Lazio'900
A. A. Bogdanov a A. M. Gor'kij
Corrispondenza

Metadati

Tipologia
Lettera
Data
Data:
12/03/1910
Data topica
Data topica:
Ginevra
Deduzione:
Consistenza
Tipologia:
carta/e
Quantità:
2
Tipologia:
pagina/e
Quantità:
4
Contenuto
Caro compagno,
Vi comunico in breve le nostre novità.
Arkadij è libero, lavora a Mosca. Tutti gli altri sono salvi, la maggior parte è già là, Boris a Pietroburgo, Julij e Stanislav se ne stanno andando in provincia. Jakov senza Arkadij si era un po' avvilito, ma ora è passato. Le organizzazioni locali sono ancora deboli, così che è difficile fare affidamento
su di loro. I soldi sono pochi, come al solito; in questo periodo abbiamo ri­cevuto soltanto una volta 1.250 franchi, ma una gran parte se n'è andata per pagare i debiti contratti. Per risolvere le questioni immediate proponiamo di riunirci a Parigi il 21. Sarebbe molto auspicabile che veniste anche Voi, anche se, naturalmente, ci speriamo poco.
Le trattative sui denari per la scuola sono andate per le lunghe, in par­te, penso, perché a causa della mia malattia è toccato condurle a Grigorij Alekseevic, persona poco adatta per queste faccende. Ora prenderò io in mano la questione, e spero di portarla alla conclusione auspicata. La Com­missione per la costituzione della scuola presso il Comitato centrale è una consapevole commedia; Lenin, per esempio, ha dichiarato a Malinovskaja che non ci sarà nessuna scuola, a meno che non siamo noi a portare i soldi per farla. Come Vi ho scritto, all'organizzazione della scuola presso il Comitato centrale non dovremo prendere parte, già solo perché nel Comitato centrale è stata accettata l'opinione di Trockij, che «non è affare degli studenti giudi­care del programma e del corpo docente», cioè si trattano come bambini dei membri adulti del partito.
La restituzione dei beni dei bolscevichi al Comitato centrale siamo inclini a considerarla come una violazione della fiducia degli elettori da parte degli eletti: l'eredità è stata affidata a una corrente determinata, e non al Centro bolscevico in quanto tale. Mantenendo per sé il diritto di usare questi soldi anche dopo la dissoluzione compiuta del Centro bolscevico (nel caso in cui i menscevichi non chiudano il "Golos social-demokrata"),
Lenin e Co. con ciò stesso mostrano di ritenere i beni bolscevichi una loro proprietà privata. Noi consigliamo alle organizzazioni bolsceviche locali di dichiarare i propri diritti proprietari ai custodi di ciò che resta dei beni (cioè, probabilmente, al Vorstand tedesco) e di pretendere i beni per sé. Per le organizzazioni locali sarà un grande sostegno, e i loro diritti sono incontestabili.
Per quel che riguarda la situazione all'estero, avete visto, spero, l'organo centrale; le risoluzioni sono state stampate lì. A parte acqua fresca e belle parole, non c'è nulla. E nel frattempo si sono messi a litigare tra loro: Lenin con Martov, Plechanov con tutti e due. Ma questo non è interessante.
Per la primavera ci si aspetta un'ondata di scioperi a Mosca e nella Regio­ne centrale. Piccoli scioperi sono già in corso.
È interessante come si rifletterà il movimento prussiano sull'andamento delle cose da noi e come si concluderanno gli esercizi acrobatici del nostro governo con la questione balcanica.
Alla miscellanea di discussione a cura dell'organo centrale non potremo prendere parte, perché, nonostante le parole sulla «rappresentanza di tutte le correnti», nella sua redazione non hanno ammesso nessun otzovista. Il nostro rappresentante se n'è andato.
Vi stringo forte la mano.
Con un saluto cameratesco,
A[leksandr] B[ogdanov]
12 marzo
Per favore, trasmettete la lettera allegata a Konst[antin] Petrovic. Si trova ancora da Voi, vero?
 
Descrizione estrinseca
Copia in carta carbone da originale manoscritta.
Numerazione
Numero:
4
Note
La lettera è stata pubblicata e tradotta nel volume Gor'kij-Bogdanov e la scuola di Capri. Una corrispondenza inedita (1908-1911), a cura di J. Scherrer e D. Steila (Carocci, Roma 2017). Corrisponde alla n. 189 del volume.

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