Consiglio nazionale della Democrazia cristiana
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- Tipologia
- Sottoserie
- Data
- Data:
- 16/4/1956 - [27/10/1992]
- Consistenza
- Consistenza (testo libero):
- fascc. 100
- Storia istituzionale/Biografia
- Organo centrale del partito, il Consiglio Nazionale si riunì per la prima volta nel 1944, anno di fondazione ufficiale della Dc.
In occasione del Congresso che ebbe luogo a Napoli il 29 e il 30 luglio del 1944 furono nominati per la prima volta i membri degli organi centrali e, far essi, anche quelli del I Consiglio Nazionale, riunitosi poi per la prima volta i 31 luglio 1944. L'organizzazione del Consiglio subì negli anni successivi elaborazioni riguardanti per lo più il numero dei membri e i sistemi elettorali, in uno sforzo continuo di adeguamento alle esigenze dei tempi e alle spinte interne dei diversi gruppi e correnti del partito.
La prima formazione del Consiglio avvenne, in via straordianaria secondo le disposizioni transitorie approvate nel corso del Congresso di Napoli, con l'inclusione di 16 membri elettivi, cinque rappresentanti di ex-deputati del periodo pre-fascista e sette esponenti di organizzazioni professionali economiche e culturali; successivamente furono seguite le norme stabilite nella prima formulazione ufficiale dello statuto, risalente al 1947.
Il Consiglio Nazionale è un organo che compare fin dalle prime fasi di vita del partito, ma le sue funzioni saranno via via definite nel corso delle successive modifiche dello statuto che incideranno sui suoi compiti e sulla sua composizione. Infatti gia con il primo Consiglio nazionale del 1946, il numero dei consiglieri fu modificato con l'abolizione delle rappresentanze di tipo corporativo, che avevano inizialmente caratterizzato l'organo, e l'innalzamento del loro numero a 60 membri.
Il II Congresso intervenne nuovamente, questa volta per ridurne il numero a 50 membri e fissarne la composizione, con riferimento ai membri eletti direttamente dal Congresso, in 13 parlamentari, 13 non parlamentari e 18 rappresentanti regionali. Questa innovazione nasceva dalla necessità di riequilibrare in seno al Consiglio il rapporto di forze fra membri parlamentari e rappresentanti del partito e della base, in modo da accentuare il peso di questi ultimi.
Con il III Congresso, nel 1949, l'assemblea aumentava a 59 membri eletti dal Congresso così ripartiti: 21 parlamentari, 21 non parlamentari e 17 rappresentanti regionali.
In occasione del V Congresso nazionale il Consiglio non subì ulteriori rimaneggiamenti, ma la svolta rappresentata dal cambio della guardia a capo della segreteria politica da Alcide De Gasperi a Amintore Fanfani ebbe i suoi riflessi anche su di esso. La nuova classe dirigente affermatasi in quella occasione si oppose all'introduzione del sistema proporzionale nell'elezione degli organi centrali e diede il via a nuovi indirizzi politici che dovevano in qualche modo sminuire il peso del Consiglio(1).
Altri interventi relativi alla composizione risalgono al VI Congresso di Trento del 1956, allorché si assistette all'aumento dei consiglieri eletti a 81 e all'immissione di nuovi membri di diritto; al VII Congresso fu stabilito un nuovo aumento dei membri a 108. Un aumento consistente del numero dei consiglieri fu poi introdotto con l'art. 72 dello Statuto del 1958 che innalzava il numero a 120, per passare poi a 180 con l'art. 68 dello Statuto modificato nel 1962. Da allora fino allo scioglimento ufficiale del partito nel 1994, il numero rimase pressoché invariato aggirandosi attorno ai 200 membri.
Nella prima stesura dello Statuto del 1947, cui si è già fatto riferimento, furono delineati, fra l'altro, i compiti del Consiglio nazionale che fu definito "organo deliberativo ordinario del Partito", in via subordinata però al Congresso ed entro la linea da esso fissata. E' stato giustamente notato che in realtà i maggiori poteri deliberativi fossero in capo al Consiglio stesso, e ciò sia per la maggiore frequenza delle adunanze, visto che il Congresso si teneva ogni due anni ed il Consiglio "almeno una volta ogni tre mesi", che per il carattere ristretto dell'organo (2). I suoi compiti erano poi individuati nella convocazione del Congresso, nella elezione del Segretario politico e del Segretario amministrativo, del Presidente del Consiglio nazionale, dei membri della Direzione nazionale e del Direttore del quotidiano "Il Popolo".
Il Consiglio doveva inoltre provvedere all'esame e alla discussione dei risultati delle elezioni politiche, a disciplinare le norme per la scelta dei candidati da proporre per le assemblee legislative e discutere le conseguenze politiche scaturite dalle eventuali crisi di governo. Altre sue importanti attribuzioni erano: l'elezione del Collegio dei probiviri e l'esame dei ricorsi avverso le decisioni di questo; la convocazione del Congresso con il relativo ordine del giorno; l'approvazione dei regolamenti dei Gruppi parlamentari e dei movimenti femminile, giovanile, dei reduci di guerra, dei "Gruppi di azienda e categoria" e del "Centro sportivo Libertas".
Fino al 1975 il Consiglio nazionale ebbe anche il compito di eleggere il Segretario politico, incarico che poi, con l'art. 86 dello Statuto del 1976, passò al Congresso.
Il Consiglio nazionale era tenuto a riunirsi almeno una volta ogni tre mesi, e doveva indire una seduta entro 20 giorni dalla fine di ogni Congresso ed entro 15 giorni dai risultati elettorali ufficiali.
- Numerazione
- Numero:
- 2
Relazioni
Fondo di appartenenzaConsiglio nazionale della Democrazia cristiana
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