Lazio'900
A. M. Gor'kij a A. A. Bogdanov
Corrispondenza

Metadati

Tipologia
Lettera
Data
Data:
tra il 20/07/1908 e il 22/07/1908
Data topica
Data topica:
Capri
Deduzione:
Consistenza
Tipologia:
carta/e
Quantità:
2
Tipologia:
pagina/e
Quantità:
3
Contenuto
Caro compagno,
la rivista "Obrazovanie" ora è passata nelle mani di quel gruppo di bravi ragazzi, assai impavidi, che pubblicano "Svobodnye mysli". Vasilevskij (Ne-Bukva) ha assunto la posizione di redattore di "Obrazovanie" e si è rivolto a me, Lunačar[skij] e L'vov con la gentile proposta di collaborare al suo or­ganetto, per di più a An[atolij] V[asil'evič] viene proposta un'«autonomia piena e incondizionata». Io non ho ancora risposto alla proposta, L'vov ha già mandato un articolo, a Lunačar[skij] sorride molto l'«autonomia» e pare che non avrebbe nulla in contrario a entrare nella rivista, ma prima vuole consigliarsi con voi a questo proposito.
Caro A[leksandr] A[leksandrovič], io apprezzo molto An[atolij] V[asil'evič] e gli voglio bene, ma mi è difficile parlargli di questa faccenda e non gli ho potuto dire la mia opinione sulla sua partecipazione alla rivista di Pil'skij, Čukovskij e Co., perché temevo di non riuscire a trovare una forma abbastanza tattica e morbida per esprimere i miei pensieri. Voi siete un vecchio compagno di L[unačarskij], siete più autorevole ai suoi occhi, e perciò permettetemi di parlarvi sinceramente.
Io la cosa la vedo così: è una rivista fatta per la gente comune, è un mezzo per far soldi, una posizione di comando, tutto quel che si vuole, ma non una seria iniziativa letteraria. Se A[natolij] V[asil'evič] se ne andrà in compagnia di Vasilevskij, anche a condizione di una piena libertà di opinioni, mi pare che, nonostante la sua brillante personalità, egli si perderà, sarà schiacciato, verrà coperto dal frastuono da teppisti che queste persone solleveranno e manterranno tutte contente.
Il nome di Lunač[arskij] può guadagnare alla rivista l'attenzione del pubblico proletario e allora A[natolij] V[asil'evič], senza averne l'intenzio­ne, diverrà un involontario promotore di "idee" e orientamenti forse poco sani e di scarso valore, in ogni caso individualisti, in ambiente proletario e democratico. Certo i Pil'skij-Čukovskij non si metteranno a predicare il col­lettivismo! Ma il compito nostro e del nostro tempo è proprio la lotta con l'individualismo su tutta la linea e in tutti gli angoli in cui esso si nasconda.
Perciò ritengo l'intenzione di A[natolij] V[asil'evič] dannosa sia per lui personalmente, sia per la causa comune. Lo ripeto, sarei a disagio a dirglielo di persona, anche se non sono schivo nell'esprimere i miei sentimenti. Mi è d'ostacolo lo stato d'animo di A[natolij] V[asil'evič], che non si è ancora ripreso dopo la morte di Tolja. Spero che mi capirete.
Ho letto la lettera di Baz[arov] a voi e la vostra risposta. La prima mi ha portato a uno stato di trance dolorosa: da dove viene un tale scetticismo? La vostra risposta è magnifica per armonia e chiarezza. Tra un po' mi metterò a imprecare.
Sia l'atteggiamento verso il problema della collaborazione con "Obraz[ovanie]", sia la Religione, il cui autore non vede il lettore di fronte a sé, sia la strana lettera di Baz[arov], tutto questo mi convince sempre di più della necessità per tutti voi di vivere insieme, l'uno accanto all'altro, per evitare in futuro divergenze inaspettate e inutili nei pensieri e nelle azioni.
Al[eksandr] Al[eksandrovič], voi tenete delle conferenze per mensce­vichi e intellettuali russi vari; è una buona cosa, lo capisco. Tuttavia mi pare che impiegare la vostra energia, la vostra percezione del mondo come mastice per incollare i cocci, questa occupazione non dovrebbe essere una vostra specialità. Giuro su quel che volete, che dalla gelatina di mirtilli rossi non forgerete né una spada, né una penna acuminata!
Perdonatemi; sono ben lontano dall'idea di farvi la lezione, non offen­detemi con questo sospetto, ma non posso non rattristarmi vedendo che voi non impiegate il tempo così produttivamente come potreste. L'osservazione riguarda anche l'articolo Avventure di una scuola filosofica. Non bisogna mai polemizzare dall'alto in basso, ma soltanto dal basso in alto, come Giove o, ancor meglio, come Prometeo!
La percezione del mondo di cui voi siete impregnato, a mio parere, è lo sforzo più potente e più riuscito di comprendere e vincere le contraddizioni tra essere umano e cosmo; non c'è stato ancora nulla sulla terra di superiore, di più bello, di più vittorioso di questo. Se il «cinese di Konigsberg» fu l'uomo che portò a compimento la fondazione filosofica dell'individualismo e con ciò separò definitivamente l'essere umano dal mondo, la storia destina voi a porre le prime pietre alla base della filosofia del futuro, la filosofia che non è soltanto concezione del mondo, ma proprio sensazione del legame col mondo, la filosofia che deve riportare l'essere umano al suo posto: al centro del processo della vita, che lo deve armonizzare, cambiarlo fisicamente.
Sì, cambiarlo fisicamente. Poiché se un grande musicista, che percepi­sce precisamente tutti i suoni del mondo, iniziasse a suonare su un violino cattivo, di poco valore, sotto l'influenza delle onde sonore le fibre del ponte superiore si modificherebbero, si disporrebbero diversamente, diventando più ricettive, e il violino diverrebbe più sonoro. Sono sicuro che un certo sistema di pensiero può allineare, armonizzare i nervi dell'essere umano; e più ancora, io sento come il vostro pensiero raddrizzi le persone.
Sono complimenti? Non preoccupatevi e non ridete perché dietro a loro si nascondono imprecazioni disperate. È un fatto.
Ora qui vive un certo ingegnere, vostro discepolo, un socialdemocratico bolscevico, mio vecchio conoscente. Mi chiede se voi conoscete lo stato attuale della cristallografia. E trova che le nuove conquiste di questa scienza confermano nel modo più solido possibile la vostra teoria della sostituzio­ne. Io non lo capisco perché si tratta di matematica, ma è così interessante e importante che tra pochi giorni inizierò a studiare la matematica.
La vostra proposta di pubblicare una raccolta è buona e tempestiva. Ma che c'entro io? Temo che, intervenendo in tale compagnia, darò alla raccol­ta un tratto comico. Bisogna che sia un libro ben fatto, perfetto per la sua armonia. Ed ecco che arrivo io! Sarebbe davvero buffo. Non sto posando. A scrivere l'articolo ci proverò, perché mi interessa raccogliere e mettere in ordine alcune idee, ma non so se lo pubblicherò. Vedrete voi: nelle vostre mani è l'anima mia.
Sento che ho scritto molto, e temo non abbastanza chiaramente.
In conclusione vi chiedo, vi consiglio, vi persuado: venite qui al più pre­sto, dove perderete meno tempo inutilmente. E dove oggi fin dalla mattina soffia un vento impetuosissimo.
Un saluto a Nat[al'ja] Bogdanov[na]!
Ossequi.
Lun[ačarskij] è andato a Napoli per circa tre giorni. Nei Balcani si sta ingarbugliando la matassa, ve ne siete accorto? L'unione turco-tedesca è un fatto! È interessante stare a vedere se l'Inghilterra riuscirà a guadagnarsi l'appoggio dell'Austria-Ungheria o lo hanno già fatto i tedeschi? Se è così, lo scontro è inevitabile e il governo russo, per una corrispondente ricompensa da parte di Albione, venderà alcune decine di migliaia di soldati per lo scontro con i tedeschi. Daremo agli inglesi il dovuto; in che modo intelligente e astuto si comportano! Quant'è grandiosa la loro ipocrisia nella questione persiana!
Tante belle cose!
A[leksej] Peškov
Permettetemi di mandarvi la traduzione del discorso di Max Verworn Sui limiti della conoscenza (il discorso è stato tenuto nel mese di febbraio a Fran­coforte alla presenza di molti scienziati e rappresenta una conferma dell'o­pinione di Du Bois-Reymond sul problema dei limiti della conoscenza). Questa cosa mi piace per la sua chiarezza e vorrei pubblicarla da Znanie, ma prima ho bisogno di conoscere la vostra opinione sul valore dell'opuscolo. È breve e ben trascritta. Posso spedirla? Forse parrà interessante anche a voi.
Descrizione estrinseca
Manoscritto.
Segnature
Segnatura:
I_019
Tipologia:
precedente inventario
Numerazione
Numero:
14
Note
La lettera è stata pubblicata e tradotta nel volume Gor'kij-Bogdanov e la scuola di Capri. Una corrispondenza inedita (1908-1911), a cura di J. Scherrer e D. Steila (Carocci, Roma 2017). Corrisponde alla n. 32 del volume.

Relazioni

Hai domande su questa scheda archivistica? Se hai notato un dettaglio da approfondire, vuoi segnalare un’informazione mancante o inesatta, oppure desideri entrare in contatto con l’ente conservatore per saperne di più, inviaci la tua segnalazione. Ogni contributo aiuta a migliorare la qualità delle informazioni e a valorizzare il patrimonio archivistico.