A. M. Gor'kij a N. B. Malinovskaja
Corrispondenza
Metadati
- Tipologia
- Lettera
- Data
- Data:
- tra il 03/06/1909 e il 12/06/1909
- Data topica
- Data topica:
- Capri
- Deduzione:
- sì
- Consistenza
- Tipologia:
- carta/e
- Quantità:
- 2
- Tipologia:
- pagina/e
- Quantità:
- 4
- Contenuto
- Cara Natal'ja Bogdanovna,
Mich[ail] non ha accettato la vostra proposta, dicendo che questo anticipo lo avrebbe impacciato nel lavoro. Ma le cose con lui si sono sistemate: abbiamo parlato un po', amichevolmente, ha riconosciuto che con le sue insolenze aveva quasi provocato un danno sostanziale alla scuola, e che in generale si era comportato come un selvaggio. Per ora, fino all'arrivo di sua moglie, resterà da noi, poi affitteranno qui un appartamento e cominceranno a vivere in due. Ha bisogno di stare da solo, i suoi nervi sono in pessimo stato, si stizzisce con facilità incredibile. È un gran male che egli tema sempre di più la morte.
Per quel che riguarda Mar[ija] Ser[geevna], ha dovuto rinunciare a occuparsi dell'intendenza, perché è stato osservato che lei non è membro del partito e che gli organizzatori della scuola non hanno né ragioni, né diritto di affidarsi alla sua perizia.
Ora a proposito del governatore: io naturalmente mi pronuncerò a suo favore, ma non so che cosa diranno M[ichail] e Al[eksinskij]. È necessario che questo candidato sia proposto, vale a dire ufficialmente, da Al[eksandr] Al[eksandrovi]c. A giudicare dal parere dello zio Misa, il governatore conosce bene le scienze naturali: è un elemento a suo vantaggio.
Ho ricevuto il libro di Lenin, ho iniziato a leggerlo e l'ho mandato al
diavolo con un senso di angoscia. Che sfrontatezza! Per non parlare del fatto che persino a me, profano, i suoi excursus filosofici ricordano, per quanto possa sembrare strano, Sarapov e Jarmokin, con la loro straordinaria conoscenza di tutto, l'impressione di gran lunga più penosa è prodotta dal tono del libro, un tono da teppista!
È così, con questa voce, che si parla al proletariato, è così che si educa l'umanità «di tipo nuovo», gli «artefici di una nuova cultura».
Quando la dichiarazione «io sono marxista!» suona come «io sono un discendente della stirpe di Rjurik!», non credo al socialismo di quel marxista, non ci credo ! E in quel grido sulla propria ortodossia sento le note della stessa disperazione della fine, che risuona altrettanto forte nelle Pietre miliari'' e in simili lamentazioni funebri.
Tutta questa gente che grida alla città e al mondo: "io sono marxista", "io sono un proletario" e subito dopo mette i piedi in faccia al prossimo, sputandogli addosso, mi è odiosa come tutti i signori; ognuno di loro per me è «un misantropo, che si trastulla con la sua fantasia», come li ha chiamati Leskov.
L'essere umano è una canaglia, se in lui non pulsa la viva coscienza del suo legame con gli altri, se è pronto a sacrificare il sentimento cameratesco al suo amor proprio.
Lenin, nel suo libro, è così. La sua polemica «sulla verità» è condotta non perché essa trionfi, ma soltanto per dimostrare: «io sono marxista! Il miglior marxista sono io!».
Come ogni buon pratico, è un terribile conservatore. «La verità è immutabile»: è una tesi necessaria per tutti i pratici, e se si dice loro invece che ogni verità è relativa, essi vanno su tutte le furie, poiché non possono non sentire
che gli manca il terreno sotto i piedi. Ma ci si può infuriare anche in buona fede, e Lenin non ne è stato capace. Nel suo libro c'è un pubblicista furioso, ma non c'è il filosofo; me lo vedo davanti come un individualista nettamente delineato, che difende prima di tutto le abitudini di pensiero che hanno strutturato il suo "io" in un certo modo e per sempre. Un caso senza speranza. Probabilmente anche nella pratica ora sarà più angusto e peggiore. Insomma, la sua opera, sciatta, inetta, mediocre, suscita un'infinità di tristi pensieri.
Ad A[leksandr] Alek[sandrovic] raccomando questa epigrafe per l'articolo sul libro di Lenin:
«- Ma che sta dicendo ?
- Si è ridotto così a furia di leggere la Bibbia.
- Ma guarda un po', quello stupido, cosa gli è venuto in mente!»
[Il fissato, di Leskov].
Ho detto ad A[leksinski]j che vi ho spedito una copia della lettera di Sergej sulla conferenza di Trockij.
A[leksinskij] dice che Al[eksandr] A[leksandrov]ic informa poco Capri di quel che accade a Parigi.
Da noi sono arrivati Jurij, Zenja e la sorella di M[arija] F[edorovna], Evge- nija. Hanno riferito la voce incredibile secondo cui Pjatnickij sta venendo qui a giorni. Un certo burocrate, Kamysanskij o Kryzanovskij, minaccia pubblicamente di annientarmi. In Russia c'è il "risveglio". Ma la frazione socialdemocratica si è affrettata a commemorare Pergament, poiché il suo comportamento nell'affare Stejn è stato sospetto, e invece il suicidio è indubbio, e l'indubitabilità di quest'ultimo conferma l'equivocità del primo.
L'intervento sulla questione della professione di fede è mal riuscito, lo dirò ancora una volta. Il prossimo futuro ci mostrerà che i socialdemocratici si sono pronunciati non per la tolleranza religiosa, ma per il riconoscimento della Chiesa di Gubkov-Bugrov, un'unità altrettanto indipendente della Chiesa ortodossa. Ora le sette razionaliste avranno due nemici.
Beh, tante cose belle a tutti e due! Sono lieto che A[leksandr] A[leksandrovic] stia lavorando, molto lieto!
Salutiamo tutti, in massa.
A[leksej] P[eskov]
- Descrizione estrinseca
- Manoscritto.
- Segnature
- Segnatura:
- II_076
- Tipologia:
- precedente inventario
- Numerazione
- Numero:
- 34
- Note
- La lettera è stata pubblicata e tradotta nel volume Gor'kij-Bogdanov e la scuola di Capri. Una corrispondenza inedita (1908-1911), a cura di J. Scherrer e D. Steila (Carocci, Roma 2017). Corrisponde alla n. 115 del volume.
Relazioni
Soggetto produttoreBogdanov, Aleksandr Aleksandrovič
Fondo di appartenenzaAleksandr Aleksandrovič Bogdanov
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