A. M. Gor'kij a A. A. Bogdanov
Corrispondenza
Metadati
- Tipologia
- Lettera
- Data
- Data:
- ante 25/03/1909
- Data topica
- Data topica:
- Capri
- Deduzione:
- sì
- Consistenza
- Tipologia:
- carta/e
- Quantità:
- 2
- Tipologia:
- pagina/e
- Quantità:
- 4
- Contenuto
- Caro compagno Aleksandr,
«non mi recherò da voi, finché la crisi non sarà giunta a una fine o a un'altra» - così scrivete.
Non sono d'accordo. La crisi, come giustamente notate voi, ha un carattere comico. Io aggiungo: anche provocatorio. Oggi, nel nostro partito, non ci può essere posto né per le commedie, né per la provocazione. Il mio consiglio - ci ho riflettuto bene - è: allontanatevi dal male! Dichiarate che ve ne andate, e lasciate che siano esperti e onorevoli compagni del tipo di Kamenev a servire la frittata che hanno fatto. Noi dobbiamo raggrupparci intorno alla scuola: questo è il punto focale su cui si deve concentrare tutta la nostra energia. Secondo i dati che arrivano dal Caucaso, dagli Urali e da Mosca, la scuola si realizzerà facilmente. Per l'autunno avremo come minimo 20 compagni, la cui influenza in patria sia fuori discussione. Questi compagni saranno in grado di valutare e comprendere dove, da quale parte l'esperienza sia più correttamente e meglio organizzata, quale lavoro sia più produttivo nella costruzione del partito. E - credetemi - tornando in patria sapranno da lì - dalla Russia - esercitare la dovuta pressione sui sigg. avventuristi, qualunque nome essi portino.
Il compagno L[enin] rispetta il pugno, e noi, quest'autunno, avremo la possibilità di presentargli sotto il naso un pugnetto come non ne ha mai visti. Lui, alla fin fine, è troppo un uomo di partito perché non capisca quale brutto ruolo gli stia di fronte.
Il nostro compito è la riorganizzazione filosofica e psicologica del partito; per come la vedo io, noi abbiamo la forza di adempiere a questo compito, e al suo adempimento devono essere indirizzate tutte le nostre energie. Sprecarle in piccole scaramucce, in una guerra di carte, nel far partacce a Kamenev, che non è degno neppure di una buona partaccia... non ci si deve logorare l'animo così vanamente.
Mich[ail], attento nei giudizi, scettico nei confronti dell'intelligencija, è per me uno strumento molto sensibile, con cui verifico tutti i miei giudizi sulla questione. Essendo in continuo contatto con la Russia, fonda ogni volta le sue conclusioni sulle lettere dei compagni. Ed ecco lui, giorno dopo giorno, dimostra sempre più ostinatamente a me e a An[atolij] Al[eksandrovic] che l'ideologia del partito, la sua vera ideologia, è l'empiriomonismo, e che voi, abbandonate tutte le vostre faccende, dovete portare a termine, a compimento, il vostro sistema.
Sorge la necessità di tradurre i vostri libri in lingue straniere. Abbiamo di fronte la questione nazionale, che si inasprisce sempre di più. Dobbiamo necessariamente trattare il problema dell'uscita dalla comune e, d'accordo con questa nuova "politica", rivedere il nostro atteggiamento verso i contadini.
E ancora un'intera serie di lavori necessari con urgenza aspetta teste e braccia.
Sono tutti lavori rispetto ai quali la "crisi" che vi ha afferrato è un evento microscopico, un gioco da ragazzi. E dovreste vergognarvi di permettere che vi trascinino in questo pasticcio i sigg. individualisti, con una psicologia da commissari di polizia.
Vi permettete di chiamare traditori i Kamenev, ma non capisco perché. Forse questo li correggerà o almeno li offenderà? Boh!
È inesprimibilmente penoso sapere che voi armeggiate con questi scadenti lacciuoli, proprio quando è necessario fare un grande lavoro, che ha un carattere storico, decisivo per il nostro partito.
Vi chiedo con insistenza: chiudete la questione di V[iktor] e mandate al diavolo tutti gli idioti.
Aspetto una risposta. Pokrovskij bisogna spedirlo qui direttamente, mi pare. Sembra che sia estenuato. Chiamerò qui anche N[ikiti]c.
In generale abbiamo bisogno di riunirci tutti qui o in un altro luogo, se qui non è comodo per la maggioranza.
Accludo a questa lettera una fotografia; è la migliore. Ingrandita, dovrebbe dare un ritratto fedele.
Scrivete a Bazarov che si affretti a venire qui. E - la cosa principale - affrettatevi voi stesso.
Lun[acarskij] ha terminato la prefazione a Tiersot, ce l'ho io ma non ho tempo di leggerla, forse è meglio che la spedisca prima a voi? Non penso che ora siate in grado di leggere questi 5/6 fogli di stampa.
Che ne dite del terremoto? Aspetto la restituzione delle bozze.
Tante buone cose!
Ossequi a N[atal'ja] B[ogdanovna], a Marat, al Governatore.
A[leksej]
Lunacar[skij] è molto amareggiato per l'intervento del suo discepolo, ma non vuole cedere a questa provocazione. Gli sto consigliando di spedire alla redazione del "Pr[oletarij]" la dichiarazione: siccome il mio saggio è stato pubblicato in un'edizione legale e siccome è stato concluso il patto di «non toccare le controversie filosofiche, sono meravigliato dell'atto della redazione del "Prol[etarij]" e protesto». Ma anche questo è superfluo.
Ho ricevuto ora le bozze del mio saggio e di quello di Lunac[arskij]; domani vi rispedisco il mio.
- Descrizione estrinseca
- Manoscritto.
- Segnature
- Segnatura:
- II_047
- Tipologia:
- precedente inventario
- Numerazione
- Numero:
- 10
- Note
- La lettera è stata pubblicata e tradotta nel volume Gor'kij-Bogdanov e la scuola di Capri. Una corrispondenza inedita (1908-1911), a cura di J. Scherrer e D. Steila (Carocci, Roma 2017). Corrisponde alla n. 78 del volume.
Relazioni
Soggetto produttoreBogdanov, Aleksandr Aleksandrovič
Fondo di appartenenzaAleksandr Aleksandrovič Bogdanov
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