Lazio'900
Rasi Gaetano
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Data
Data:
1937 fino a 2009
Consistenza
Consistenza (testo libero):
circa 800 buste
Storia istituzionale/Biografia
Gaetano Rasi nacque a Lendinara, in provincia di Rovigo, il 15 maggio 1927.
Desideroso di partecipare da protagonista, per così dire, nel 1943 alla neocostituita Repubblica sociale italiana, con l'iscriversi al corpo militare delle Fiamme bianche, nel quale erano inquadrati i ragazzi dai 16 ai 18 anni di età, appartenenti alle classi 1926, 1927, 1928, nel dopoguerra, alla fine del 1946, si iscrisse al neonato Movimento sociale italiano, in quella che sarebbe divenuta la Federazione provinciale di Padova, svolgendo attività nell’ambito del Raggruppamento giovanile studenti e lavoratori (RGSSLL), l’organizzazione del Partito per i giovani fino a 21 anni, e facendo parte della Direzione fin dall’inizio.
Nel frattempo si laureò in Giurisprudenza all’Università di Ferrara, dopo essere stato allievo di Marco Fanno a Padova, e iniziò la collaborazione con aziende editoriali, per divenire in seguito dirigente d’azienda, cercando di contemperare le occupazioni lavorative con l’impegno politico.
Cominciò molto presto a collaborare a varie riviste postfasciste, come “Ordine sociale”, quotidiano del Msi, e “Nuovi Orizzonti”, periodico della Federazione padovana. Nell’ambito della stessa Federazione fu fin dall’inizio presente con ruoli di responsabilità: nel 1949 venne nominato fiduciario sindacale provinciale, in seguito fu eletto nella Commissione di accettazione e disciplina dal Congresso provinciale nel 1953. In precedenza era stato eletto segretario del RGSSLL di Padova, carica confermata nel Congresso giovanile del 6 maggio 1948.
La sua vera vocazione era quella di studioso delle dinamiche del lavoro e della rappresentanza sindacale in chiave corporativa; questa ricerca lo accompagnò per tutta l’esistenza, nelle diverse vesti che indossò, militante, studioso, parlamentare, docente, con saggi, articoli, monografie, tutti incentrati sul ruolo degli attori sociali in un sistema liberaldemocratico, che a suo parere doveva essere mitigato da robusti inserimenti di concetti e istituti derivanti dalle dottrine della socializzazione.
Simile vocazione lo portò a collaborare e a fondare riviste e giornali che gli consentissero di diffondere le sue idee. Strinse amicizia con molti giovani che come lui avevano aderito al Msi e che cercavano come lui soluzioni sociali alternative: Fabio De Felice, Carlo Amedeo Gamba, Antonio Nalato, Cesare e Gianni M. Pozzo, Primo Siena, e altri poco più anziani, Andrea Mitolo, Manlio Cherici, Giuseppe Ciammaruconi, Roberto Mieville. I suoi riferimenti politici furono Ernesto Massi ed Ernesto De Marzio, mentre seguì Giorgio Almirante più tardi.
La Federazione di Padova era impegnata, tra l’altro, nel sostegno allo sviluppo del Nuclei aziendali di azione sindacale (Nadas), patrocinati da Ernesto Massi, tanto che nel suo II Congresso provinciale (11 dicembre 1949) votò una mozione, primo firmatario Rasi, con cui invitava la Direzione a diffondere l’iniziativa “che è il primo passo verso la gestione socializzata delle aziende e prima pietra del costituendo Stato Nazionale del Lavoro” (b. 79, fasc. 423). Nel medesimo tempo la Federazione, nella persona dello stesso Rasi, seguiva l’evoluzione della Csil (Confederazione sindacale italiana lavoratori), i cui aderenti non di rado erano politicamente affini al Msi, affinché si realizzasse l’unione con i Nadas, che “si rende necessaria per ovviare all’inutilità e alla dannosità della concorrenza di due organizzazioni aventi le medesime idee” (idem). Per questo motivo Rasi intendeva tranquillizzare Massi garantendogli che “a Padova l’azione sindacale è nelle mie mani”. Dopo la sua nomina a segretario dell’unione provinciale della Csil (aprile 1950), Rasi avrebbe partecipato al Congresso nazionale di questa, ove avrebbe perorato la causa dell’adesione alla appena costituita Confederazione italiana sindacati nazionali lavoratori (Cisnal) di Gianni Roberti e di Giuseppe Landi. Tutto questo era seguito con attenzione da Ernesto De Marzio, dirigente nazionale del Settore sociale sindacale del Msi, che però osservava come fosse importante, per la diffusione del sindacalismo nazionale, certamente partire dai nuclei di lavoratori provenienti dal Partito, ma, al fine di avvicinare il maggior numero possibile di aderenti, svincolare, almeno in parte, il sindacato dal Partito stesso.
Rasi partecipò ai Corsi di preparazione politico-sindacale (o “Corsi-campeggio”, come pure erano chiamati) del Msi, diretti da Ernesto Massi e realizzati nella località alpina dell’Altopiano del Salto, nei pressi di S. Genesio, sopra a Bolzano, con il fine della preparazione politica, sindacale, economica, giuridica di propagandisti e organizzatori necessari al Msi per la sua attività nel campo sociale e sindacale. Il I Corso, dal 21 al 30 agosto 1948, fu organizzato dal punto divista logistico dal bolzanino Andrea Mitolo, i successivi – i Corsi avevano cadenza annuale – dallo stesso Rasi. I docenti furono quasi sempre parlamentari e dirigenti del Partito, che frequentemente erano professori universitari (b. 1, fasc. 6; b. 79, fasc. 423; G. Rasi, Nel Centenario della nascita di Giorgio Almirante: una anticipazione riguardante la nascita di una nuova identità, in “Il Sestante”, II (2014), 24, pp. 1-6).
In qualità di segretario provinciale del RGSSLL di Padova intervenne alla I Assemblea nazionale giovanile, che si svolse a Roma, al Foro Italico, il 12 e il 13 marzo 1949, ove tenne una relazione contenente osservazioni sulla gioventù italiana e il suo smarrimento in quel torno di tempo, che suscitò le congratulazioni del segretario nazionale del RGSSLL, Roberto Mieville.
L’attività scientifico-pubblicistica proseguì nel 1953 con un’iniziativa editoriale di un certo impegno, la creazione di “Risveglio nazionale”, prosecuzione del periodico polesano “Sveglia!”. Rasi era persuaso che fosse necessaria un’opera cultural-pedagogica per la diffusione del progetto politico basato sulla giustizia sociale, attuato attraverso gli istituti di derivazione corporativa e considerato “un problema non solo economico bensì etico”, come ha scritto Primo Siena rievocando la collaborazione di Rasi alla sua rivista “Cantiere” - di cui condivideva la direzione con Carlo Casalena e Carlo Amedeo Gamba - fin dal 1952.
In realtà “Risveglio nazionale”, con la direzione politica di Cesare Pozzo, era il periodico, per così dire, “generalista” della Federazione padovana, ma Rasi vi pubblicava articoli di economia che propugnavano soluzioni sociali di tipo corporativo. Il quindicinale, di quattro facciate, era animato dai giovani della Federazione, tra gli altri Gian Gastone Romani, Primo Siena, peraltro di Verona, Francesco Zuzic, e aveva l’aspirazione di espandersi oltre i confini provinciali, trattando temi e argomenti di respiro nazionale. Grande risalto fu dato all’attentato che a Trieste, l’8 marzo 1953, durante una manifestazione del Msi per l’italianità della città e il suo ritorno nei confini della madrepatria, mutilò lo stesso direttore Pozzo e il dirigente nazionale giovanile Fabio De Felice (ss.2, b. 90, fascc. 495-496).
In virtù di questa sua competenza pubblicistica e della passione per lo studio di certe tematiche, nell’ambito della Federazione Rasi, che nel novembre 1952 era stato chiamato a far parte della Direzione provinciale quale addetto al settore culturale, ebbe l’incarico di addetto Stampa e propaganda e il 15 febbraio 1961 fu nominato vicesegretario vicario della Federazione stessa.
L’ambiente padovano offriva comunque a Rasi diversi stimoli intellettuali, grazie alla docenza presso l’Università locale di personaggi quali Marino Gentile, Mario Ferraboschi, Francesco Apergi, cui si aggiungerà il più giovane Gianni M. Pozzo, cugino di Cesare.
Intanto, alla fine del 1954, con l’amico Primo Siena Rasi aveva promosso la rivista “Carattere”, che fu condiretta da entrambi. A differenza di “Cantiere”, un po’ oscillante tra cattolicesimo, gentilianesimo e seduzioni evolian-tradizionaliste, “Carattere” impostò una linea editoriale più rigorosa in termini di cattolicesimo, per così dire, nazionale (M. Bozzi Sentieri, Dal neofascismo alla nuova destra. Le riviste 1944-1994, Nuove Idee, Roma 2007, pp. 85-91). La collaborazione, tra gli altri, di Fausto Belfiori, Luigi Gedda, Guido Manacorda, Attilio Mordini, Silvano Panunzio, Piero Vassallo, Vittorio Vettori, diede l’impronta al periodico. Come in ogni sua manifestazione intellettuale, nella rivista Rasi intese trovare lo strumento per ideare il futuro – politico, sociale – con il realizzare una sorta di continuum con il passato, depurandolo di scorie e storture, attraverso l’ispirazione delle proprie radici culturali (“un dipanare con pazienza e creatività raziocinante il nodo della frattura storica”: Primo Siena ricorda Gaetano Rasi. Omaggio a un metapolitico di carattere, ladestra.it, 29 novembre 2016). Il periodico ebbe vita non breve, insolita per riviste di tale natura, e uscì fino al 1963, con il contributo economico del dirigente industriale Gerardo D’Ambrosio. Dall’esperienza di “Carattere” ebbe origine la Alleanza cattolica tradizionalista, nella cui dichiarazione costitutiva del 29 settembre 1956, firmata dal Collegio promotore composto da Fausto Belfiori, Guido Giannettini, Antonio Fede, Gaetano Rasi, Primo Siena, si leggeva che una “grave minaccia incombe, dall’Oriente comunista su di un’Europa indecisa […] esposta agli assalti congiunti dell’ateismo marxista e della massoneria internazionale”, per fermare i quali l’Alleanza, “Ordine moderno d’orientamento spirituale, non partito politico”, intendeva procedere “secondo i permanenti principi ideali della tradizione aristocratico-cristiana” (b. 79, fasc. 428; v. anche Cattolici con la “schiena dritta” negli anni di piombo, in “interris.it”, 9 gennaio 2018).
Nel perseguimento dei propri fini – culturali, sociali, pedagogici – Rasi colse l’opportunità della fondazione dell’Istituto nazionale di studi politici ed economici (Inspe) ad opera di un gruppo di intellettuali dell’area della Destra come Alberto Asquini, Paola Arcari, Emilio Betti, Carlo Curcio, Giorgio Del Vecchio, Marino Gentile, Piero Operti, Massimo Rocca, Gioacchino Volpe, che aveva il fine di proporre una cultura di destra solida e dotata di elementi di interesse per personalità di altri ambiti ideologici, più o meno contigui. L’Inspe, nato a Roma nel 1959, si ramificò in alcune città italiane, nelle quali personaggi di area e di interessi simili promossero succursali. Così Rasi nel 1961 prese contatto con Nino Tripodi, segretario generale dell’Inspe, per l’apertura della sede di Padova, della cui attività però non si hanno notizie certe (AFUS, fondo Istituto nazionale di studi politici ed economici, b. 2, fasc. 35).
Trasferitosi a Roma per ragioni di lavoro (era stato assunto alla Sip, dove si occupò di marketing) nell’estate del 1966, proseguì l’attività pubblicistica attraverso il periodico “L’Orologio”, diretto da Luciano Lucci Chiarissi, promosso nel 1963 e durato fino al 1968. Rievocando anni dopo quell’esperienza (G. Rasi, Luciano Lucci Chiarissi e il Gruppo de “L’Orologio”, in “Rivista di studi corporativi”, XX (1990), 1-3, pp. 19-24), Rasi ricordava come la posizione del gruppo di intellettuali – tra loro, Giuseppe Ciammaruconi, Ugo Franzolin, Giovanna Genova, Giuseppe Sermonti, Gian Galeazzo Tesei, Romano Vulpitta – che gravitava intorno alla rivista fosse quella che auspicava un approccio critico “ai concetti e alle posizioni di ‘destra’ e di ‘sinistra’ [e] la costante avversione ad un preminente ancoraggio al mero anticomunismo”. E continuava, riflettendo sulle strategie politiche attuate in particolare dal maggior partito di quella Destra politica cui comunque egli apparteneva, asserendo che

La precarietà e l’infecondità di una politica di destra in funzione anticomunista ha infatti rivelato, alla distanza, tutta la sua fragilità strategica, procurando addirittura in questi ultimi tempi crisi di identità e sbandamenti in molti ambienti militanti.


Nel 1971, con Diano Brocchi, sindacalista corporativo, e il giornalista Massimo Magliaro, Rasi fondò la “Rivista di studi corporativi”, che con convinzione intendeva offrire la concretezza dell’alternativa corporativa, con il superamento del classismo e il fine della partecipazione dei lavoratori alle strutture aziendali e alla stessa conduzione di esse. Proprio l’articolo introduttivo di Brocchi al primo numero del periodico, L’alternativa, ricordava il percorso teorico tracciato dal 1945 per innestare gli istituti corporativi nel ceppo della democrazia, e di cui la voce Corporativismo dello stesso Rasi, pubblicata nella Nuovissima Enciclopedia universale (vol. IV, Sie, Padova 1967, p. 114), costituiva un caposaldo fondamentale. In essa infatti l’autore offriva la configurazione del sistema politico-economico nell’ottica del concetto corporativo, ove la rappresentanza è espressa, oltre che secondo principi politici generalisti, attraverso le categorie produttive, che impostano la produzione dei beni nell’interesse generale (rappresentanza organica); alla base delle complessa costruzione vi è la visione della collaborazione e della compartecipazione nell’ambito aziendale, in virtù della quale si imposta la soluzione dei conflitti sociali, basata sul superamento della concezione classista e della lotta di classe, principio cardine dell’idea corporativa, insieme al disconoscimento della validità dell’assetto indicato dal liberalismo e di quello comunista.
Dalla “Rivista di studi corporativi” nacque l’Istituto di studi corporativi, che iniziò l’attività il 2 ottobre 1972, guidato dal Comitato direttivo composto da Diano Brocchi, Giuseppe Ciammaruconi, Massimo Magliaro, Gabriele Moricca, Aldo Palmieri, Gaetano Rasi. Il Comitato elesse alla presidenza Ernesto Massi, dopo aver nominato Rasi quale direttore e Ciammaruconi segretario amministrativo. A parere dei promotori, l’Istituto era necessario per approfondire gli studi sul tema con corsi, conferenze, pubblicazioni. All’inaugurazione dell’ente, il 30 ottobre 1972, nella sede di via Genova 24 a Roma, Massi, dopo una rapida analisi della società italiana ed europea degli anni Settanta, metteva l’accento sullo studio degli istituti corporativi volti, a suo parere, a correggere le storture dell’economia mista quale era quella di allora, di cui delineava i caratteri. La presenza di Ugo Spirito con un discorso che rievocava il Convegno di Ferrara del 1932, ma anche la questione della programmazione, che egli stesso introdusse a suo tempo nel dibattito politico-ideologico proprio in stretta connessione con i temi corporativi, fu motivo di approfondimenti anche successivi, che Rasi colse e inserì nella riflessione complessiva (La programmazione corporativa, in “Rivista di studi corporativi”, II (1972), 6, pp. 77-89). L’attività dell’Istituto si concluse nel 1995. L’ultima Assemblea dei soci si tenne il 28 marzo di quell’anno: durante il suo svolgimento Rasi fece presente che, a seguito delle deliberazioni dell’Assemblea del 28 giugno 1994 e di quelle del Consiglio direttivo del 27 ottobre dello stesso anno, si doveva procedere alla messa in liquidazione dell’Istituto (AFUS, fondo Istituto di studi corporativi, fondo non riordinato, serie Verbali, registro Assemblee dal 16.5.1986 al 28.3.1995). All’unanimità i soci approvarono la proposta di trasferire alla Fondazione Ugo Spirito il patrimonio archivistico e bibliotecario dell’Istituto.
Alla metà degli anni Settanta Rasi assunse la direzione della prosecuzione dell’opera Annali dell’economia italiana, i cui primi cinque volumi, pubblicati da Epicarmo Corbino tra il 1931 e il 1937, trattanti il periodo 1861-1914, furono riediti dall’Ipsoa in questa occasione. Approvata dallo stesso Corbino, l’opera fu aggiornata, con la pubblicazione di altri dodici volumi, alcuni in due tomi, che giungono fino al 1977, tra il 1981 e il 1985. La sua collaborazione con l’Ipsoa proseguì con la preparazione della mostra “L’economia italiana tra le due guerre 1919-1939”, che con Giano Accame realizzò nel 1984, aperta al pubblico dal 22 settembre al 18 novembre, imponente esposizione di documenti e materiali dei venti anni cui fu dedicata. La mostra, cui contribuì anche l’Ufficio studi e programmazione economica del Comune di Roma, fu la prima a essere composta all’interno del Colosseo, ricostruito per l’occasione in una sua sezione.
Proseguiva intanto la sua attività nell’ambito del Partito. Nominato nel 1970 componente del Comitato nazionale corporativo, organo statutario del Msi, nell’aprile di quell’anno entrò a far parte del subsettore Centro studi corporativi.
In seguito gli fu affidato l’incarico di responsabile dell’Ufficio socio-economico e, poi, del Dipartimento per la politica economica del Msi-Dn.
Negli stessi anni Settanta si sviluppò in lui un notevole interesse intorno al problema energetico, avendo consapevolezza dell’importanza della questione del suo approvvigionamento per il Paese. Studiò le diverse fonti di energia e ne trasse la conclusione che quella nucleare poteva rendere l’Italia indipendente dal punto di vista del fabbisogno energetico. Frutto di queste ricerche furono diversi studi, fra cui Necessità di una politica energetica nucleare (in “Rivista di studi corporativi”, VII (1977), 1-2, pp. 49-50), Il mito della “crescita zero” (in “Rivista di studi corporativi”, VII (1977), 1-2, pp. 51-52) e, sempre in quegli anni, Elementi per una politica energetica di sviluppo nazionale (in “Rivista di studi corporativi”, IX (1979), 3-4, pp. 139-165). Fu dunque strenuo oppositore del Trattato di non proliferazione nucleare (1968), che escludeva la ricerca sull’energia dell’atomo anche per scopi pacifici per i Paesi privi di armamenti nucleari se non sotto il controllo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). L’interesse proseguì negli anni con il dibattito interno al Partito, in particolare in occasione del disastro di Černobyl', quando il Consiglio nazionale del lavoro del Msi-Dn si riunì il 24 giugno 1986 a sezioni congiunte per “fornire alla Segreteria del Msi-Dn un parere in materia di energia nucleare”: Rasi fu il relatore della nota introduttiva, un excursus del problema, con le implicazioni economiche, tecnologiche e produttive, nonché la posizione del Msi-Dn nel tempo (b. 55, fasc. 283; b. 103, fasc. 565; b. 104, fascc. 567-568).
La frequentazione con Ugo Spirito consentì a Rasi di saldare un rapporto anche con la moglie del filosofo, Gianna Saba. Il legame familiare fu tale che dopo la scomparsa di Spirito la vedova decise, in accordo con Rasi, di affidare l’archivio e la biblioteca del marito a una fondazione creata ad hoc. La Fondazione Ugo Spirito nacque ufficialmente l’8 settembre 1981, con il lascito del fondo documentario e di quello librario del filosofo, con il fine dello studio e della diffusione del suo pensiero. In precedenza, nel gennaio di quell’anno, un gruppo di sostenitori del pensiero spiritiano, Manlio Fancelli, Antimo Negri, Gaetano Rasi, Franco Tamassia, Vittorio Stella, intenzionati a fondare un periodico di studi e ricerche sul filosofo, si costituì in Comitato Scientifico dei “Quaderni della Fondazione Ugo Spirito” che però, contrariamente alla Fondazione, non videro mai la luce. La Fondazione ebbe come primo presidente Lugi Coda Nunziante, mentre Rasi ne divenne segretario generale. Approvata, nel 1987, dal Consiglio di amministrazione la pubblicazione degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, il Consiglio stesso nominò Rasi direttore responsabile del periodico (M. A. Napolitano, Storia della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in corso di stampa). L’elezione alla Camera dei deputati di Rasi nel 1996 lo obbligò a lasciare queste cariche, incompatibili con lo status di parlamentare. Fu allora che il Consiglio di amministrazione istituì la carica di vicepresidente attribuendola a lui insieme a quelle – esclusivamente a lui dedicate - di consigliere fondatore e membro a vita del Consiglio. Successivamente, nel gennaio 2006, della Fondazione Rasi divenne presidente e lo rimase fino al 2008, quando, passato il testimone a Giuseppe Parlato, su proposta di quest’ultimo fu nominato presidente emerito.
La facoltà di Scienze economiche e sociali dell’Università del Molise lo chiamò nel 1987 per la docenza di Politica economica; in seguito passò all’Università di Salerno ed ebbe incarichi in altre Università italiane, ove insegnò fino al 1994 Economia dello sviluppo e Sociologia economica.
In precedenza, nel 1986, era stato nominato componente del Comitato di gestione dell’Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno. In quel periodo si occupò molto del problema del Sud, anche in qualità di componente del Comitato nazionale per la politica meridionale del Msi-Dn, istituito nel luglio 1990. In tale ambito elaborò il Programma decennale risolutivo. Analisi e proposte operativo-istituzionali per una nuova legge per il Mezzogiorno, di concerto con Dino Grammatico, responsabile del Comitato, e più o meno in contemporanea faceva uscire su “Il Secolo d’Italia” una serie di articoli, almeno cinque, sull’importante tema, in un momento in cui il segretario del Pci Achille Occhetto, nella sua “dichiarazione di intenti” (10 ottobre 1990), poneva al primo punto la questione meridionale, e Bettino Craxi, il giorno successivo al Convegno di Brescia “L’Italia delle regioni” (6 ottobre 1990), la definì “centrale” (b. 66, fasc. 346). Al Convegno “Stato e criminalità organizzata: chi si arrende?” (Gruppo parlamentare del Msi-Dn alla Camera dei deputati, Roma, 22 giugno 1990) presentò una relazione dal titolo L'involuzione della politica meridionalistica: da intervento per lo sviluppo a intervento di polizia (b. 66, fasc. 348). Nel 1991 attraverso l’Istituto di studi corporativi organizzò il Convegno “Impresa partecipativa e sviluppo del Mezzogiorno”, Salerno, 13-14 dicembre 1991, di cui si pubblicarono gli Atti l’anno successivo.
Dagli anni Ottanta presiedette il Consiglio nazionale del lavoro, organo del Msi-Dn; nel Partito proseguì la militanza quale dirigente, sia come componente del Comitato centrale, sia quale membro - in diversi periodi - della Direzione nazionale e del Comitato esecutivo. La sua competenza in materia economica e sindacale lo faceva personalità adatta a ruoli di responsabilità nei diversi uffici del Partito relativi a tali materie, che di volta in volta ebbero denominazioni diverse. Giorgio Almirante, dopo aver nominato Rasi componente del Comitato esecutivo (5 novembre 1979), specificò che il suo compito in quell’ambito era quello di collaborare con la Segreteria politica allo studio dei problemi sociali ed economici con riguardo alle iniziative e alle strutture corporative. Durante la segreteria Rauti divenne (febbraio 1991) coordinatore del Dipartimento per i problemi sociali ed economici. Nel luglio 1991, con due diverse comunicazioni, il 22 e il 29, fu nominato dal segretario del Msi-Dn Gianfranco Fini direttore dell'Ufficio per la programmazione e la partecipazione economica e membro della Segreteria politica nazionale.
In quell’anno presiedette la Commissione di studio per l’elaborazione della proposta di legge denominata Istituzione dell'impresa partecipativa, presentata il 30 gennaio 1991 alla Camera dei deputati e il 12 febbraio successivo al Senato della Repubblica. La Commissione era costituita dal Gruppo di studio dell’Istituto di studi corporativi, composto da Marziale Concari, Giuseppe Amorese, Franco Tamassia, e dal Gruppo di lavoro della Cisnal, con Luigi Gabriele, Liano Fabietti, Mauro Nobilia, Alberto Ranieri, Giorgio Verzelli; alle riunioni della Commissione parteciparono talvolta Ivo Laghi, presidente della Cisnal, e Raffaele Valensise, all’epoca presidente del Consiglio nazionale del lavoro del Msi-Dn.
Il 30 luglio 1993 Fini lo nominò alla guida del Settore per i problemi economici e sociali del Msi-Dn e come tale partecipante ai lavori dell’Ufficio politico nazionale.
Tra il 1994 e il 1997 ricoprì la carica di consigliere di amministrazione della Telecom.
Il 17 gennaio 1995, nelle ore convulse della formazione del governo Dini in seguito alle dimissioni dell’esecutivo Berlusconi 1, Rasi, in vista della partecipazione della coalizione di centro-destra (“Polo delle libertà”) alla nuova compagine governativa, fu nominato ministro del commercio estero e delle politiche comunitarie, e Antonio Marzano ministro dei trasporti. Avendo rifiutato il centro-destra la partecipazione al governo, Rasi, ventiquattro ore dopo la nomina, si dimise, con Marzano, dalla carica. Le motivazioni da lui addotte furono squisitamente politiche:

Il governo, così come è composto, non è coerente con il risultato del 27 marzo [1994]. I ministri designati rappresentano indirizzi così contrastanti che ben difficilmente potranno essere affrontati e risolti i problemi urgenti del Paese.


Con la nascita di Alleanza nazionale (27 gennaio 1995) ne fu nominato responsabile del Dipartimento economico; sotto le insegne di AN venne eletto alla Camera dei deputati (1996) nella circoscrizione Piemonte 1. Si dimise nel 2001, quando, nominato dal Parlamento, divenne componente del Garante per la protezione dei dati personali, carica che ricoprì fino al 2005. Tra le attività nella veste di deputato, fu vicepresidente vicario del Gruppo parlamentare italiano per lo Spazio, composto da deputati di tutti i gruppi, con l’obiettivo di sensibilizzare i parlamentari circa i temi della politica aerospaziale. Fece parte della X Commissione Attività produttive, nella quale ricoprì la carica di vicepresidente.
Nel 2001, con la costituzione dell’Istituto Carlo Alberto Biggini, Rasi ebbe la nomina a presidente. Nel Convegno dedicato all’ex ministro, “L'uomo il Professore il Politico”, tenutosi a Sarzana il 19 novembre 2005, così delineava gli scopi dell’Istituto:

è improponibile il modello del tempo di Biggini, ma vanno studiate le elaborazioni di quegli anni, depurate dagli istituti espressi dalle esigenze belliche, per proporre una Repubblica presidenziale basata su una democrazia sociale più rappresentativa […]. Questo è il compito dell’Istituto Carlo Alberto Biggini.


Rasi proseguì nella ricerca e negli studi intorno al tema corporativo pure attraverso il Cesi (Centro studi politici ed iniziative culturali), fondato nel marzo 2009 con la finalità di

promuovere e coordinare gli studi relativi alla dottrina e al movimento politico, sociale ed economico, nato agli inizi del ‘900 come incontro tra nazionalismo e sindacalismo […] che nel cinquantennio successivo ha indicato tuttora valide soluzioni  […] di rappresentanza politica integrale anche attraverso le competenze, le professionalità e le attività lavorative di tutti i cittadini (art. III Atto costitutivo Cesi).


Nel Cesi confluirono nel tempo personalità interessate all’approfondimento di questi stessi temi, tra gli altri Mario Bozzi Sentieri, Franco Tamassia, Anna Teodorani, Giulio Terzi di Santagata. Esso pubblicò un bollettino, “Il Sestante”, promosso nel 2013, portatore di istanze partecipazioniste e di una visione del “consenso democratico fondato, oltre che sulle espressioni dei partiti, anche sulle competenze delle categorie professionali del lavoro in tutte le sue espressioni” (Partecipazione & socializzazione. “Il Sestante”, il bollettino del CESI. Per orientarsi nella crisi, in Destra.it, 19 marzo 2014). Dopo la scomparsa di Rasi, il Centro diradò la propria attività fino a ridurla considerevolmente ad alcune informazioni attraverso la propria pagina Facebook.
Nel 2006 venne insignito dell’onorificenza dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, nel grado di cavaliere di Gran Croce.
Scrisse una storia del Partito della Destra dagli albori alla conclusione, Storia del progetto politico alternativo dal MSI ad AN (1946-2009), per i tipi di Solfanelli di Chieti; il I volume è stato pubblicato nel 2015, il II volume è uscito postumo (2017).
Gaetano Rasi è morto a Bracciano il 20 novembre 2016.
Tra i suoi scritti, oltre ai numerosissimi saggi e articoli: La società corporativa. Partecipazione programmazione, Isc, Roma 1973 (2 voll.); Partecipazione e sintesi corporativa. Guida per il cambiamento, Isc, Roma 1990; Società consapevolezza sviluppo, ESI, Napoli 1993; Verso la terza Repubblica. Diario delle riflessioni impolitiche, I libri del Borghese, Roma 2010; Tutto è cambiato con la prima guerra mondiale. Società ed economia dal 1915 al 1922, Tabula Fati, Chieti 2015.
Alessandra Cavaterra
Storia archivistica
L'archivio di Gaetano Rasi è un insieme imponente, costituito da circa 800 buste. Durante le operazioni di versamento è stato redatto un elenco di consistenza riportante diversi elementi (numero dello scatolone, suo contenuto di massima - grazie all'intitolazione originaria delle unità di conservazione -, anni di produzione della documentazione), integrati, una volta giunto l'archivio presso la Fondazione, con l'indicazione topografica dell'armadio ove il contenuto di ciascuno scatolone è stato posto. Questa circostanza, oltre ad aver consentito l'individuazione di massima delle serie tra cui la documentazione è distribuita, consente di orientarsi nei meandri di essa, pur se non riordinata. E' inoltre preziosa guida per il riordinamento stesso della documentazione.
Le partizioni individuate si riferiscono alle svariate e diverse attività svolte da Rasi durante la sua vita. La principale appare essere la serie Movimento sociale italiano, che dispone di alcune sottoserie, tra cui la più consistente si intitola Documentazione disposta in ordine cronologico, in virtù dell'organizzazione conferita dallo stesso soggetto produttore, che è la maggiore e quella che descrive le attività svolte da Rasi nel Partito, cui aderì fin dall'inizio. Segue la serie Alleanza nazionale, dal nome del raggruppamento politico succeduto al Msi, di cui Rasi fu parlamentare. La serie Istituto di studi corporativi si riferisce all'attività dell'istituto creato dallo stesso Rasi con Ernesto Massi e Diano Brocchi nel 1972 e rimasto in vita fino al 1995 con il fine di contribuire "alla sempre maggiore chiarificazione di quell'alternativa corporativa che si offre ancora agli italiani come sola via oltre quella in cui pare vadano smarrendosi" (D. Brocchi, L'alternativa, in "Rivista di studi corporativi", I (1971), 1, p. 2). Altre partizioni, che - come si diceva - rispecchiano le molteplici attività del soggetto produttore, sono la serie Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno, ente del quale Rasi fu consigliere di amministrazione tra il 1986 e il 1992, la serie Telecom, di cui pure egli fu consigliere di amministrazione, ma nel periodo 1994-1997 - partizione alla quale probabilmente è da aggiungere la sottoserie Telekom Serbia -, la serie Garante per la protezione dei dati personali, essendone stato Rasi componente tra il 2001 e il 2005. Altre serie di una certa fondatezza sono Fondazione Ugo Spirito, Istituto Carlo Alberto Biggini - in quanto presidente dell'Istituto Rasi ne conservò documentazione -, Centro nazionale studi politici ed iniziative culturali (Cesi), associazione che pure lo ha avuto quale presidente dal 2001, Istituto postuniversitario per lo studio dell'organizzazione aziendale (Ipsoa), con le quasi certe sottoserie Annali dell'economia italiana e Mostra "L'Economia italiana tra le due guerre", i primi pubblicati a cura dell'Istituto, la seconda organizzata nel suo ambito. La documentazione di un cospicuo numero di buste è relativa all'attività parlamentare: essa però potrebbe costituire una sottoserie della serie Alleanza nazionale, poiché simile attività fu esercitata in seguito all'elezione nelle liste di quel Partito. Molte buste si riferiscono a viaggi: si dovrà verificare la ragione per cui Rasi intraprese quelle trasferte, e da essa si comprenderà l'eventuale appartenenza a partizioni già individuate o se converrà istituire serie apposita. Lo stesso dicasi per il materiale riguardante i numerosi convegni cui Rasi partecipò, per quanto le buste contengano la documentazione di più di un convegno, e solo di essa, e recano l'intitolazione conseguente, a sottolineare la specificità del tema. Ancora, potrebbero costituire serie autonome gli insiemi di documentazione relativi all'Eco della stampa, all'insegnamento universitario (fu docente nelle Università del Molise e di Salerno), all'attività pubblicistica (scrisse moltissimo, alcune monografie e articoli e saggi in periodici vari, tra cui quelli fondati da lui).
Con DDG 15 giugno 2021, n. 371, la Direzione generale Archivi ha ammesso a finanziamento il progetto relativo al riordinamento e all'inventariazione della serie Movimento sociale italiano dell'archivio Gaetano Rasi. Data la riduzione sostanziale del contributo rispetto alla primitiva richiesta, l'iventariazione tramite il software Archiui è stata effettuata utilizzando la scheda Unità archivistica per la descrizione dell'intera Unità di conservazione e inserendo la descrizione dei fascicoli nel Campo Contenuto. Questa circostanza non ha leso la completezza dell'informazione: il Campo Contenuto si è rivelato di grande duttilità e la descrizione vi è stata ben inserita, con ogni dettaglio possibile in relazione all'oggetto e alla tipologia documentaria. Particolarmente curata è stata la parte relativa all'indicizzazione. Si è proceduto a fornire le relazioni non solo di Persone ed Enti, da una parte, e Luoghi, dall'altra, ma anche di periodici (Bibliografia) ed Eventi collegati.
I fascicoli della serie sono stati individuati in massima parte attraverso il dettagliato elenco di versamento descritto supra. Si è pensato però di effettuare una ricerca nel contesto complessivo dell'archivio, ove è stata effettivamente reperita documentazione senz'altro ascrivibile alla serie.
Nell'ambito della serie sono state enucleate cinque sottoserie, così come è subito parso che il soggetto produttore le avesse create. Esse sono: 1) Msi. Documentazione disposta in ordine cronologico, 2) "Msi. 'Risvegio nazionale'", 3) "Msi. Raccolta rivista 'Nazione sociale'", 4) "Msi. Energia", 5) "Msi. Rai". Mentre la denominazione della prima sottoserie è dedotta dalla sua stessa struttura, le altre sono intitolazioni originali, indicate dallo stesso Rasi. La prima sottoserie è articolata in due sottosottoserie, 1) Documentazione di anni vari, 2) "Archivio generale Msi-Dn", anche in questo caso l'una, la prima, dal titolo attribuito, l'altra con denominazione originale. La sottoserie 4) "Msi. Energia" è pure dotata di sottosottoserie, 1) "Msi. Energia nucleare", che sottolinea l'interesse di Rasi per tale tipo di alimentazione energetica.
Modalità di acquisizione
Il fondo è stato donato dal soggetto produttore alla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice nel 2010. Esso è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio il 16 luglio 2010.
Contenuto
L'ampia mole dell'archivio si presta a ricerche di varia natura. La documentazione sui primordi del Msi è abbondante, benché si tratti, per lo più, della Federazione provinciale di Padova, peraltro centro di effervescenza giovanile dalle tante risorse e iniziative con ripercussioni sul piano nazionale.
Tutte le attività di Rasi sono testimoniate nell'archivio. Egli era solito conservare tutto ciò che produceva, naturalmente in forma cartacea, e da ciò la consistenza ragguardevole della sua documentazione.
Dunque si trova attestazione dell'attività svolta non solo nell'ambito del Partito, che pure è la documentazione più vasta, ma anche quale organizzatore di convegni, mostre - su tutte la Mostra "L'economia italiana tra le due guerre" -, pubblicazioni. A questo proposito numerose sono le buste contenenti carte relative alla progettazione e realizzazione degli Annali dell'economia italiana, con manoscritti degli autori che contribuirono all'opera, nonché la corrispondenza redazionale e i verbali delle riunioni, così come sono conservati i manoscritti di saggi pubblicati nella "Rivista di studi corporativi", altra sua creatura editoriale. Ancora, molta è la documentazione della sua attività nell'Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno, in particolare quella che documenta il suo essere trait-d'union in quella sede con il Partito. É possibile seguire le sue vicende nell'Ufficio del Garante per la protezione dei dati personali. Naturalmente, vi sono diversi fascicoli riguardanti il lavoro di Rasi presso la Fondazione Ugo Spirito, all'interno dell'Istituto Biggini e nell'ambito del Cesi, delle quali associazioni si conservano altresì atti costitutivi e statuti.
I Congressi del Msi I, II, V e dal X al XV trovano nell'archivio testimonianza documentale, spesso ampia.
Alessandra Cavaterra
Strumenti di ricerca
Elenco di versamento a cura di Alessandra Cavaterra.
Descrittori
Neofascismo,Postfascismo,Politica,Lavoro,Sindacalismo,Corporativismo,Aziende,Gioventù,Economia,Sviluppo,Energia,Energia nucleare,Sociologia,Mezzogiorno,Impresa partecipativa,Politica aerospaziale
Numerazione
Numero:
28
Bibliografia

- Addio a Gaetano Rasi, maestro del pensiero sociale della destra, in “secoloditalia.it”, 20 novembre 2016,

https://www.secoloditalia.it/2016/11/addio-gaetano-rasi-maestro-pensiero-sociale-destra/

- Addio a Gaetano Rasi, economista e punto di riferimento della destra, in “adnkronos.com”, 21 novembre 2016,

https://www.adnkronos.com/ancora-maltempo-al-sud-allerta-per-pioggia-e-temporali_6DOiBEUtYoRmbVcVHzRKN9

- F. Carlesi, Addio a Gaetano Rasi, il maestro di corporativismo che rifiutò l’invito della Trilateral, in “ilprimatonazionale.it/”, 21 novembre 2016,

https://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/addio-a-gaetano-rasi-il-maestro-di-corporativismo-che-rifiuto-linvito-della-trilateral-53290/

- L. Garibaldi, Gaetano Rasi: un galantuomo, un esempio, un maestro, istitutobiggini.it/, 21 novembre 2016,

http://www.istitutobiggini.it/gaetano-rasi-un-galantuomo-un-esempio-un-maestro/

- E. Nistri, Politica. Addio al postfascista Gaetano Rasi ministro per un giorno galantuomo tutta la vita, in “barbadillo.it/”, 21 novembre 2016,

https://www.barbadillo.it/61153-politica-addio-al-postfascista-gaetano-rasi-ministro-per-un-giorno-galantuomo-tutta-la-vita/

- L. Garibaldi, Tornare al corporativismo cattolico dell’800 per sconfiggere la crisi del mondo lavorativo, in “https://www.ricognizioni.it”, 28 dicembre 2017,

https://www.ricognizioni.it/tornare-al-corporativismo-cattolico-dell800-per-sconfiggere-la-crisi-del-mondo-lavorativo-di-luciano-garibaldi/

- F. Carlesi, Il corporativismo nella vita e nelle pagine di Gaetano Rasi, in “Rivista della cooperazione giuridica internazionale”, XXI (2018), 59, maggio-agosto

Relazioni

Soggetto produttoreRasi, Gaetano
Fondo di appartenenzaRasi Gaetano

Esplora i livelli sottostanti

Serie | 1979 fino a 2009Alleanza nazionaleFondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
Gaetano Rasi durante l’intervento a un Convegno di Alleanza nazionale a Torino
                                                              (circa 1996)
          (Archivio Gaetano Rasi, serie 2. , sottoserie 7., sss. 4., b. 179, fasc. 1000)
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