Processo di Varese. Documenti e ritagli stampa
Serie
Metadati
- Tipologia
- Serie
- Data
- Data:
- 1964 - 1966
- Consistenza
- Consistenza (testo libero):
- fascc. 15.
- Storia istituzionale/Biografia
- Il processo di Varese contro Ruggero Zangrandi e l'editore Feltrinelli, prende avvio dalla querela sporta nei loro confronti da Italo Robino, giudice istruttore dell'Alto commissariato per la punizione dei delitti fascisti nel processo contro Mario Roatta, per l'uccisione di Carlo e Nello Rosselli ad opera del Sim, del quale Roatta era a capo nel 1937. Italo Robino ritiene offensivi nei suoi confronti i passi del volume 1943: 25 luglio - 8 settembre dedicati alla conduzione dell'inchiesta (pp. 848-871), laddove Ruggero Zangrandi sostiene che, nella sua «irritualità», il suo svolgimento appare funzionale a un'altra inchiesta, parallela, svolta dalla Commissione istituita per indagare sulla mancata difesa di Roma nel set. 1943. L'ipotesi prospettata nel volume sostiene, in sostanza, che l'operato dell'Alto commissariato risultò finalizzato all'esercizio di un'adeguata pressione su Mario Roatta, affinché questi si assumesse l'intera responsabilità del disastro dell'8 set. 1943, garantendogli preventivamente la fuga prima della conclusione del giudizio, in cambio del silenzio. Come noto, il gen. Roatta fuggì dall'Italia il 4 mar. 1945, cioè il giorno prima della consegna al Ministero della guerra delle conclusioni della Commissione d'inchiesta per la mancata difesa di Roma.
Italo Robino respinge le accuse, dichiarando di essere venuto a conoscenza dei fatti relativi all'assassinio dei fratelli Rosselli dall'interrogatorio dal gen. Cesare Amè, svolto nel corso dell'istruttoria contro il sottosegretario di Mussolini, Fulvio Suvich. In quell'occasione il gen. Amè aveva infatti indicato, quale responsabile dell'omicidio, il col. Santo Emanuele, il quale, a sua volta, aveva chiamato in causa il gen. Mario Roatta, artefice dell'organizzazione del delitto. L'esame dei verbali dei primi interrogatori del col. Santo Emanuele (v. un. n. 881) evidenzieranno come il colonnello avesse escluso la partecipazione del gen. Roatta alla vicenda. L'analisi di Ruggero Zangrandi individua le cause della confessione successivamente resa dal col. Emanuele, in un ricatto perpetrato ai suoi danni.
Il giudizio si volge davanti alla Sezione penale del Tribunale di Varese, presieduta da Eugenio Zumin (giudici Giuseppe Cioffi e Francesco Pintus, pubblico ministero Cesare De Giacomo). Sono nominati avvocati difensori Lelio Basso e Agostino Viviani per Ruggero Zangrandi, Alberto Dall'Ora per Feltrinelli.
Il processo, che è seguito con molto interesse dai giornali e dall'opinione pubblica, vede un momento di svolta quando il presidente Zumin, per l'accertamento della verità, emette un'ordinanza per l'acquisizione degli atti della Commissione d'inchiesta per la mancata difesa di Roma. Gli atti, conservati dal Ministero della difesa, erano stati ripetutamente richiesti da Ruggero Zangrandi per la consultazione, che era stata negata in quanto, a detta del Ministero, risultavano introvabili (sull'escamotage ideato da Ruggero Zangrandi per dimostrare l'esistenza dei documenti v. un. n. 888). Il comportamento del Tribunale, che Ruggero Zangrandi ritiene estremamente coraggioso (in proposito il presidente dichiarerà, al termine del giudizio, di non avere incontrato intralci alla richiesta), provoca grandi ripercussioni sulla stampa. Porterà inoltre Ruggero Zangrandi ad avviare l'"operazione lettere", una campagna di sensibilizzazione finalizzata all'invio di quante più lettere di ringraziamento possibili al Tribunale stesso(in proposito v. l'introduzione alla serie XIV e l'un. n. 694).
Gli atti sono depositati nell'ago. 1965. Ruggero Zangrandi predispone una relazione da inviare al Tribunale, che, attraverso l'esame dell'operato della Commissione d'inchiesta istituita nel 1944, avvalora quelle che nella sua opera potevano essere presentate solo come ipotesi induttive. Le finalità sono espresse in apertura: «L'assunto, non solo storico ma anche processuale - scrive Ruggero Zangrandi -, è - come noto - che, dopo il giugno '44, ci si propose di sottrarre al giudizio dell'opinione pubblica, ancora confuso, brancolante e influenzabile, i maggiori responsabili del disastro dell'8 settembre (tutti, in un modo o nell'altro, legati alla nuova dirigenza politica e agli alleati) e far convergere su un unico capro espiatorio, quasi intieramente, quelle responsabilità. La persona che meglio si prestava (scartato Carboni la cui posizione non rispondeva a uno scopo tanto ambizioso [e che comunque fu accusato per Roma] parve poter essere Roatta. Più specificamente, l'assunto è che, per indurre Roatta ad accollarsi le note responsabilità, ci si valse dell'incriminazione e del processo per il delitto Rosselli».
La relazione suscita ampie polemiche nei confronti di Ruggero Zangrandi, prima fra tutte quelle del senatore comunista Mario Palermo, che presiedeva la Commissione d'inchiesta per la mancata difesa di Roma (v. un. n. 868).
Dal punto di vista processuale, proprio alla vigilia delle testimonianze dei senatori Mario Palermo e Mario Berlinguer, Italo Robino procede alla remissione della querela, circostanza questa che Ruggero Zangrandi non ritiene casuale. Per quanto avrebbe preferito la prosecuzione del giudizio e il pronunciamento di una sentenza che con ogni probabilità sarebbe risultata favorevole, Ruggero Zangrandi decide di accettare la remissione, intendendola come atto di ringraziamento verso l'operato del Tribunale (v. in proposito al lettera scritta al presidente Zumin alla fine del processo, un. n. 688).
Sulla vicenda v. anche l'introduzione alla serie XXIV.
- Contenuto
- Contiene i documenti riguardanti il processo (copia della querela di Italo Robino, copia dell'ordinanza del Tribunale di Varese del 30 giu. 1965, verbale di remissione di querela, copie dei verbali delle udienze fino al 30 giu. 1965) e le relazioni predisposte da Ruggero Zangrandi per la difesa.
E' inoltre presente la relazione predisposta per il Tribunale.
Ritagli stampa sul processo.
- Numerazione
- Numero:
- 32
Relazioni
Soggetto produttoreZangrandi, Ruggero
Fondo di appartenenzaRuggero Zangrandi
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