L'idea di raccogliere la documentazione prodotta nel corso della campagna referendaria contro il nucleare e per l'acqua pubblica è nata da un confronto già avviato dalla Fondazione Basso con Legambiente sulla necessità di salvaguardare la memoria dei movimenti ambientali anche o soprattutto nell'era digitale.
Per le loro stesse caratteristiche, i movimenti sociali hanno avuto e hanno un rapporto irrisolto con la conservazione della propria memoria, solitamente affidata alla propensione di alcuni singoli attivisti ad accumulare documenti nella fase di mobilitazione. L'assenza di strutture stabili e centralizzate non costituisce però il motivo prevalente di questa mancata consapevolezza della valenza culturale e politica di un'opera di salvaguardia delle proprie testimonianze storiche. Si ha semmai l'impressione che, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, sia intervenuto un mutamento di paradigma, sia cioè venuto meno quel nesso tra memoria storica, coscienza di sé e progettualità politica che sino ad allora aveva orientato i grandi e piccoli soggetti sociali e politici novecenteschi. Una cesura, culturale e fattuale, acutizzata dall'avvento dell'epoca digitale, che nell'accelerazione e proliferazione delle informazioni, offerte e riprodotte in contesti spesso diversi da quelli originali - solitamente non citati - ha generato una percezione di illimitata accessibilità a dati e documenti spogliati tuttavia della loro profondità e complessità storica. In rete prevale infatti il modello dei siti-contenitore, di notizie, materiali documentali e audio-video proposti senza alcun ordinamento critico, decontestualizzati e slegati dal complesso di documenti che potrebbero testimoniarne la genesi culturale e temporale.
Da una più ampia riflessione sugli archivi del movimento ambientalista è sorto quindi il progetto di recupero della straordinaria documentazione prodotta dai comitati referendari in occasione della consultazione del 12 e 13 giugno 2011.
Nei propositi originali l'archivio avrebbe dovuto contenere la documentazione prodotta sia dai Comitati promotori dei referendum contro il nucleare e per l'acqua pubblica sia dai tanti comitati locali, espressione di esperienze preesistenti oppure di una o più associazioni attive sul territorio, artefici della campagna referendaria nelle diverse aree del paese. A questo fine, tramite la segreteria nazionale di Legambiente, il lavoro ha preso avvio con l'invio ai comitati locali contro il nucleare di una richiesta di raccolta e spedizione dei materiali in loro possesso.
All'invito hanno risposto solo tre comitati, un risultato modesto dovuto più alla difficoltà di individuare, recuperare e organizzare il materiale che a disinteresse.
All'attuale, diffusa familiarità con i prodotti digitali non corrisponde infatti un'altrettanto comune conoscenza delle procedure necessarie a trattarli ai fini della conservazione.
Dismesso il velleitario proposito di raccogliere la documentazione prodotta dai comitati territoriali - almeno per questo specifico progetto - l'attività di ricerca si è rivolta essenzialmente ai due Comitati referendari nazionali, avendo come interlocutori Legambiente, per il Comitato "Vota sì contro il nucleare", e il Forum italiano dei movimenti per l'acqua per il Comitato "2 Sì per l'Acqua Bene Comune".
[tratto da Storia e documenti della campagna referendaria contro il nucleare e per l'acqua pubblica in Italia di Catia Papa]