Fondo
Metadati
- Tipologia
- Fondo
- Data
- Data:
- 1875 - 1938
- Consistenza
- Tipologia:
- fascicolo/i
- Quantità:
- 739
- Tipologia:
- busta/e
- Quantità:
- 52
- Storia istituzionale/Biografia
- Nato a Torino nel 1872, ha vissuto a Udine fino al momento di iscriversi, nel 1889, alla Facoltà di lettere dell’Università di Torino. Dopo gli anni universitari torinesi ha iniziato a viaggiare. Prima per studio, poi per lavoro, sicuramente per passione: in Germania, in Spagna, in Egitto, in Libia, in diversi paesi di lingua araba. In Italia, il lavoro di professore universitario lo ha portato a Napoli, Palermo e Roma, città dove si è infine stabilito nel 1914 e dove è morto nel 1938. Carlo Alfonso Nallino ha studiato molto, lungo tutto il corso della vita. Ha studiato con accanimento e dedizione, riempiendo fogli e fogli di appunti nitidissimi, in cui copiava lunghi brani di autori diversi, in lingue disparate, riportando sempre con accurata mania la relativa indicazione bibliografica. La lingua araba, elemento cruciale del suo percorso professionale, si affaccia nella sua vita di ginnasiale come una tra le molte curiosità. Ne segnerà tutte le tappe, fino alla nomina a membro dell’Accademia reale di Lingua araba del Cairo nel 1933.
Insieme alla lingua, degli arabi studia le istituzioni e la cultura. “Degli arabi voglio sapere tutto”: la frase che gli viene attribuita, riportata dalla figlia Maria, risponde senz’altro alla personalità di Nallino come emerge dal suo archivio. Degli arabi voglio dire tutto quello che ho imparato e vado imparando: non risulta che l’abbia detto, ma sicuramente alla comunicazione del suo sapere ha dedicato un’altra buona parte della vita. Lezioni di arabo a Napoli, Palermo, Roma. Lezioni di letteratura araba a Palermo e al Cairo, di storia dell’astronomia presso gli arabi al Cairo, di storia e istituzioni musulmane a Roma, di nozioni sull’Islam a Napoli e a Roma, lezioni sull’Arabia preislamica a Rodi. Che le lezioni all’Università del Cairo fossero tenute in lingua araba aiuta a definirlo ulteriormente: ne fa emergere il perfezionismo e insieme il patriottismo.
Da tutta la sua relazione con l’Egitto emerge peraltro questo spirito patriottico, il suo impegno per l’Italia e il desiderio di vederla primeggiare. Elemento che si ritrova anche in altre sfere del suo impegno professionale e si concretizza nella fondazione dell’Istituto per l’Oriente e del periodico «Oriente Moderno». Una dedizione che prescinde dal contesto politico e abbraccia l’Italia liberale dell’impresa libica come l’Italia fascista. Nallino è tra i professori universitari che nel 1931 giurarono fedeltà al regime fascista e diverrà nel 1932 accademico d’Italia dopo essere stato accademico dei Lincei. Nel 1932 sarà nominato grande ufficiale dell’Ordine coloniale della stella d’Italia. Dopo la conquista della Libia, presta il suo sapere per l’organizzazione dell’Ufficio traduzioni del comando militare di Tripoli e il riordino dell’archivio politico ottomano, per la razionalizzazione della toponomastica, per lo studio delle questioni islamiche di interesse coloniale. Il Ministero delle colonie, istituito proprio in seguito a questa conquista per la gestione dei territori sotto la sovranità o protettorato dell’Italia, continuerà a interpellarlo per le questioni più disparate durante tutto il corso della vita. Nel 1918 fa parte della Commissione per lo studio dei provvedimenti per il passaggio dallo stato di guerra a quello di pace, in particolare della sezione incaricata di trattare le questioni coloniali. Altri incarichi importanti gli provengono dal Ministero dell’istruzione. Dal 1923 al 1928 è membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione. Nello stesso periodo partecipa ai lavori della Commissione per la dispensa dal servizio e il collocamento a riposo di capi di istituto o insegnanti per incapacità, per scarso rendimento o per motivi di salute.
Il suo nome compare in moltissime delle voci dell’Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti afferenti al mondo arabo: ne dirige infatti la sezione Letterature e civiltà orientali, curando i rapporti con i collaboratori e scrivendo o revisionando le relative voci. L’attitudine alla condivisione del suo sapere si accompagna a uno spirito critico che non arretra davanti al potere. Esempio eclatante la disputa del 1930 con l’allora governatore della Cirenaica Rodolfo Graziani, ampiamente trattata da Federico Cresti, che peraltro ne rileva, documenti alla mano, la lontananza dal contesto della polemica politica: lo scopo è anche qui la divulgazione scientifica. Come scrive lo stesso Nallino nel suo esposto al Ministero delle colonie in cui riassume con la consueta accuratezza la vicenda, tutto sarebbe nato da un suo intervento su «Oriente Moderno» in cui si era visto costretto a rilevare “gravi errori tecnici di materia islamica” contenuti in un discorso di Graziani. La meticolosità, l’attenzione al dettaglio, l’attitudine allo studio di discipline diverse devono averlo sostenuto negli incarichi più prettamente amministrativi, nei quali riesce a districarsi anche nell’esame di documenti contabili, nella redazione di regolamenti, nella gestione dei rapporti con il personale: a questo ambito appartiene il lavoro svolto per l’Istituto orientale di Napoli, ancora su incarico del Ministero delle colonie, e in parte la direzione della Scuola orientale presso l’Università di Roma.
Della vita e degli affetti familiari, del rapporto con la moglie Maddalena, sposata nel 1906 e morta prematuramente nel 1913, la figlia Maria, la sorella Anna Maria, si conservano tracce scarse, che lasciano trapelare una vita familiare subordinata agli impegni di lavoro e di studio di un uomo scarsamente incline a slanci emotivi: unica preziosa eccezione la raccolta delle lettere inviate ai genitori dal Cairo, durante il suo primo viaggio in Egitto.
- Storia archivistica
- Alla morte di Carlo Alfonso Nallino l'archivio è stato preso in carico dalla figlia Maria, che ha curato la pubblicazione degli scritti del padre nei sei volumi Raccolta di scritti editi e inediti, pubblicati dall’IPO fra il 1939 e il 1948. In seguito alla morte di Maria, avvenuta nel 1974, archivio e biblioteca di Nallino sono entrati a far parte del patrimonio dell'Istituto per l'Oriente e da questo conservati e messi a disposizione degli studiosi.
L'archivio è stato dichiarato di notevole interesse storico l'11 aprile 1978 dalla Soprintendenza Archivistica del Lazio, e nuovamente vincolato con decreto del 1 dicembre 2005.
- Contenuto
- Del percorso formativo si conservano i quaderni di appunti: quelli scolastici e universitari e gli altri, dedicati a materie studiate in autonomia come le lingue e l’astronomia. Relativamente poco rappresentata nei documenti l’attività didattica, svolta presso diverse università e anche in situazioni non universitarie, come il corso di alta cultura organizzato a Rodi dalla Società nazionale Dante Alighieri. Una parte consistente dell’archivio conserva le note di studio e di lavoro, che sono state organizzate sulla base delle indicazioni date dallo stesso Nallino relativamente all’argomento trattato. Nei molti casi in cui le note sono riconducibili a determinate pubblicazioni questa indicazione è stata fornita, ma i soli fascicoli che permettono di ripercorrere compiutamente la storia delle corrispondenti pubblicazioni sono quelli afferenti al Trattato astronomico di Albatenio, alla revisione della Storia dei musulmani di Sicilia di Amari e al manuale L’arabo parlato in Egitto (Milano, 1900).
Uno spazio importante occupa anche la documentazione relativa alle molte diverse attività svolte per i ministeri dell’istruzione, delle colonie, degli esteri: richieste di consulenza che danno origine a qualche scambio epistolare e a doviziose raccolte di documentazione da studiare, per la stesura di accurati promemoria e relazioni. Così anche nelle serie dedicate alla Direzione della Scuola orientale e alla «Rivista di Studi Orientali», che conserva alcuni resoconti di colloqui con il rettore e le relazioni periodiche scritte per lui da Nallino. Pochi i documenti relativi alla direzione scientifica dell’Istituto per l’Oriente e alla direzione della sezione orientale dell’Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti: ancora raccolte di documentazione di supporto, corrispondenze, promemoria e appunti di Nallino. Anche dei numerosi viaggi non si conserva molto: un diario e una raccolta di lettere ai genitori del del primo viaggio in Egitto (1893), un diario del viaggio in Tunisia e Algeria del 1905 e di quello in Iraq e ad Aleppo del 1934. La sua vasta rete di relazioni, i numerosi scambi con studiosi di tutto il mondo sono rintracciabili nelle moltissime lettere conservate, spesso scritte per chiedere un consiglio o supporto, ma anche per fornire informazioni, inviare copie di manoscritti o altro materiale, o per condividere impressioni su scritti suoi o di altri.
- Strumenti di ricerca
- L'ordinamento e la schedatura analitica sono stati curati da Cristina Saggioro e Raffaella Crociani. La revisione inventariale finale è stata curata da Leonardo Musci.
Il lavoro si è svolto nell'ambito di due incarichi dell'Istituto alla società di servizi archivistici Memoria srl (2017 e 2023).
- Criteri di ordinamento
- L'archivio di Carlo Alfonso Nallino è labirintico. Lo era sicuramente prima dell'intervento di ordinamento di cui esponiamo i risultati. Forse in parte, direi giustamente, lo è anche ora. La sua complessità rispecchia la persona: i mille interessi, le molte attività, i numerosissimi legami con il mondo accademico e istituzionale, in Italia e all'estero, che si ritrovano in tutto il complesso documentario e sono la colonna portante di in un epistolario molto ricco.
La situazione dell’archivio nel momento di questo intervento era di un ordine solo apparente: le carte erano nei fatti in uno stato di disordine che lasciava intravedere numerosi fili conduttori, tra loro slegati. Difficile attribuire al soggetto produttore la responsabilità piena di questa tortuosità; piuttosto, come in molti casi di archivi di persona, l'uso che ne è stato fatto (in questo caso soprattutto, o forse esclusivamente, dalla figlia Maria Nallino, la prima studiosa dell'opera del padre) ha sicuramente avuto un peso non indifferente.
Il nostro intervento di ordinamento segue un primo lavoro svolto da Anna Baldinetti più di venti anni fa, concluso con la pubblicazione di un inventario in cui i documenti di Carlo e di Maria Nallino erano considerati un unico nucleo: A. Baldinetti (a cura di) Carte private di Carlo Alfonso e Maria Nallino. Inventari, Roma, 1995. La decisione dell'IPOCAN di riprendere le fila del discorso archivistico è legata all'individuazione di documenti che erano rimasti esclusi da quel primo lavoro; soprattutto documenti di Maria Nallino, scarsamente presenti nell’inventario Baldinetti, ma anche un nucleo consistente di documenti di Carlo Alfonso. Il lavoro svolto ha interessato i due nuclei documentari, ricondotti ciascuno al proprio soggetto produttore e inventariati separatamente. Nei due inventari si è tenuta memoria del lavoro del 1995, ampiamente utilizzato dagli studiosi negli anni intercorsi, riportando per ciascuna unità descritta eventuali segnature riprese dal precedente inventario. L’aumentata consistenza e un approccio diverso al lavoro di ordinamento hanno significato uno stravolgimento dell’impostazione seguita da Anna Baldinetti, che nella sua introduzione spiega di aver rispettato l’”ordine originario” in senso letterale, senza minimamente mettere in discussione l'assetto in cui i documenti le sono stati consegnati. Un’analisi approfondita dell’archivio ha infatti fatto emergere la necessità di costituire ex novo molte delle unità da descrivere, che in questo come in molti archivi di persona non erano presenti sotto forma di fascicoli o gruppi di documenti, se non in rari casi. La presenza di documenti conservati in buste o involti con l’indicazione del contenuto ha fornito indicazioni preziose, ed è servita da guida per alcune delle decisioni prese in fase di ordinamento; ma si tratta di poche istanze, a fronte di una gran massa di documenti per i quali le indicazioni fornite da Nallino, pur se accurate, sono tese a precisare e distinguere più che a mettere insieme. Una decisione importante, e decisamente impegnativa, presa da Baldinetti è stata peraltro rispettata: le lettere (le moltissime ricevute e alcune minute delle risposte di Nallino) sono state descritte singolarmente; si è trattato di un lavoro certosino che ha interessato 1632 documenti, in arabo, francese, inglese, spagnolo, tedesco oltre che in italiano, molti dei quali nascosti tra altri documenti, per lo più appunti. Le 334 descrizioni presenti nell’inventario Baldinetti sono state riportate e ove necessario integrate; a queste si aggiungono 1298 fra lettere e altri documenti descritti nel corso di questo lavoro. Questa schedatura ha comportato un paziente lavoro di ricerca per individuare i corrispondenti, la cui grafia e firma non sono sempre di facile lettura e interpretazione. Ringraziamo per il generoso aiuto Claudio Salone, che ha letto per noi le lettere in tedesco, e il professor Giovanni Canova e Arturo Monaco che ci sono venuti in soccorso per le lettere e i documenti in arabo.
- Struttura
- L'intervento di ordinamento mette in evidenza interessi di ricerca, attività e ambiti di impegno di Nallino, raggruppando i fascicoli creati nel corso del lavoro (pochissimi, infatti, i fascicoli "originali") in 12 serie che percorrono e descrivono la sua vita professionale.
1. Studi
2. Attività didattica
3. Attività di ricerca, scritti, pubblicazioni
4. Attività svolte in Italia per i ministeri dell’istruzione e delle colonie
5. Consulenze rese al governo/a ministeri italiani relative ad altri paesi
6. Direzione della Scuola orientale presso l’Università di Roma
7. Istituto per l’Oriente e «Oriente Moderno»
8. Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti
9. Altre attività e relazioni
10. Ricordi di viaggio
11. Epistolario
12. Carte personali e familiari
- Criteri di descrizione
- La descrizione è analitica: dei fascicoli sono indicati oltre al titolo, quasi sempre attribuito, estremi cronologici e consistenza, e si dà conto del contenuto e della eventuale presenza di documenti in lingue diverse dall’italiano. Dei documenti dell’epistolario, descritti come si è detto singolarmente, sono stati rilevati la tipologia (lettera, biglietto, cartolina postale, cartolina illustrata), l’autore, la data cronica e topica, la lingua, e fornite indicazioni di massima sul contenuto. Per facilità di visualizzazione e conservazione le lettere sono raccolte in fascicoli per corrispondente.
- Bibliografia
- Una Bibliografia degli scritti di C A. Nallino (a opera di Giorgio Levi Della Vida e probabilmente incompleta) si trova in «Rivista degli studi orientali», vol. XVIII, fasc. 1 (febbraio 1939), pp. 163-171.
Maria Nallino curò la pubblicazione della sua opera integrale: Raccolta di scritti editi e inediti, 6 voll., Roma, Istituto per l'Oriente, 1939-1948.
Nel centenario della nascita «Levante. Rivista italo-araba» pubblicò scritti di vari autori su Nallino (vol. 20, n. 1, 1973).
Contributi sui diversi aspetti della sua figura di studioso si trovano in Università degli studi di Napoli L'Orientale, Giornata di studio Carlo Alfonso Nallino (1872-1938). Memoria di un maestro e prospettive degli studi arabo-islamici (20 novembre 2008), a cura di Agostino Cilardo, in «Studi magrebini», nuova serie, vol. VIII (2010), che contiene tra l'altro i saggi di Bruna Soravia (Carlo Alfonso Nallino 1872-1938. Lineamenti di una biografia intellettuale) e Claudio Lo Jacono (Carlo Alfonso Nallino e l'Istituto per l'Oriente).
Relazioni
Soggetto produttoreNallino, Carlo Alfonso
Soggetto conservatoreIstituto per l'Oriente Carlo Alfonso Nallino
Fondo di appartenenzaCarlo Alfonso Nallino
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