Anche C. ritiene che l'indicazione [non specificata] relativa al prisma di Nicol a 45° sia frutto di errore, ma non ha modo di chiarire se le cose stiano effettivamente così. Se R. è d'accordo potrebbe scrivere al "Journal de Physique", ma ritiene in tal caso di caricare un simile dettaglio di importanza eccessiva. Anche R. sarà verosimilmente d'accordo che un prisma di Nicol orientato secondo la sezione principale verticale consenta di sperare di visualizzare le due componenti del doppietto magnetico in nero. C. ha tentato invano di evidenziare la modifica dei raggi di ArO2 [sic!]. Ritiene comunque che, per un dato valore di campo, la variazione sia meglio evidenziabile che nel caso dei raggi del sodio. Dispone peraltro solo di un piccolo reticolo e chiede a R. di sapere se con il suo eccellente dispositivo sia riuscito a separare le due componenti del doppietto magnetico. Per quanto riguarda il cromo e lo iodio R. ritiene che il successo delle sue esperienze non si possa spiegare come un semplice fenomeno di rotazione magnetica. C. è convinto del contrario per ragioni puramente tecniche, anche se le oscillazioni eccessivamente rapide potrebbero mascherare le frange in bande allargate. Per questo incoraggia R. a proseguire le ricerche perpendicolarmente al campo, soprattutto in merito all'ArO2. In questo momento, C. è occupato nella costruzione di un grosso elettromagnete sui cui progressi terrà informato R.; si dice infine felice del fatto che desideri corrispondere con lui proprio R., della cui opera è sempre stato uno dei numerosi estimatori.