito. Molto intensi furono i rapporti con le autorità e le personalità più in vista del Piemonte e di Torino, suo Collegio elettorale, in tutti i campi, industriale, agricolo, del terziario, della cultura, con responsabili di enti locali, consiglieri regionali, provinciali, comunali, così come furono numerosi gli incontri, i convegni, le conferenze, le tavole rotonde organizzati nel territorio torinese e piemontese cui Rasi partecipò e che talvolta egli stesso organizzò. L’anno prima, il 1995, Rasi aveva promosso con Domenico Zappalà e altri docenti l’Osservatorio economico sociale Nord Sud, che lo vide presidente, con il compito di intraprendere ricerche sui modelli delle piccole e medie imprese del Nord, onde porre queste realtà in connessione con aree economicamente deboli del Meridione. Per presentarsi al pubblico e presentare i risultati della sua prima ricerca, il 22 novembre 1996 l’Osservatorio indisse il Convegno “Per una nuova politica economica sociale e nazionale” a Conegliano Veneto, dove furono esposte le conclusioni relative allo studio dell’area “Sinistra Piave”, tra le più sviluppate del territorio italiano, studio correlato con l’analisi di alcune zone del Sud, in Calabria, in Puglia, in Sicilia: l’obiettivo era la verifica della possibilità di applicare i risultati delle aree più evolute economicamente alle zone citate. Analoghi incontri seguirono a Roma e a Cerignola. In particolare, innovativo e anticipatore fu il Convegno svoltosi a Cerignola il 15 e 16 novembre 1996, che riguardò “Il telelavoro: una risorsa per il Mezzogiorno”. I Convegni furono organizzati in collaborazione con il Dipartimento per la politica economica di Alleanza nazionale, e ad essi parteciparono molti esponenti del Partito (s. 2., ss. 5., b. 158, fasc. 860; b. 159, fasc. 868). Infatti nel proprio ambito il Dipartimento diretto da Rasi intese considerare, tra le altre cose, la situazione del Meridione, anche in virtù del precedente ruolo dello stesso Rasi nell’Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno e quale componente del Comitato nazionale per la politica meridionale del Msi-Dn: in quel periodo aveva studiato i problemi del Sud e avanzato proposte di sviluppo, studi e proposte che rielaborò partecipando ad alcuni convegni nel 1995 (“La Calabria e il sistema creditizio”, Vibo Valentia 12 novembre, con la relazione Il Mezzogiorno dopo l’intervento straordinario; il già citato “L’impresa Calabria in Europa, Idee, obiettivi, strumenti”, Catanzaro 4 dicembre, con la relazione Il marco e l’Italia, il Mezzogiorno e l’Europa) e in seguito alla Conferenza nazionale sul lavoro, promossa da Alleanza nazionale a Napoli (29-30 aprile 1998), ove presentò la relazione Infrastrutture e sviluppo dell’occupazione nel Mezzogiorno; ancora, nel 1999, sempre a Napoli, il 17 aprile, sempre con l’organizzazione del Partito, fu coinvolto nel Convegno “Sviluppo del Mezzogiorno con Sviluppo Italia?”. Le carte d’archivio documentano l’attività di Rasi nel Dipartimento per il biennio 1995-1996, che poi sembra arrestarsi bruscamente. All’inizio del 1997, infatti, egli inviò a Giulio Maceratini, presidente del Gruppo AN al Senato, l’organigramma dell’Ufficio per la politica industriale ed energetica, “che ho ritenuto di rendere ufficiale dopo un periodo di rodaggio”. Si può ipotizzare che l’attività di Rasi nell’Ufficio abbia sostituito quella che espletava nel Dipartimento; sembra anche che la competenza intorno alle questioni economiche in generale (e non su quelle meramente industriali ed energetiche, di spettanza – appunto – di Rasi) siano state affidate a Manlio Contento, che nella corrispondenza Rasi definiva “coordinatore per la politica economica di AN” (s. 2, ss. 2., b. 136, fascc. 725-726). Per la precisione, dal punto di vista – per così dire – burocratico-amministrativo, parrebbe che l’Ufficio fosse gerarchicamente inferiore al Dipartimento per la politica economica - dizione poi sostituita con “Coordinamento per le politiche economiche” -, almeno sulla base della carta intestata utilizzata in genere (in archivio non vi sono infatti altre tracce sul tema), anche se in un secondo momento è presente carta intestata al solo Ufficio e non menzionante dunque il Dipartimento/Coordinamento (s. 2., ss. 2, b. 136, fasc. 725 e fasc. 726): in questo caso l’Ufficio sembra dipendere direttamente dalla Direzione nazionale. Al suo interno vennero creati Gruppi di lavoro di esperti per elaborare adeguatamente la linea politica di Alleanza nazionale su tali temi. Tra il 2000 e il 2001 i vari Gruppi realizzarono alcune relazioni su industria, energia, spazio, informatica, messe a disposizione delle commissioni economiche di settore per la II Conferenza programmatica di Alleanza nazionale, svoltasi a Napoli dal 23 al 25 febbraio 2001. Proprio i problemi energetici per Rasi furono al centro delle preoccupazioni: essi si intrecciavano con quelli delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni, dell’energia elettrica, delle telecomunicazioni (si ricordi che Rasi fu consigliere di amministrazione di Telecom nel periodo 1994-1997), del gas, allora in atto. La sua attività in questo campo si espletò sia in Parlamento, con interrogazioni e interventi in Aula e in Commissione (in uno di questi parlò a proposito della privatizzazione dell’Enel: s. 2, ss. 7, sss. 2., b. 166, fasc. 909), sia in Convegni e Tavole rotonde, dove mostrò le sue perplessità non tanto nel merito quanto nel metodo adottato dal Governo, a suo parere incongruo e contraddittorio. Per esemplificare, in un convegno del 2000 (“Il mercato italiano del gas”, Milano 23-25 febbraio) stigmatizzò come un’incoerenza da parte governativa procedere prima alla privatizzazione dell’Eni, monopolista del gas in Italia, e poi alla liberalizzazione del settore “che costituisce parte rilevante del core business della società petrolifera” (s. 2., ss. 5., b. 153, fasc. 834), oltre a evidenziare altri comportamenti poco razionali a proposito, per esempio, delle conseguenze dovute alla collocazione in Borsa del titolo di una società che dal processo di liberalizzazione avrebbe subito cambiamenti di natura patrimoniale. Sulla questione del gas e della sua liberalizzazione, attraverso l’Ufficio per la politica industriale ed energetica Rasi promosse il Convegno ”Il mercato del gas in Italia. Nuovi scenari e nuovi assetti”, che si tenne a Roma il 27 ottobre 1998: la sua relazione introduttiva ebbe ad oggetto, tra l’altro, gli spazi di liberalizzazione, in sintonia “con i ceti emergenti e le nuove forze produttive” al fine di “una diminuzione del costo lavoro, ma anche di una riduzione dei costi energetici”, che proprio la liberalizzazione avrebbe favorito; al Convegno parteciparono i presidenti di Snam e Enel, l’amministratore delegato di Montedison e rappresentanti di aziende e associazioni del settore (s. 2., ss. 1., b. 119, fasc. 657). Nel dicembre 1998 l’Ufficio di Rasi fornì una sintesi circa la posizione di Alleanza nazionale intorno alla riforma del sistema elettrico nazionale e alla ventilata trasformazione del settore; in essa si chiarì principalmente che “le misure di liberalizzazione e regolamentazione devono precedere e non seguire i processi di privatizzazione” e che si riteneva “fondamentale, perché si realizzi un vero processo di liberalizzazione, che trasmissione e proprietà della rete facciano capo ad un ente indipendente a responsabilità pubblica”., oltre naturalmente ad auspicare “un programma di dismissione trasparente ed efficace” (s. 2., ss. 7., sss. 4., b. 174, fasc. 974). L’attività dell’Ufficio per la politica industriale ed energetica si protrasse ancora nel 2001, con due convegni di portata nazionale, con uno dei quali l’attenzione venne condotta sui "Distretti industriali: risorsa per lo sviluppo italiano" (Torino 26 gennaio; relazione di Rasi: La competitività del sistema Italia: aggregati industriali e infrastrutture di rete). Il secondo, tenuto a Roma il 21 febbraio, invitava a riflettere ancora su “Energia, disponibilità, qualità, prezzo. Una questione fondamentale per il sistema Italia”. Dopo questa data non si hanno notizie intorno all’Ufficio per la politica industriale ed energetica. Bisogna dire che le convinzioni partecipative che muovevano Rasi non erano estranee ad altri dirigenti di Alleanza nazionale, soprattutto in coloro che provenivano dal Msi-Dn. Nel 1998 il Dipartimento Politiche del lavoro e sindacali del Partito organizzò a Roma il Convegno nazionale “Partecipazione dei lavoratori nelle imprese: un modello europeo per l’occupazione, la flessibilità e la tutela del lavoro”, nel cui programma era previsto un intervento di Rasi intitolato Partecipazione e produttività (s. 2, ss. 7, sss. 4, b. 174, fasc. 964). Nel 1999, con altri cinquantacinque colleghi deputati di diversi Gruppi, presentò alla Camera la proposta di legge contenente Norme per l’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione in materia di partecipazione dei lavoratori nelle imprese, trovando in essa una delle soluzioni ai problemi del lavoro; la proposta fu concettualmente diversa, però da quella di qualche anno precedente, la cui paternità fu del Movimento sociale italiano (30 aprile 1971), intitolata semplicemente Partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese e sganciata dall’articolo 46. Il 21 gennaio 2000 il presidente della Camera, Luciano Violante designò Gaetano Rasi quale componente del Gruppo di parlamentari con il compito di preparare il programma della II Conferenza interparlamentare europea per lo spazio, da tenersi in Italia. Già nell’aprile 1999 Rasi partecipò, con altri due colleghi parlamentari italiani, Francesco Aloisio (Alleanza dei progressisti) e Carlo Carli (Partito democratico della Sinistra), alla I Conferenza interparlamentare europea per lo spazio a Parigi, dove sostennero con vigore gli interessi italiani nel settore. Rasi, che – si ricorderà – aveva sviluppato competenze sul tema, tanto da organizzare un convegno nel 1995, ottenne con i colleghi l’autorizzazione allo svolgimento della Conferenza da parte dei presidenti di Senato e Camera alla fine del 1999. Essi convinsero inoltre le due alte cariche dello Stato a costituire il Gruppo parlamentare italiano per lo spazio (GPIS), con natura bipartisan, del quale Rasi divenne vicepresidente vicario. La II Conferenza registrò un notevole successo da parte italiana, con il consentire in seguito all’Italia il raggiungimento di posizioni di leadership nel settore dello spazio, già dominato in Europa dall’industria francese (s. 2., ss. 7., sss. 9, b. 215, fasc. 1142). Tra le carte della sottosottoserie relativa al tema sono conservati documenti successivi alla permanenza di Rasi in Parlamento - non più dunque componente del GPIS - poiché egli continuò a seguire la questione e a interessarsi al problema. Il 28 febbraio 2001 Rasi venne eletto componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali dalla Camera dei deputati e con lui il collega Mauro Paissan. In base alla legge istitutiva del Garante stesso (l. 31 dicembre 1996, n. 675), quindi, che prevede incompatibilità con cariche elettive, Rasi rassegnò le dimissioni da deputato il 14 marzo 2001 (s. 2., ss. 7, sss. 1., b. 165, fasc. 905). Il 21 maggio 2002 fu istituita con legge apposita (n. 99) la Commissione parlamentare d'inchiesta sull'affare Telekom-Serbia, “con il compito di indagare sulle vicende relative all’acquisto da parte di STET – Società finanziaria telefonica p.a. e di Telecom Italia del 29 per cento di Telekom-Serbia e sugli atti presupposti, connessi e conseguenti all’acquisto, da chiunque compiuti”. I fatti presero avvio con l’acquisizione di una quota del capitale di Telekom-Serbia nel giugno 1997 da parte della Stet, all’epoca ancora di proprietà pubblica, durante il governo di Romano Prodi. Dopo la pubblicazione di un dossier da parte del quotidiano “La Repubblica” nel 2001 a proposito di presunte tangenti pagate per l’affare, si ebbero polemiche politiche che portarono dopo alcuni mesi all’istituzione della Commissione. Si rimproverava ai promotori dell’acquisto, oltre alla questione delle tangenti, il fatto di aver favorito con esso il regime di Milosevic. La Commissione, verso la quale l’opposizione di centrosinistra ebbe sempre un atteggiamento di insofferenza, al punto da non partecipare alle sedute, ritenendola strumento di propaganda, terminò i lavori nell’aprile 2004. Rasi venne audito dalla Commissione per essere stato, tra il 1994 e il 1997, consigliere di amministrazione di Telecom. In particolare, fu ascoltato a proposito della presunta delibera del Consiglio di amministrazione della Telecom contenente l’approvazione all’acquisto delle quote Telekom-Serbia. Il 26 marzo 2003, durante la prima audizione (ce ne fu un’altra nel 2004), alla domanda del presidente Trantino: “Le risulta che nell’ordine del giorno delle riunioni del Consiglio di amministrazione si sia trattato l’argomento ‘partecipazione di Telecom Italia SpA in Telekom-Serbia’?”, Rasi rispose testualmente: “No. Per quanto ricordi e per quanto abbia cercato negli appunti e in certe carte […] mai si è trattato questo argomento in consiglio d’amministrazione Telecom […]”, e “nelle ‘Varie ed eventuali’ [come era stato asserito] un argomento del genere non avrebbe potuto essere trattato” (s. 2., ss. 8., b. 217, fasc. 1158, Atti parlamentari, Commissione parlamentare d’inchiesta sull’affare Telekom-Serbia, Seduta di mercoledì 26 marzo 2003, p. 12). Rasi volle inoltre aggiungere di essersi dimesso dal CdA Telecom il 30 gennaio 1997 “in maniera traumatica per la seguente ragione: la sera prima […] con il ministro Maccanico, [in vista] della fusione tra Stet e Telecom Italia, si era d’accordo nel considerare più opportuno […] che fosse Telecom ad assorbire Stet, cioè che fosse la società […] che aveva i flussi di cassa più forti, ad assorbire la piccola finanziaria […], tra l’altro poco nota nel mondo della Borsa […]. Se non che, la mattina dopo, la quasi totalità del Consiglio, escluso il sottoscritto, composto di funzionari mandati dalla Stet nella Telecom, si espresse per una soluzione rovescia, che fosse la Stet ad assorbire la Telecom […]. Perché solo in questa maniera il Governo, tramite l’IRI, poteva controllare tutta la politica della nuova Telecom […]”. Rasi aveva dunque manifestato la sua contrarietà circa il metodo adottato durante la seduta del CdA di Telecom del 30 gennaio 1997, chiedendo che le sue note fossero messe a verbale sul punto 2 dell’ordine del giorno (“Avvio delle procedure di fusione tra Stet Spa e Telecom Italia Spa”); dopo l’esposizione delle sue ragioni, annunciò le dimissioni. Egli volle anche investire della questione il Presidente della Repubblica, all’epoca Oscar Luigi Scalfaro, prospettandogli in una lettera una serie di problemi giuridici nonché di natura giuridico-politica, che il dpr varato il 23 aprile 1997, basato sulle conclusioni del citato CdA Telecom, conteneva. Non ne ebbe risposta (la documentazione relativa è nell’ultimo fascicolo citato). Dopo il 2001 l’attività di Rasi all’interno del Partito si diradò. Fece parte della Consulta di AN per la politica aerospaziale, in virtù dei trascorsi con il GPIS, almeno fino al 2007; all’Assemblea nazionale di AN del 2004, di cui ha conservato la documentazione, partecipò da spettatore e non prese la parola. Coinvolto da Fabio Granata nell’iniziativa culturale “Forum delle idee” (incontri tra militanti e intellettuali, per elaborare programmi e proposte su temi di attualità), obiettò circa alcune suggestioni storico-politiche da questi proposte, a proposito di identità politico-culturale (s. 2, ss. 3, b. 141, fascc. 766 e 768). Ѐ probabile che abbia partecipato alle varie assise del Partito, poiché documenti congressuali, pubblicazioni ufficiali et similia trovano posto nell’archivio. Nel 2008, in occasione della vittoria del centrodestra sia alle elezioni politiche sia al Comune di Roma, Rasi scrisse a Maurizio Gasparri, nella sua qualità di presidente del Gruppo Casa della libertà alla Camera dei deputati, e a Gianni Alemanno, neosindaco di Roma, offrendo la propria collaborazione: da ciò l’impressione del desiderio di Rasi di tornare a fare politica in seguito a un allontanamento da ruoli operativi. Tali sollecitazioni non sembrano aver sortito effetto. Nel 2009 Alleanza nazionale era in fase di devoluzione. All’interno del centrodestra si stava facendo strada l’opportunità di unire in un unico partito le formazioni che a quell’area si rifacevano e che già si erano unite un un’alleanza elettorale (Polo delle libertà, Casa delle libertà). Nel marzo 2009 si tenne il III e ultimo Congresso di AN, che confluì con Forza Italia nella nuova formazione chiamata Popolo della libertà. Rasi mostrò tutta la sua perplessità in un articolo apparso ne “Il Borghese” nel maggio 2009 (Riflessioni impolitiche, IX, 5, pp. 8-10), rievocando il “sentimento di appartenenza dei militanti e dei votanti e l’orgoglio di ‘lavorare in proprio’ secondo obiettivi coerenti con le proprie convinzioni”, sentimento e orgoglio a suo parere ormai alterati dalla confluenza “molto più subita che voluta dalla grande maggioranza dei componenti di base e dei votanti di An, nell’unico partito Popolo della libertà [confluenza che] non è stato un fatto positivo”. Sotto accusa era “la variegata composizione umana e ideologica del nuovo partito”, il quale “ha già in se stesso i germi del suo dissolvimento, perché proprio la sua asserita natura liberale, tollerante di una molteplicità di culture interne […] manca dei contenuti unificanti di un unico sistema di valori e di principi”. A tale “sistema di valori e principi” Rasi cercò invece di essere sempre fedele.
- Storia archivistica
- Anche nel caso della presente serie, così come per la serie precedente, Movimento sociale italiano, dello stesso fondo Gaetano Rasi, sembra chiaro come il soggetto produttore abbia inteso fornire un andamento cronologico a una parte della documentazione. Dunque è stata creata una sottoserie di tal fatta (Documentazione disposta in ordine cronologico), ma la distribuzione dei fascicoli si dirama in altre sottoserie, individuate, com'è naturale, basandosi sulla documentazione stessa, che ha presentato diversi spunti di distinzione tipologica e tematica.
L'attività di riordinamento e inventariazione ha permesso così di individuare altre sette sottoserie, di cui una dotata di 9 sottosottoserie. Lo studio delle carte, nonché i suggerimenti della documentazione, hanno quindi consentito di focalizzare, oltre a quella già citata, le seguenti sottoserie (tra virgolette quelle "istituite" dal soggetto produttore): Corrispondenza politica, Attività del Partito, "Dipartimento per la politica economica", "Convegni", "Ufficio per la politica industriale ed energetica", "Attività parlamentare", "Telekom Serbia". La penultima di esse è quella con ulteriori partizioni, pari a 9, di cui solo in parte il soggetto produttore ebbe consapevolezza. Dunque una parte della documentazione della sottoserie "Attività parlamentare" è stata enucleata secondo criteri vari a cura dello stesso Rasi, che ha in tal modo creato vere e proprie sottosottoserie, per così dire scientificamente fondate; altra parte di documentazione è stata invece ripartita in sottosottoserie sulla base dello studio di essa in sede di riordinamento.
La vischiosità tipica degli archivi, sia pubblici sia privati, fa sì che la serie conservi documentazione anteriore alla nascita ufficiale del Partito, anche perché esso, come è stato visto, esisteva già prima del 1995 - quando cioè sorse quale soggetto politico autonomo - benché in diversa forma.
La serie ha una descrizione alta, per unità di conservazione, come autorizzato dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio l'8 giugno 2022, sulla base del progetto presentato dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice alla Direzione generale Archivi del Ministero della cultura in seguito al Bando pubblico del 20 gennaio 2022, incardinato sul capitolo di spesa 3121, Progetti per la conservazione e l'informatizzazione degli archivi dei partiti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori o di loro esponenti.
La schedatura, il riordinamento e l'inventariazione sono stati effettuati attraverso il software Archiui.
Nell'inventario così realizzato sono forniti tutti gli elementi per l'individuazione delle unità archivistiche conservate.Infatti nella scheda Fascicolo del software citato, precisamente nel campo Contenuto presente nella scheda, esse sono state descritte analiticamente. Vi troviamo dunque il loro titolo, generalmente originale, gli anni presenti, l'esposizione dettagliata del loro contenuto, elementi che consentono agli studiosi di orientarsi nella documentazione per consultare le carte anche in caso di intitolazione apparentemente spuria. Nell'apposito campo Titolo della stessa scheda Fascicolo, è indicata l'intitolazione originale della busta, così come trovata sui faldoni. Si è provveduto a fornire di titolo attribuito le buste formate con fascicoli reperiti al di fuori dei raccoglitori e riportati alla sottoserie appropriata. Il numero di fascicoli sciolti assomma a 98; essi hanno trovato posto in quasi tutte le sottoserie.
Altre indicazioni e osservazioni si trovano nelle schede esplicative di ciascuna partizione, giacché si è provveduto a compilare anche simili schede, che descrivono la ratio e il contenuto delle dette partizioni.
- Contenuto
- La vasta documentazione raccolta nella serie evidenzia le diverse attività del soggetto produttore nell'ambito di Alleanza nazionale, la cui vita si svolse nell'arco di un quindicennio (1995-2009). Trattandosi di carte comunque relative a un partito politico, benché raccolte da un privato, è abbondante la documentazione relativa ai Congressi e alle Conferenze nazionali. Assai consistente è la documentazione riguardante i convegni, sia quelli che videro la partecipazione di Rasi quale relatore, sia quelli cui Rasi partecipò da spettatore o dei quali ebbe semplice contezza. Sono presenti i manoscritti di tutti gli interventi di Rasi ai convegni cui prese parte in qualità di relatore: simili assise trattarono temi di varia natura, relativi all'energia, all'industria, alle politiche europee, all'economia e alla finanza, allo sviluppo del "sistema Italia". Egli fu di frequente invitato a convegni che avevano ad oggetto personalità insigni della Destra politica (Ernesto Massi, Alberto De Stefani, Carlo Alberto Biggini e altri).
Le carte testimoniano altresì l'attività parlamentare del soggetto produttore, i suoi interventi alla Camera dei deputati, le interrogazioni, le interpellanze, i progetti di legge presentati, le missioni all'estero alle quali partecipò.
Si può inoltre seguire la vicenda della Commissione parlamentare Telekom Serbia, con carte che presentano spunti di interesse in merito alle dichiarazioni dello stesso Rasi, audito due volte perché in anni precedenti componente del Consiglio di Amministrazione di Telecom.
- Strumenti di ricerca
- Inventario a cura di Alessandra Cavaterra.
- Struttura
- La serie si articola in 8 sottoserie, di cui una con 9 sottosottoserie:
Sottoserie 1. Documentazione disposta in ordine cronologico, 1993-1999; 2007-2009
Sottoserie 2. Corrispondenza politica, 1993-2001; 2004-2008
Sottoserie 3. Attività del Partito, 1994-2009
Sottoserie 4. "Dipartimento per la politica economica", 1995 gen.
Sottoserie 5. "Convegni", 1995-2001
Sottoserie 6. "Ufficio per la politica industriale ed energetica", 1996
Sottoserie 7. "Attività parlamentare", 1996-2001
sottosottoserie 7.1. Elezione a deputato e successive dimissioni, 1996; 1998; 2001
sottosottoserie 7.2. Interventi, interrogazioni, interpellanze, comunicati stampa, 1996-2000
sottosottoserie 7.3. Atti parlamentari e Rassegna stampa, 1996-2001
sottosottoserie 7.4. "Convegni", 1996-2001
sottosottoserie 7.5. Contatti, 1996-2001
sottosottoserie 7.6. Corrispondenza, 1997-2001
sottosottoserie 7.7. "Viaggi e missioni", 1997-2001
sottosottoserie 7.8. "Missione WTO", 1999-2000
sottosottoserie 7.9. "Politica aerospaziale", 2000-2002; 2009
Sottoserie 8. "Telekom Serbia", 2001-2004
- Descrittori
- Postfascismo,Politica,Economia,Sindacalismo,Corporativismo,Energia,Industria,Europa,Ricerca,Spazio
- Numerazione
- Numero:
- 2
- Consultabilità
- Libera consultazione ai sensi della normativa archivistica nazionale della maggior parte della documentazione. La sottoserie 2. Corrispondenza politica e la sottosottoserie 6. Corrispondenza della sottoserie 7. Attività parlamentare sono escluse dalla consultazione. Anche documenti di altri fascicoli con dati personali sensibili e sensibilissimi sono esclusi dalla consultazione: di essi è fornita informazione nell'inventario.
Relazioni
Soggetto produttoreRasi, Gaetano
Soggetto conservatoreFondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
Fondo di appartenenzaRasi Gaetano
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