Contiene il telegramma dell'editore Feltrinelli a Ruggero Zangrandi, che gli comunica l'esclusione dal concorso. Nel mese di luglio, quando la giuria si è già riunita per stabilire il vincitore, Ruggero Zangrandi scrive una dura lettera a Leonida Repaci, segretario del Premio, nella quale sottolinea la favorevole accoglienza riservata dal pubblico al volume e le statistiche di vendita, molto positive. Avanza inoltre l'ipotesi che la sua esclusione sia stata determinata dai «molti nemici» dell'opera, che non credeva potessero condizionare così tanto la giuria. Ribadisce infine che avrebbe ritenuto giusto ammettere il suo libro al concorso.
Leonida Repaci risponde a Ruggero Zangrandi, affermando che i motivi dell'esclusione dalla partecipazione al Premio, vanno ricercati esclusivamente nell'assenza dello stile letterario necessario per concorrere.
Ruggero Zangrandi si scusa con Leonida Repaci per il tono della prima lettera, affermando di accettare le motivazioni della giuria, ma, ritenendo che il pubblico non abbia compreso le cause dell'esclusione, sottolinea che sarebbe stato utile motivarla pubblicamente.