La querela trae origine da un passo del volume (p. 418) che attribuisce a Vittorio Gorresio, nel 1962 commentatore politico de «La Stampa», un articolo di tono razzista pubblicato su «Il Lavoro fascista» del 21 ott. 1942. L'articolo, in realtà, è firmato da Vittorio Guerriero.
Ruggero Zangrandi, nella lettera del 19 mag., dà atto a Vittorio Gorresio dell'equivoco e informa che adeguata rettifica sarà pubblicata su «Paese sera» del 23 mag. (è presente nel fascicolo il relativo ritaglio stampa). Nonostante le scuse di Ruggero Zangrandi, il 25 mag. Vittorio Gorresio chiede il sequestro giudiziario del libro, ritenendo che l'articolo pubblicato su «Paese sera» e la lettera privata, non siano sufficienti a diffondere capillarmente l'informazione circa la falsità della notizia pubblicata e ad avvertire tutti i futuri lettori.
La controversia sarà risolta dall'Atto di conciliazione tra Vittorio Gorresio, Ruggero Zangrandi e l'editore Feltrinelli, del 21 giu. (è presente in originale nel fascicolo), che stabilisce che in tutte le copie ancora non vendute del volume sarà inserito il relativo errata corrige, che questo verrà consegnato anche alle biblioteche e ai librai per distribuirlo ai passati acquirenti, che la successiva edizione riporterà la rettifica alla notizia e che sarà dato ampio rilievo sulla stampa, mediante un testo concordato (presente nel fascicolo), dell'avvenuta composizione.
Sono presenti nel fascicolo:
- la lettera di Vittorio Gorresio a «La Stampa», del 26 mag., nella quale sono spiegati i motivi della querela;
- lo scritto "Per Gambetti", s.d., con correzioni, dal titolo "Una precisazione di Zangrandi", nella quale è ripercorsa la vicenda;
- ritagli stampa sull'esito della controversia;
- appunti sull'attività svolta da Vittorio Gorresio durante il fascismo e degli articoli pubblicati nel periodo.