Pietro Ingrao
Fondo
Metadati
- Tipologia
- Fondo
- Data
- Data:
- 1930-2019
- Consistenza
- Tipologia:
- busta/e
- Quantità:
- 180
- Storia istituzionale/Biografia
- Pietro Ingrao nasce a Lenola, oggi in provincia di Latina, il 30 marzo 1915. Lascia il piccolo paesino della Ciociaria, per frequentare il liceo classico Vitruvio di Formia, dove incontra personalità intellettuali vivaci e stimolanti come Pilo Albertelli e Gioacchino Gesmundo, entrambi caduti alle Fosse Ardeatine, che esercitano una significativa influenza sul percorso culturale e storico del giovane Ingrao. Frequenta l'università di Roma, dove si laurea in giurisprudenza e poi in lettere e filosofia. Nonostante la tradizione antifascista della famiglia, si iscrive al Gruppo universitario fascista e partecipa con successo ai Littoriali della cultura, classificandosi al terzo posto nel concorso di composizione poetica. In quegli stessi anni frequenta il Centro sperimentale cinematografico come allievo regista. Il conflitto civile spagnolo e l'alleanza di Mussolini con la Germania di Hitler, culminata nel Patto d'acciaio, allontanano Ingrao dal fascismo. Il distacco culturale e politico dal regime avviene anche grazie all'incontro con intellettuali e studiosi, impegnati in una vasta attività nel mondo culturale romano di quegli anni, i quali attraverso la letteratura, la critica letteraria, le diverse espressioni dell'arte, si impegnano a contrastare i miti imperanti del regime e trasformano il proprio dissenso in una scelta di vita permanente.
Nel gruppo di amici che alla fine degli anni ‘30 dà vita all'organizzazione comunista romana, tra i quali figurano Giorgio Amendola, Paolo Bufalini, Aldo Natoli e Lucio Lombardo Radice, sarà l'influenza e la personalità di Antonio Amendola ad accelerare la maturazione della scelta politica di Ingrao, che aderisce al Partito comunista clandestino.
Ricercato dalla polizia fascista e denunciato al Tribunale speciale come uno dei dirigenti comunisti romani, viene inviato a lavorare all'organizzazione clandestina del PCI in Calabria. Nel 1943 collabora alla redazione di Milano dell'Unità ancora clandestina e il 26 luglio organizza con Elio Vittorini il grande comizio di Porta Venezia. Si trasferisce alla redazione di Roma e dopo l'8 settembre partecipa alla Resistenza a Roma e a Milano. Subito dopo la Liberazione diventa capocronista a L'Unità per decisione del segretario del partito Palmiro Togliatti, che apprezza un editoriale scritto da Ingrao e lo sottrae al lavoro organizzativo nella federazione romana.
Nel 1948 è eletto alla Camera dei deputati, di cui sarà membro continuativamente dalla I alla X legislatura, quando decide di non ricandidarsi più alle elezioni. Nel 1947 è chiamato a dirigere l'organo di informazione del Partito comunista, carica che mantiene per circa dieci anni, fino al 1957. Parallelamente ricopre ruoli di livello crescente nel partito: nel 1954 è eletto nella direzione del PCI e due anni dopo entra a far parte della segreteria, da cui uscirà dieci anni più tardi. A seguito della morte di Togliatti, nell'agosto del 1964, diventa presidente del gruppo parlamentare comunista, incarico che mantiene anche nella V legislatura. In occasione dell'XI congresso del PCI, nel 1966, si oppone alla linea indicata da Giorgio Amendola e appoggiata dal segretario Luigi Longo, rivendicando innanzitutto il diritto al dissenso. Sostiene infatti che le contraddizioni all'interno dell'alleanza tra democristiani e socialisti evidenziano la necessità per il partito della classe operaia di sconfiggere il centro-sinistra e di proporre un modello alternativo di sviluppo economico e sociale del Paese, cercando tuttavia il sostegno e la collaborazione di quelle forze socialiste o cattoliche interessate a forme più concrete di giustizia sociale. Il congresso si conclude con la vittoria della linea di Amendola. Ingrao accetta la sconfitta e, pur non rinunciando a portare avanti un punto di vista spesso minoritario, farà sempre prevalere l'esigenza di salvaguardare l'unità del partito. Dopo essere stato riconfermato alla Camera alle elezioni del 1972, partecipa al XIII congresso del PCI e viene nominato responsabile del Coordinamento regionale della direzione del partito.
All'indomani della significativa affermazione del Partito comunista nelle elezioni politiche del 1976, Ingrao è candidato alla Presidenza della Camera. Nella prima seduta della VII legislatura, il 5 luglio 1976, è eletto Presidente, primo esponente comunista ad assumere la terza carica dello Stato.
Immediatamente dopo l'elezione Ingrao avvia diversi tentativi per promuovere una più stretta collaborazione tra i due rami del Parlamento e tra le Camere e il Governo, al fine di evitare l'allungamento eccessivo dei tempi della decisione parlamentare. Si preoccupa inoltre di stabilire un collegamento tra il Parlamento e la rete delle assemblee elettive regionali. Questi sforzi saranno, tuttavia, frenati dalla tensione crescente nel Paese causata dalla catena di attentati terroristici che fa da sfondo a tutta la legislatura, primo fra tutti il sequestro e l'assassinio di Aldo Moro.
Terminata anticipatamente la VII legislatura e rieletto alla Camera nel 1979, Ingrao rifiuta la proposta di continuare a dirigere l'Assemblea di Montecitorio ed entra a far parte della Commissione affari costituzionali. Torna nello stesso tempo a dirigere il Centro di studi e iniziative per la riforma dello Stato del PCI.
La morte improvvisa di Berlinguer nel 1984, la sconfitta del PCI al referendum sulla scala mobile nel 1985 e la crisi del movimento operaio e del modello socialista sovietico scuotono profondamente il secondo partito italiano, nel quale si apre una lunga stagione di discussione, prima sotto la guida del segretario Alessandro Natta e poi del suo successore Achille Occhetto, che dura fino alla caduta del muro di Berlino il 9 novembre 1989. Solo qualche giorno dopo Occhetto annuncia a Bologna il mutamento di prospettiva del partito e persino la possibilità di cambiarne il nome. Si apre una fase costituente, nella quale Ingrao figura tra i massimi oppositori alla soluzione proposta dal segretario e ad ogni ipotesi di scissione. Aderisce comunque al Partito democratico della sinistra (PDS), erede e continuatore del PCI, e coordina l'area dei Comunisti democratici fino al 15 maggio 1993, quando annuncia l'addio al PDS.
In seguito è tra gli indipendenti vicini al Partito della rifondazione comunista, organizzazione alla quale aderisce formalmente il 3 marzo 2005. Nel marzo 2010 opta per Sinistra Ecologia e Libertà. Il 30 marzo 2010, in occasione del suo novantacinquesimo compleanno, la Camera dei deputati ha organizzato una cerimonia in onore di Pietro Ingrao, che vive a Roma, dove continua la sua attività di pubblicista.
Muore il 27 settembre del 2015.
- Storia archivistica
- Le carte dell’archivio Ingrao iniziano ad essere ordinate e conservate a partire dagli anni ’70 a seguito della nomina di Ingrao alla presidenza della Camera nel 1976. La documentazione precedente si confonde e, forse, si disperde tra le carte della famiglia a Lenola o viene immagazzinata in maniera eterogenea nella cantina della casa di via Balzani a Roma. E’ certo che nella casa patronale di Lenola vi fossero documenti risalenti al 1870 c.a. e relativi alle vicende del nonno di Pietro, Francesco, un mazziniano di origine agrigentina che morirà intorno agli anni ’20 e di cui lo stesso Ingrao studierà per passione le carte.
Con l’elezione a presidente della Camera, nel 1976, Ingrao si dota di una sua segreteria di cui fa parte, inizialmente Licia, sua prima segretaria e dipendente del partito comunista. Ad ella verrà affidato il compito di recuperare la documentazione di via Balzani, prima che la casa venga venduta.
Durante la presidenza, Ingrao stesso indica alla sua segreteria quali documenti tenere e quali scartare: i primi risultano contrassegnati dall'indicazione scritta a mano “atti”. In questo periodo non è chiaro se Licia collaborasse ancora con Ingrao. E’ certo, invece, che ad affiancarlo vi fosse un’altra impiegata di partito, Renata Rizzo, ed uno dei funzionari della Camera, Umberto Coldagelli.
Quando Ingrao lascia la Camera e decide di dedicarsi completamente al Centro per la Riforma dello Stato, intorno agli anni ’80, dà disposizioni a Licia e a Renata Rizzo di raccogliere, ordinare e conservare la sua documentazione. Tra le varie figure coinvolte allora nella gestione dei documenti privati e istituzionali di Ingrao, vi è Renato Cotturri, giurista e poi direttore del Centro, persona accuratissima e precisa a cui si deve la formazione dell’archivio del CRS. All’epoca, subentra una quarta persona, Daniela Socrate, segretaria di redazione della rivista «Democrazia e Diritto».
Dopo il CRS, Ingrao, che non volle avvalersi del diritto all'usufrutto delle stanze del Parlamento, spettante ad ogni presidente della Camera alla cessazione del mandato, trasferisce la segreteria in casa propria a Lenola. Ne facevano parte al tempo dei giovani studiosi, tra cui, la più assidua è stata Silvia Sgaravatti che ha avuto un contatto continuativo con Ingrao tra la fine degli anni ’90 e nei primi anni del 2000.
Parte della documentazione di Ingrao è confluita tra le carte della moglie Laura Lombardo-Radice e della sua famiglia: nel libro pubblicato da Chiara Ingrao, Soltanto una vita, che attinge all’archivio familiare della madre, oggi conservato presso "Archivia - Archivi, Biblioteche, Centri di documentazione delle donne", si citano vari documenti di Ingrao, di cui è difficile individuare la provenienza e il percorso. Nell'ultima edizione dello stesso libro, in appendice, Chiara Ingrao aggiunge delle lettere che il padre scrisse alla madre negli anni ‘40.
Alla morte di Ingrao, Giovanna Giorgini, figlia di Celeste Ingrao, in vista della vendita della casa patronale di Lenola, raccoglie in buste non ordinate quel che resta della documentazione del nonno conservata in cantina, per poi affidarla ad Alberto Olivetti.
Da quest’ultimo intervento di recupero emergono, tra le altre cose, poesie dattiloscritte da Ingrao tra il 2005 e il 2008 e fogli di protocollo scritti fittamente a matita e quasi indecifrabili con analisi di autori e tematiche varie di ambito letterario.
Dal 2022 la Fondazione Basso gestisce il fondo in comodato d'uso.
- Modalità di acquisizione
- Il primo nucleo documentale è stato donato al Centro per la Riforma dello Stato da Pietro Ingrao, con atto notarile del 7 marzo 2005, e dichiarato dalla Soprintendenza archivistica del Lazio di interesse storico particolarmente importante con decreto del 24 marzo 2005; nel 2015, all'indomani della morte del politico, il 'nucleo familiare' è stato donato dalla famiglia a integrazione del primo.
- Contenuto
- L’archivio raccoglie documentazione di diversa tipologia e natura, sia per contenuto, sia per supporto (fotografie, targhe, medaglie onorifiche, riconoscimenti ed un discreto numero di audiovisivi VHS e CD). Nelle carte vi è infatti una naturale mescolanza di documentazione di carattere personale, strettamente privata, e istituzionale, politica e culturale, legata alle tematiche più varie, dalla poesia alle più importanti vicende politiche del Novecento.
Corrispondenza con personalità della politica, delle istituzioni, della cultura, militanti politici e semplici cittadini; scritti, interviste e interventi di Ingrao, articoli, testi di varia natura e saggi in bozza e nelle varie fasi di elaborazione; documentazione raccolta e ricevuta da Ingrao su argomenti che spaziano dalle questioni politiche e sociali, a tutte le espressioni artistiche, soprattutto cinema e poesia, alla religione, alla scuola, alle grandi riforme del paese.
- Criteri di ordinamento
- Gli interventi di schedatura (precedenti al 2022) sono stati tre: il primo a cura di Lorenzo Benadusi e Giovanni Cerchia (cfr. L'archivio di Pietro Ingrao. Guida alle carte del Centro studi e iniziative per la riforma dello stato, Ediesse 2006); il secondo delle archiviste Elisa Del Brocco e Francesca Sirianni e che riguardò solo la sezione 'A' della corrispondenza (alle quali si deve parte di questa introduzione); il terzo a cura dell'archivista Susanna Oreffice che ha interessato l'ultimo versamento. Infine al lavoro di informatizzazione e digitalizzazione ha partecipato anche l'archivista Eleonora De Longis e Simone Furzi.
Il lavoro di informatizzazione di tutti gli inventari e di digitalizzazione di alcune sottoserie della Corrispondenza, come parte integrante del progetto finanziato dall'Amministrazione archivistica, ha comportato l'unificazione fisica delle lettere che compongono la serie e della raccolta fotografica. Per quanto riguarda invece la documentazione relativa a "scritti, materiali e opere" di Ingrao si è preferito mantenere distinti i due momenti inventariali, al fine di agevolare quanti avessero già utilizzato l'inventario pubblicato.
Relativamente alla Sezione 4 - Raccolta fotografica, nel corso del 2023-2024 sono state digitalizzate, riviste e condizionate tutte le fotografie della Sezione, nell'ambito del progetto di Servizio Civile Universale "Biblioteche digitali" (da Silvia Benedetti e Irene Squillace nel 2023, da Anna Chessa e Yves Di Chiara nel 2023-2024). La schedatura archivistica è stata completata e rivista da Simona Luciani nell'ambito del progetto con contributo della Direzione generale archivi.
A seguito del condizionamento - realizzato tra luglio e novembre 2023 da Simona Luciani, grazie al contributo della Direzione Generale Archivi, per un progetto relativo al "Bando pubblico per la concessione di contributi a progetti riguardanti interventi da effettuarsi su archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori o di loro esponenti" (anno 2023); RUP: Sonja Moceri (Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio) - si è deciso di procedere alla fusione del I e II versamento, necessario per rendere più coerente e snellire la struttura archivistica, evitare duplicazioni relativamente alla Sezione relativa agli scritti di Ingrao e sulla Sezione definita dallo stesso soggetto produttore "Atti", con documentazione raccolta su argomenti di interesse. Il lavoro è attualmente in corso.
Si segnale che in fase di schedatura si renderà possibile recuperare la segnatura archivistica attribuita in precedenza.
- Struttura
- Le Sezioni che compongono l’archivio ancora in corso di schedatura sono le seguenti:
1 – “Corrispondenza”, raccolta epistolare con circa duemila fascicoli intestati ai singoli corrispondenti (42 buste, 1948-2014);
2 – “Scritti, interventi e materiali”, documenti e testi a stampa raccolti o scritti da Ingrao (116 buste, 1930-2017);
3 – “Opere monografiche e poesie”, testi letterari o poetici composti da Ingrao (12 buste, 1977-2007);
4 – “Raccolta fotografica”, con immagini che ritraggono la vita istituzionale, l’attività di partito , la vita privata e personale (10 buste, 1932-2008);
5 – Raccolta video [in corso di schedatura].
Si segnala che a partire dal 2024 le Sezioni 2 e 3 potranno subire delle modifiche.
- Incrementi previsti
- Schedatura analitica della raccolta fotografica; documentazione recentemente versato da Alberto Olivetti.
- Note
- Attualmente parte del Fondo Ingrao è in corso di ordinamento definitivo; pertanto la descrizione archivistica di alcune Sezione non è al momento disponibile on line.
Il fondo rimane comunque consultabile all'utenza.
Relazioni
Soggetto produttoreIngrao, Pietro
Soggetto conservatoreCentro per la riforma dello Stato - CRS
Fondo di appartenenzaPietro Ingrao
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