Contiene:
- copia della querela di Italo Robino, del 21 lug. 1964, con note a margine di Ruggero Zangrandi. Italo Robino narra la storia della sua fuga da Venezia nel set. 1943 e il raggiungimento del Governo a Salerno, dove il ministro della Giustizia Vincenzo Arangio Ruiz, lo destina all'Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo, ramo Punizione dei delitti fascisti. Espone gli elementi dell'istruttoria contro Fulvio Suvich e della testimonianza del gen. Cesare Amè, che accusa Santo Emanuele e Mario Roatta dell'assassinio dei fratelli Rosselli. Espone infine i passi del volume che ritiene diffamanti, con particolare riferimento alla sua amicizia con Mario Roatta e allo svolgimento di un processo "farsa", che contesta.
- copia della lettera di Italo Robino a «Paese sera», del 25 gen. 1965, dove afferma che la querela «non è né deve essere intesa come un atto politico»;
- copia della lettera di Italo Robino al presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, del 3 mar. 1965, dove illustra tutta la vicenda e espone l'auspicio che un atto a «garanzia di giustizia e libertà emani dal Quirinale», rivendicando il diritto «all'impunità morale» per un magistrato che ha servito il Paese;
- copia dell'ordinanza del Tribunale di Varese, del 30 giu. 1965 (presente anche nei verbali dell'udienza), per l'acquisizione degli atti della Commissione d'inchiesta per la mancata difesa di Roma;
- copia della lettera del Ministero della difesa al Tribunale, del 19 lug. 1965, con cui si inviano gli atti e gli indici, uno analitico e uno sommario, dei centonovanta fascicoli;
- verbale di remissione di querela, originale, del 18 ott. 1965.