Documento | [1793]"Jean-Paul Marat / Garnerey pinx.t; P.M. Alix sculp.t"Fondazione Lelio e Lisli Basso - Issoco
"L'Affreux réveil Manuscritautographe de Jean Paul Marat / Collection de M. Victorien Sardou de l'Académie Française"
Sottofascicolo
Metadati
- Tipologia
- Volume
- Data
- Data:
- 1790-1846
- Consistenza
- Tipologia:
- documento/i
- Quantità:
- 18
- Storia istituzionale/Biografia
- Giancarlo Pajetta nacque a Torino il 24 giugno del 1911 da Carlo, avvocato, e da Elvira Berrini, maestra elementare. Intraprese l'attività politica giovanissimo e a 16 anni, studente liceale venne espulso da tutte le scuole del regno e denunciato al Tribunale speciale. Nel 1928 fu condannato a due anni di reclusione per appartenenza al Partito comunista e propaganda, pena che scontò nelle carceri di Torino, Roma e Forlì. Uscito dal carcere, riprese l'attività illegale che gli costò un'ulteriore denuncia al Tribunale speciale, in stato di latitanza, poiché nel 1931 era espatriato clandestinamente in Francia, assumendo lo pseudonimo di "Nullo". Investito di importanti responsabilità come rappresentante della Federazione giovanile comunista italiana, e rappresentante nell'organizzazione comunista internazionale, direttore di «Avanguardia», in quel periodo svolse diverse missioni clandestine in Italia, fino a quando, il 17 febbraio del 1933, venne arrestato in Emilia Romagna. Un anno dopo il Tribunale speciale lo condannò a 21 anni di carcere; dei quali ne scontò 11 a Civitavecchia e a Sulmona per essere scarcerato il 23 agosto del 1943, dopo la caduta del fascismo.
Con l'8 settembre e la guerra partigiana (nella quale cadde suo fratello Gaspare), divenne capo di stato maggiore (di fatto vice comandante generale) delle brigate Garibaldi e membro del comando generale del Corpo volontari della libertà, operando con gli pseudonimi di Luca, Mare e Nullo. Nel novembre del '44 partito con F. Parri, A. Pizzoni e E. Sogno per il Sud d'Italia in rappresentanza del Clnai, per trattare con gli alleati e con il governo Bonomi l'accordo politico-militare che avrebbe portato al riconoscimento delle formazioni partigiane come formazioni regolari e all'attribuzione delle funzioni di governo al Clnai. Dopo la Liberazione assunse la direzione dell'edizione milanese dell'«Unità» e fu segretario della federazione comunista di Milano. Nel clima di forte tensione politica e sociali che si accompagnò alla rottura delle forze antifasciste, fu protagonista nel 1947 dell'occupazione della prefettura di Milano.
Nel 1945 venne nominato alla Consulta e nel 1946 eletto all'Assemblea costituente, nel 1948 alla Camera dei deputati, dove fu riconfermato dodici volte. Nello stesso anno entrò a far parte della segreteria nazionale del partito di cui sarà membro fino al 1986, anno in cui assunse la presidenza della commissione di garanzia del partito. In questi anni fu anche responsabile esteri del Pci ed ebbe modo di crearsi una fitta rete di conoscenze e di contatti con tutto il mondo sovietico. Dal 1984 fu anche parlamentare europeo. Nella fase della discussione sulla nuova formazione politica che scaturirà all'interno del partito, costituì con P. Ingrao, A. Natta, A. Cossutta e A. Tortorella il cosiddetto «fronte del NO» che si opponeva al cambiamento del nome e del simbolo del Pci.
Morì a Roma il 12 settembre del 1990.
- Storia archivistica
- Le carte di Giancarlo Pajetta sono state depositate presso la Fondazione Gramsci nel 1996. Il fondo risulta composto di due parti distinte per tipologia e provenienza: la corrispondenza dal carcere (1927-1939) e le carte di lavoro (1958-1990). La prima parte, della cui esistenza gli stessi familiari erano all'oscuro, é stato conservato per anni presso l'abitazione di Elvira Berrini Pajetta, madre di Giancarlo, e consegnato ai responsabili dell'archivio del Pci dallo stesso Pajetta dopo la morte della madre. Nel 1996 i responsabili dell'ufficio archivio del Pci depositarono queste carte presso la Fondazione Gramsci. La seconda parte, costituita da documenti prodotti e acquisiti nello svolgimento del lavoro, rappresenta di fatto l'archivio di lavoro di Pajetta ed era a sua volta suddivisa in due sezioni cronologiche, 1968-1969 e 1970-1990. Nei mesi successivi alla morte del dirigente comunista, l'ufficio fu smobilitato e le carte trasferite negli archivi del Pci dove, verosimilmente, non furono sottoposte a ordinamento.
L'archivio è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Sovrintendenza archivistica del Lazio in data 9 ott. 1995.
- Contenuto
- Sulla prima pagina estratto con nota biografica di Jean Paul Marat, con indicazione mss. "Original manuscript of".
- Strumenti di ricerca
- L'inventario è a cura di Daniela Boni e Maria Antonietta Serci.
- Criteri di ordinamento
- L'ordinamento attuale del fondo rispecchia abbastanza fedelmente l'organizzazione originaria delle carte ed è quindi articolata in 3 sezioni cronologiche.
- Descrizione estrinseca
- Volume rilegato, con incisioni in oro con vignette rivoluzionarie; sul dorso "Marat MSS" e vignette rivoluzionarie. Sul verso della copertina marchio del rilegatore Mella e vignetta rivoluzionaria.
- Numerazione
- Numero:
- 30
- Bibliografia
- G. C. Pajetta, Camicia nera non la vogliamo più, (Nullo), s.l., Fgci, 1932;
ID, Come si lotta contro la provocazione, (Nullo), s.l., Fgci, 1932;
ID-G. Chiaromonte, I comunisti e i contadini, Roma, Editori Riuniti, 1970;
ID, Dalla liberazione alla repubblica. Le scelte del PCI fino al passaggio all'opposizione, s.l., Istituto Gramsci, [1971];
ID, Analisi del fascismo e antifascismo in Togliatti, s.l. [Roma], 1973;
ID, Le crisi che ho vissuto. Budapest, Praga, Varsavia, Roma, Editori Riuniti, 1982;
ID, Il ragazzo rosso, Milano, Mondatori, 1983;
ID, Il ragazzo rosso va alla guerra, Milano, Mondatori, 1986.
- Note
- L'ordine dei documenti corrisponde alle pagine del volume.
Relazioni
Soggetto produttoreFondazione Lelio e Lisli Basso Onlus
Fondo di appartenenzaRivoluzione francese
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