Gli scritti di Myrtia sono rinvenuti spesso in uno stato disomogeneo e senza un ordinamento logico che tenga traccia in maniera puntale della sua attività da scrittrice. Pertanto la maggior parte delle carte è stata conservata in documenti sciolti e solo in pochi casi vi è stato riscontrato un accorpamento in fascicoli con indicazioni molto sommarie dell'argomento trattato. Inoltre sono presenti alcuni scritti di terzi, tra cui quelli del padre Franco, utilizzati come materiale di lavoro e spunti di ispirazione creativa.  Di frequente, Myrtia riciclava gli scritti del padre e di autori vari come fogli di bozza o come supporto per gli appunti. 
Le principali tipologie riscontrate nell'ambito della serie sono: Articoli in periodici, Bozze di racconti e romanzi, Pièces teatrali, Poesie e appunti autobiografici.

 

La serie illustra gli scritti di Myrtia creati durante la sua attività di scrittrice nell'ambito dell'arte e della letteratura. 
A tratti parrebbe che ricalchi la carriera del padre, nell'intento quasi di emularlo.
Parte dei suoi scritti riguarda l'attività come giornalista tra gli anni'70-80, presso varie riviste e testate giornalistiche, firmandosi con diversi pseudonimi (Teresa Signorini, Giulia Pupilli, Franca Marinari) o tramite le sue iniziali, mai svelando così la propria identità.
Il restante invece delle carte rinvenute è costituita da bozze di racconti brevi, novelle e romanzi, la maggior parte senza le indicazioni delle date. Si presume che tali scritti non siano stati mai pubblicati.
Inoltre è interessante notare la quantità di appunti manoscritti annotati su qualsiasi pezzo di carta, da documenti del padre o ritagli di giornale, copertine di pubblicazioni e vecchi calendari.