Lazio'900
Istituto medico pedagogico Sante De Sanctis, Roma
Fondo

Metadati

Tipologia
Fondo
Data
Data:
1933 - 1975
Consistenza
Consistenza (testo libero):
regg. 60, fascc. 593, schedario 1 (per un totale di 7 metri lineari)
Storia istituzionale/Biografia
Con deliberazione del 20 dicembre 1929, il regio commissario straordinario della Provincia di Roma delibera di intitolare al principe di Piemonte un reparto aperto per l'assistenza e la rieducazione dei fanciulli deficienti presso l'Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà di Roma.
La delibera trova effettiva attuazione il 21 aprile 1933, quando sotto la spinta di Augusto Giannelli, direttore dell'ospedale psichiatrico, viene istituito un reparto infantile presso il padiglione XC; inaugurato dal preside della Provincia Piero Colonna, all'interno del manicomio allo scopo di accogliere i fanciulli anormali residenti a Roma e provincia (non sono previsti ricoveri di fanciulli residenti in altre province). Primario del reparto viene nominato il dottor Carlo De Sanctis.
Il reparto, che accoglie i fanciulli di entrambi i sessi dai sei ai quattordici anni di età, considerati "deficienti", epilettici e "neuropatici o psicopatici minori", rappresenta anche un centro di osservazione per gli studi sulla neuropsichiatria infantile.
Negli anni '30 risultano quindi operanti, all'interno dell'ospedale psichiatrico S. Maria della Pietà, due reparti: uno per "anormali psichici recuperabili" (Istituto principe di Piemonte) e uno per "frenastenici non recuperabili" (padiglione VIII).
Ai fini del ricovero occorreva presentare, ai sensi del regolamento di attuazione della Legge 14 febbraio 1904 n. 36 , un certificato medico comprovante la malattia mentale e la pericolosità, e l'ordinanza di ricovero provvisorio rilasciata dall'autorità giudiziaria, dall'autorità di pubblica sicurezza o dal sindaco del Comune di residenza del paziente.
L'istituto era dunque preposto al ricovero di minori di 14 anni recuperabili; al compimento del quattordicesimo anno di età i fanciulli tornavano al proprio domicilio o venivano ricoverati in altre strutture, oppure, per i bambini con problemi psichiatrici, si prevedeva il ricovero presso un padiglione del Santa Maria della Pietà.
I pazienti erano divisi all'interno del padiglione in tre sezioni: la prima per la cura e l'educazione per i "fanciulli neuropsicopatici e frenastenici minori", la seconda per la cura e il lavoro per "anormali instabili e giovani epilettici" e la terza per l'assistenza dei "frenastenici e dei dementi".
Per ciascun ricoverato era previsto lo studio completo dal punto di vista clinico e psico-fisiologico, l'assistenza medica e la terapia, l'insegnamento primario con la didattica speciale e l'avviamento al lavoro.
La permanenza all'interno dell'istituto comportava, oltre a una serie di misure sanitarie volte al miglioramento e al recupero del disagio mentale, anche un percorso scolastico che portava il bambino ricoverato a conseguire la licenza elementare (cfr. le serie Registri di classe e Registri degli esami). I bambini sostenevano gli esami di 5° elementare presso scuole situate all'esterno poiché l'istituto scolastico interno era privato.
Oltre all'istruzione erano previste attività educative e riabilitative. A partire dagli anni '50 l'istituto inizia a organizzare dei soggiorni presso le colonie estive.
Durante il periodo della Seconda guerra mondiale i bambini dell'istituto vengono trasferiti, a causa degli eventi bellici, in parte all'Istituto regina Elena per encefalitici e in parte al padiglione XXI dell'ospedale psichiatrico. Alla fine della guerra, tra il 12 e il 13 settembre 1945 i bambini vengono fatti rientrare al reparto principe di Piemonte del Santa Maria della Pietà.
Con deliberazione della Deputazione provinciale di Roma del 28 febbraio 1947, si da un nuovo nome all'istituto denominandolo Istituto medico pedagogico Sante de Sanctis. Oltre alla nuova denominazione si hanno anche decisivi cambiamenti istituzionali: l'istituto assume piena autonomia rispetto al Santa Maria della Pietà; dal punto di vista giuridico i bambini vengono accolti "senza ordinanza", cioè senza le formalità della legge manicomiale del 1904. Per quanto riguarda la gestione pratica dell'istituto ci si continua ad avvalere delle strutture del Santa Maria della Pietà, in particolare per quanto riguarda gli aspetti logistici e sanitari. Il direttore dell'Istituto, secondo lo statuto, è medico primario e vicedirettore del S. Maria della Pietà.
A partire dal 1953 l'istituto inizia ad accogliere anche alcuni bambini "in esternato", ovvero bambini "deficienti" accompagnati quotidianamente in istituto dalle famiglie per frequentare la scuola e i laboratori di addestramento al lavoro (falegnameria, vimini, ecc.). Le modalità di accettazione dei bambini in esternato sono le stesse dei bambini in internato.
A partire dal 1952 l'insegnamento, svolto fino a quel momento dalle suore della Congregazione delle sorelle dei poveri di Santa Caterina da Siena, subisce un processo di laicizzazione, vengono assunte delle insegnanti laiche esterne. Nel 1958 il personale infermieristico dell'istituto viene sostituito da puericultrici provenienti dall'Istituto provinciale per l'assistenza all'infanzia (Ipai).
Nel 1962 viene realizzato un ingresso indipendente per l'istituto, che lo rende autonomo, anche dal punto di vista logistico, dal Santa Maria della Pietà.
Il 15 luglio 1970 viene nominata direttrice dell'istituto Margherita Puccinelli, che succede a Carlo De Sanctis.
Nel 1972 Alberto Giordano, primario dell'VIII padiglione dell'ospedale psichiatrico, scrivendo un promemoria per l'Assessore provinciale alla pubblica assistenza, propone la soppressione del padiglione e l'unificazione dell'assistenza pediatrica al Sante De Sanctis. La proposta non ebbe poi attuazione, in quanto il trasferimento avrebbe comportato l'affidamento dei bambini con disturbi psichiatrici alle puericultrici, dunque a personale non sanitario.
Nel corso dell'estate del '72 si delineano le premesse per l'abolizione dell'VIII padiglione e dei ricoveri in ospedale psichiatrico dei minori di quattordici anni. Si favorisce il decentramento dei servizi psicopedagogici nell'istituto Sante De Sanctis, attraverso una ristrutturazione che prevede lo sganciamento dell'istituto dalla gestione manicomiale con una progressiva apertura all'esterno.
Di fatto, determinante è stata l'emanazione della legge 118 del 30 marzo 1971 che obbliga all'inserimento degli allievi con disabilità lieve nelle classi comuni della scuola dell'obbligo (art. 28). Pertanto il 1972 risulta essere l'ultimo anno scolastico attivo all'interno dell'istituto.
L'istituto risulta funzionante fino all'ottobre del 1973. Non è stata rinvenuta alcuna documentazione riguardante la formale chiusura dell'istituto. Sia i bambini dell'VIII padiglione sia i bambini dell'istituto, che per diversi motivi non trovano accoglienza presso la famiglia d'origine, vengono inviati in altri istituti a Igea Marina, Montefiascone, Perugia e Civitavecchia.
Le classi differenziali per gli alunni svantaggiati vengono definitivamente abolite dalla legge 517/1977, consentendo a tutti gli alunni in situazione di handicap di accedere alle scuole elementari con il supporto di insegnanti di sostegno specializzati.
A partire dalla fine degli anni '70 il padiglione XC ospita l'asilo nido per i figli dei dipendenti del Santa Maria della Pietà, gli uffici amministrativi dell'ospedale psichiatrico II e la II cattedra di clinica psichiatrica dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza". Attualmente è sede di uffici dell'Ospedale S. Filippo Neri.
Storia archivistica
L'archivio, rinvenuto in stato di ordine, è stato oggetto di attività di identificazione delle serie e di ordinamento sommario nel 2010 da parte di Marzia Azzolini e Nicola Pastina per Memoria srl, con la collaborazione di Vera Fusco, nel 2011 è stato oggetto (da parte degli stessi) di operazioni di schedatura analitica e riordinamento.
Il lavoro è stato reso agevole dalla disponibilità del personale del Centro studi e ricerche diretto dal dott. Pompeo Martelli.
Non è stato effettuato alcuno scarto della documentazione.
Contenuto
La parte nettamente più cospicua dell'archivio è costituita dalle cartelle cliniche, rinvenute nel loro ordine originale. Le serie restanti, anch'esse rinvenute piuttosto in ordine, rivelano diverse lacune. In particolare la serie Atti e corrispondenza appare fortemente lacunosa.
Unità di conservazione
Unità di conservazione:
buste
Numero / i:
1-41

Relazioni

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