Lazio'900
Landi Giuseppe
Fondo

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Tipologia
Fondo
Data
Data:
1912 - 1965
Consistenza
Consistenza (testo libero):
822 fascicoli (109 buste)
Storia istituzionale/Biografia

Giuseppe Landi nasce a Castel San Niccolò, comune aretino nella vallata del Casentino, il 24 maggio 1895. Dopo il conseguimento della licenza liceale a Firenze frequenta l’Accademia di Modena, uscendone con il grado di Sottotenente di Fanteria. Partecipando alla prima guerra mondiale viene promosso al grado di capitano e decorato con tre medaglie di bronzo al valore militare. In seguito, nel 1920 viene dichiarato invalido di guerra e collocato nel ruolo speciale. Il ritorno nel paese natale (1921) coincide con l’inizio della sua attività politica; quello stesso anno infatti si iscrive al Partito nazionale fascista (PNF) contribuendo allo sviluppo del movimento fascista nella provincia di Arezzo. Al contempo fonda il fascio di Castel San Niccolò e prende parte alla campagna per le elezioni politiche.

Impiegato presso la Cassa nazionale infortuni, nel 1922 si trasferisce prima a Roma e poi a Genova, dove consegue la laurea in scienze economiche e commerciali (1923) e inizia a muovere i primi passi in ambito sindacale. Terreno privilegiato il settore impiegatizio: oltre a partecipare alla costituzione di uno dei primi sindacati fascisti della provincia, il sindacato degli impiegati di assicurazione, nel 1922, poco prima della laurea, assume la carica di vice segretario della Corporazione provinciale fascista dell’impiego pubblico e privato di Genova. Mantiene questo ruolo fino al 1926, allorché viene nominato Segretario dei sindacati fascisti del commercio e dell’Associazione del pubblico impiego. I due anni successivi 1927 – 1928 segnano un ulteriore passo in avanti nella sua carriera a livello provinciale, prima con il ruolo di Vicesegretario generale dell’ufficio provinciale dei sindacati fascisti, poi con quello di Segretario dei sindacati fascisti dell’industria (Serie 1, sottoserie 1 Attività sindacale a Genova, b. 1)

La solida esperienza acquisita sul campo gli vale il ruolo di formatore della futura classe dirigente sindacale fascista. Al 1928 risalgono i suoi primi corsi sui temi di legislazione del lavoro, della previdenza e dell’assistenza sociale tenuti presso la scuola sindacale “Dario Guidi”, (Serie 2, sottoserie 1 Università, b. 55 fascc. 501 - 502) annessa al Centro di cultura e propaganda corporativa che annovera fra i fondatori lo stesso Landi (Serie 1, sottoserie 1 Attività sindacale a Genova, b. 1, fasc. 8). Questi suoi primi insegnamenti costituiscono per altro il primo atto di un percorso che lo condurrà alla fine del 1937, a conseguire la libera docenza in legislazione del lavoro presso la R. Università di Genova (Serie 2, sottoserie 2 Varie Università, b. 58 fasc. 523)

Contemporaneamente ai corsi della Dario Guidi, Landi dà una decisa impennata alla sua carriera, salendo alla ribalta nazionale; nel 1929 infatti viene eletto deputato alla Camera del Regno (Serie 1, sottoserie 2 Attività parlamentare, b. 2) e nominato Segretario della Federazione nazionale dei sindacati fascisti dei dipendenti da aziende commerciali, di deposito e vendita. In tale veste, ha la possibilità di spendersi anche in campo internazionale, dal 1929 infatti partecipa alle strutture dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), la Conferenza internazionale e l’Ufficio internazionale del lavoro – Bureau international du travail (BIT), con sede a Ginevra, in qualità di consigliere tecnico per i sindacati fascisti dei lavoratori (Serie 1, sottoserie 5 Confederazione nazionale sindacati fascisti del commercio, b. 9). Sarà questa un’assise che Landi frequenterà fino all’uscita dell’Italia dalla Società delle Nazioni (1935). Membro della commissione consultiva degli impiegati e del Comitato internazionale di corrispondenza per le assicurazioni sociali, organismi istituiti presso il BIT, i suoi interventi al consesso ginevrino si concentrano su tematiche di ambito impiegatizio, assicurativo e previdenziale inquadrate nell’alveo del sindacalismo corporativo. Studi e contributi su queste materie sono una costante nell’attività di Landi anche alla luce dei suoi incarichi negli organi del corporativismo fascista, che comportano una particolare attenzione nel campo della legislazione sindacale. Già dal 1930 fa parte della Commissione di studio per la riforma della legislazione del lavoro, insediata da Giuseppe Bottai presso il Ministero delle corporazioni e presieduta da Dino Alfieri, allo scopo di armonizzare il quadro normativo esistente con l’ordinamento corporativo. Membro del Consiglio nazionale delle corporazioni dalla fondazione (1930) fino al 1936, è componente della Commissione speciale permanente per la legislazione sul lavoro l’assistenza, la previdenza sociale e la cooperazione. Istituita nel 1932 in seno allo stesso Consiglio e presieduta dal Segretario alle corporazioni Bruno Biagi la Commissione ha compiti consultivi sulle modifiche legislative di maggiore urgenza, collegate anche ai temi discussi nel BIT di Ginevra. In virtù di tale incarico Landi partecipa allo studio di specifici progetti di riforma concernenti la maternità, la durata del lavoro, il lavoro delle donne e dei fanciulli, il contratto di impiego privato, la previdenza sociale. (Cfr. Serie 1, sottoserie 4 Consiglio nazionale delle corporazioni – CNC, bb. 7 – 8 e sottoserie 6 Previdenza sociale, bb. 11 – 14).  Proprio l’ambito previdenziale costituisce per lui un settore di studio e di ricerca molto importante, nella duplice veste di consigliere tecnico, pubblicista e docente. Risale al 1934 l’incarico di Presidente del patronato nazionale per l’assistenza sociale, (Serie 1, sottoserie 7, Patronato nazionale per l’assistenza sociale – PNAS) organo tecnico dei sindacati fascisti per l’applicazione delle leggi sull’assistenza e la previdenza sociale, e al 1935 la carica di consigliere di amministrazione dell’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale – (INFPS, Serie 1, sottoserie 6 Previdenza sociale fascc. 111 – 113). Tali incarichi, unitamente a quelli di consigliere nazionale e componente delle commissioni, costituiranno un importante retroterra per la pubblicazione di diversi contributi specifici dedicati al tema previdenziale (Cfr. Serie 2, sottoserie 3 Pubblicazioni, bb. 60 – 66) oltreché un notevole biglietto da visita per il conseguimento della libera docenza alla fine del 1937. (Serie 2, sottoserie 2 Varie Università, b. 58 fasc. 523).

 

Il 1934 rappresenta un anno importante per Landi. Prima della presidenza del patronato, nell’ambito di un complessivo riassetto delle confederazioni sindacali fasciste, viene eletto prima Commissario poi Presidente della Confederazione fascista dei lavoratori delle aziende del credito e dell’assicurazione (CFLCA), assumendo successivamente (1936) anche la direzione del bollettino della Confederazione “Il lavoro impiegatizio”. (Serie 1, sottoserie 8, Confederazione fascista dei lavoratori del credito e delle assicurazioni – CFLCA, bb. 17 – 27). Alla presidenza del sindacato degli impiegati bancari, si sommano nel tempo altri incarichi in ambito corporativo; sempre nel 1934 diviene membro della Corporazione della previdenza e del credito, del Comitato tecnico corporativo del credito e del Comitato corporativo centrale; dal 37 è membro della Commissione suprema dell’Autarchia e dal 39 è Consigliere nazionale alla Camera dei fasci e delle corporazioni.

Il ruolo della CFLCA impegna Landi per sette anni fino al 1941 e qualifica in maniera più rilevante rispetto al passato il suo profilo da sindacalista. L’arrivo di Landi alla Confederazione coincide con un aumento quantitativo degli iscritti e con un significativo incremento dell’attività del settore studi e documentazione. Questo impulso configura l’organizzazione come una fra le più vivaci del panorama sindacale proprio per la costante attività di ricerca su temi politico sociali declinati in chiave sindacal corporativa. Particolarmente rilevante inoltre è l’impegno del Presidente intorno alle discussioni sulla riforma bancaria varata nel marzo 1936. In questo frangente Landi si batte per garantire una rappresentanza sindacale anche agli impiegati di banca, nella consapevolezza che l’esclusione di questa categoria avrebbe indebolito il ruolo della Confederazione oltre a mettere in pericolo i livelli retributivi e assistenziali maturati dal personale bancario nel corso degli anni. (Cfr. G. Parlato, Il sindacalismo fascista II – Dalla “grande crisi” alla caduta del regime (1930 – 1943), Roma, 1989, pp. 59, 86 – 92)

Il periodo della CFLCA coincide anche con un incremento della produzione tecnico scientifica di Landi, iniziata per altro già dalla fine degli anni 20. Gli argomenti trattati nei suoi scritti, pubblicati su giornali e riviste specializzate, ricalcano quelli della sua attività politica e sindacale: sindacalismo e corporativismo, legislazione del lavoro, organizzazione del credito, previdenza e assistenza sociale; tematiche che, a più riprese vengono discusse e approfondite da Landi in varie conversazioni radiofoniche tenute nella seconda metà degli anni 30. Dalla sua instancabile produzione che proseguirà fino a guerra inoltrata, emerge un profilo di sindacalista profondamente ancorato all’esperienza del sindacalismo nazionale e rivoluzionario “alla Corridoni”, e al contempo perfettamente integrato nel sistema corporativo; un sindacalismo in sostanza a – conflittuale nel quale sindacato e corporazione collaborano per il bene supremo della Nazione. Questa visione collaborativa ma anche totalizzante del sindacato, concepito come unico mediatore fra stato e individuo, accompagna Landi nel ruolo di Presidente della confederazione fascista dei lavoratori dell’industria (CFLI) che segna l’apice e al tempo stesso la conclusione “de facto” della sua carriera nei gangli del sindacalismo fascista. (Cfr. Parlato, ibidem e L. Cerasi, Un sindacalismo corporativo. Note su Giuseppe Landi, in corso di pubblicazione in Annali della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, XXXII (2020), 2). Subentrato a Capoferri nell’ottobre 1941 Landi si trova a dirigere il sindacato degli industriali nel difficile periodo della guerra. La sua gestione coincide con un forte impulso al cambiamento sia sotto il profilo di una maggiore attenzione alla stampa sindacale, testimoniata anche dalla ripresa del periodico CFLI “Rivista del lavoro”, sia nell’ambito un complessivo riassetto dell’organizzazione interna alla Confederazione, basato sul rinnovamento dei quadri direttivi e su una ridefinizione dei rapporti centro periferia. (Serie 1, sottoserie 9 Confederazione fascista dei lavoratori dell’industria – CFLI, bb. 28 – 44).  Questo sforzo organizzativo funzionale anche al miglioramento della comunicazione interna e ad una maggiore presenza del sindacato nei luoghi di lavoro, non riesce tuttavia a contrastare la profonda crisi di un’istituzione, quella sindacale appunto, incapace di rispondere efficacemente ai problemi drammatici delle maestranze. Oltre al problema dei rinnovi contrattuali, quattro sono i fronti che impegnano Landi e la CFLI durante lo sforzo bellico: la questione salariale in rapporto ai prezzi, il problema alimentare, la manodopera italiana in Germania, la disciplina operaia. Su ognuno di queste tematiche Landi adotta una linea precisa con l’intento di limitare le sofferenze dei lavoratori e migliorare le condizioni di lavoro nelle fabbriche: insiste (senza successo) con la richiesta di un più efficace controllo sul blocco dei prezzi per frenare l’aumento del costo della vita, sottolinea l’importanza di vigilare su mense aziendali e spacci per limitare il problema alimentare, adotta la strategia dell’invio di manodopera qualificata in Germania in cambio di aiuti materiali, si oppone al Fabbriguerra relativamente all’istituzione di camere di punizione per reprimere episodi di indisciplina operaia (Parlato, ibidem, pp. 149 – 159, per la risposta di Landi al Fabbriguerra, cfr. sottoserie 9 CFLI, corrispondenza, b. 37 fasc. 329). Nonostante gli sforzi, gli scioperi del 43, irrompono sul sindacato e ne sanciscono la definitiva crisi, investendo direttamente la figura del suo Presidente. In seguito alle agitazioni operaie Landi lascia la CFLI e ripiega sul meno visibile incarico di Presidente dell’Azienda Ligniti Italiane (ALI) che mantiene fino all’Aprile del 1944 (Serie, 1 sottoserie, 10 Azienda ligniti italiane ALI – Società anonima miniere italiane ligniti SAMIL, b. 45).

In seguito alla caduta del fascismo nel luglio 1943 Landi tenta di mettersi in contatto sia con ambienti antifascisti che con ambienti vicini al governo Badoglio allo scopo di riprendere la sua attività sindacale pur se in un diverso contesto politico. Falliti questi approcci, si dirige dopo l’8 settembre verso il neo costituito Partito fascista repubblicano di Pavolini (b. 45, fasc. 429), non riuscendo tuttavia a trovare spazio per le sue posizioni sindacaliste. Il periodo successivo coincide con l’adozione di una linea di basso profilo che si manifesta nella decisione di non aderire alla Repubblica sociale italiana (RSI) e di aspettare a Roma l’arrivo degli anglo americani. Nel dopoguerra Landi tenta di riannodare le fila del discorso interrotto all’indomani della caduta del fascismo. In tal senso si muove verso una linea di “riconciliazione” che punta alla collaborazione degli ex fascisti con comunisti e socialisti nell’ambito della struttura della CGIL. (Cfr. Parlato, La sinistra fascista. Storia di un progetto mancato, Bologna 2000, pp. 336 – 339 e P. Neglie, Fratelli in camicia nera. Comunisti e fascisti dal corporativismo alla CGIL (1928 – 1948), Bologna 1996). Questo tentativo di costituirsi come corrente autonoma all’interno della CGIL unitaria trova espressione del Mo.si, movimento fondato nel 1947 da Landi e da altri ex esponenti del sindacalismo fascista già gravitanti intorno alla rivista “Vita del lavoro”, tra i quali Amilcare de Ambris e Luigi Fontanelli. (Serie 1, sottoserie 11, Movimento sindacale b. 46). Fallita l’ipotesi di confluenza del Mo.si nella CGIL unitaria Landi si dedica all’organizzazione dell’area del sindacalismo nazionale, nel 1950 contribuisce a fondare la Confederazione italiana sindacati nazionali lavoratori (CISNAL) (Serie 1, sottoserie 12, bb. 47 – 53) della quale resta Segretario generale fino alla morte. Collaboratore di “Lotta politica” e de “Il Secolo d’Italia” giornali del Movimento sociale Italiano (MSI), dal 1954 entra a far parte della Direzione nazionale del partito e nel 1956 viene eletto al Consiglio comunale di Roma nelle liste MSI.

Muore a Roma il 6 giugno 1964. 

 

 

Storia archivistica

Il Fondo Giuseppe Landi, depositato nel 1994 presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (FUS) ed ivi conservato, è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio in data 30 agosto 1995. In occasione del deposito e della disponibilità della consultazione delle carte, La FUS ha incaricato la Dott.ssa Francesca Garello di redigere un elenco di consistenza analitico a livello di fascicolo, del quale è rimasta una copia in formato PDF. In relazione allo studio delle carte e contestualmente alla redazione dello strumento, il materiale documentario è stato ripartito dalla stessa Dott.ssa in quattro serie - Attività politica e sindacale, Attività didattica e scientifica, Personale, Materiale di documentazione e di studio – a loro volta suddivise in ulteriori partizioni create sulla base delle segnature e delle intestazioni dei fascicoli originali, o, in mancanza di queste, sulla base dell’argomento trattato. In seguito a questa organizzazione, i fascicoli, non numerati, sono stati in larga parte ricondizionati (lasciando ove possibile la copertina originale) e sistemati in 109 buste, etichettate con indicazione del fondo, titolo della serie e numero di corda. Fuori busta rimanevano quattro album composti da fogli rilegati, tre dei quali di grande formato. La documentazione così organizzata è stata messa a disposizione degli studiosi. Visto lo stato di fatto, grazie al finanziamento concesso dalla DG Archivi nel 2019, la Soprintendenza ha predisposto un progetto di riordinamento e inventariazione del fondo, con l’ausilio del software utilizzato dal portale “Lazio ‘900”, “Collective Access”, al fine di ampliare la sommaria schedatura esistente e rendere il materiale documentario del fondo Landi disponibile on line. 
Sotto il profilo dell’ordinamento, data anche la mancanza di una relazione sullo stato originario delle carte, ma presupponendo che l’ordine di successione delle unità archivistiche sia comunque quello dato dal soggetto produttore, si è ritenuto opportuno non scardinare l’impianto creato dalla Dott.ssa Garello. Gli unici cambiamenti riguardano il materiale rimasto fuori busta per il quale è stata creata una serie ad hoc (Serie 5. Raccolta di articoli su Giuseppe Landi), e qualche piccola modifica inerente alle partizioni della prima serie (ad esempio le voci Camera dei deputati, Senato del Regno, Camera dei Fasci e delle Corporazioni sono state accorpate nella sottoserie 2 Attività parlamentare, mentre la voce “Ministero delle Corporazioni” è stata integrata con il termine “funzionamento del corporativismo”, per meglio specificare il contenuto delle unità archivistiche raggruppate nella sottoserie 3). Nel complesso comunque, nel caso del fondo Landi ci si è trovati ad agire su un piano inverso rispetto al tradizionale approccio archivistico, schedando carte sostanzialmente già riordinate. In fase di schedatura, effettuata appunto con il SW Collettive Access a livello di fascicolo, si è provveduto a numerare definitivamente le unità archivistiche, indicandone titolo (originale o attribuito), contenuto, tipologia documentaria, numero di busta, lingua utilizzata, e contestualmente si è proceduto all’indicizzazione di enti, persone, eventi, bibliografie e temi collegati. Il numero complessivo dei fascicoli descritti è di 822, inferiore a quello stimato all’epoca del primo intervento (951 unità). Ciò è dovuto al fatto che molte pubblicazioni di Landi in precedenza considerate come singoli fascicoli sono state accorpate in poche unità archivistiche intitolate “Estratti a stampa di articoli e discorsi" (fascc. 540 - 541), “Estratti di articoli e discorsi” (fascc. 547 - 548), riportando titolo, data e anno di pubblicazione dei singoli lavori o a livello di contenuto (in caso di materiale non fascicolato) oppure a livello di sotto unità numerata. Una volta concluso il lavoro di schedatura è stata creata sul SW la struttura dell’archivio suddiviso in serie e sottoserie (e nel caso della Serie 1, sottoserie 9 “CFLI” in ulteriori suddivisioni) sulla base delle partizioni individuate nel corso del primo intervento degli anni 90. Successivamente è stato prodotto l’inventario corredato di nota biografica del soggetto produttore, nota di contenuto, introduzioni alle serie e alle sottoserie, bibliografia e voci d’indice.

Modalità di acquisizione
Il fondo è stato dato in deposito dalla famiglia De Pasquale-Landi (eredi di Giuseppe Landi) alla Fondazione Ugo Spirito nel 1994.
Contenuto

Le carte Landi costituiscono un fondo particolarmente rilevante sia sotto il profilo quantitativo, per via della mole di documenti conservati (109 buste e 822 fascc.) sia sotto il profilo della ricerca storica, in quanto fonte preziosa per lo studio del corporativismo e del sindacalismo fascista. Landi, personalità dotata di una solida cultura in campo giuridico e sindacale oltreché di una notevole competenza in tema previdenziale ha conservato nel suo archivio una considerevole quantità di appunti, studi ed elaborazioni in questi ambiti. Particolarmente significativa la parte del fondo relativa alle confederazioni sindacali da lui presiedute, alle quali ha dato un’impronta molto personale, amplificandone i settori di studi e documentazione e migliorandone la comunicazione interna. Uno stile che si riflette assai bene nelle carte di queste organizzazioni (Serie 1, sottoserie 8 Confederazione fascista dei lavoratori del credito e delle assicurazioni CFLCA e sottoserie 9 Confederazione fascista dei lavoratori dell'industria - CFLI) ricche di resoconti e verbali di riunioni sistematicamente conservati, specchio di una concezione capillare del sindacato, oltreché fonte preziosa per uno studio economico – sociale del periodo fascista. Soprattutto, la sottoserie 9 CFLI,  che si colloca nel periodo della guerra, contiene anche un corposo nucleo di relazioni e dati statistici sull’industria italiana durante lo sforzo bellico, accanto a dettagliate relazioni sugli scioperi scoppiati nelle città Italiane agli inizi del 1943 che hanno segnato l’epilogo del regime. Sebbene coincida con una fase di ripiego sotto il profilo delle responsabilità sindacali, il periodo dell’ALI può rivelarsi interessante per lo studio del fitto carteggio intrapreso da Landi con diverse personalità, fasciste e non, che permette di ricostruire le sue posizioni nel periodo successivo al 25 luglio. (Serie 1, sottoserie 10)   

Più contenuto rispetto al primo, ma non per questo immeritevole di attenzione, il nucleo del dopoguerra dove è possibile in primo luogo reperire informazioni sul Mo.si e sul suo organo di stampa “Vita del Lavoro" (Serie 1, sottoserie, 11). Frammentario il corpus relativo alla CISNAL (Serie 1, sottoserie 12) che cronologicamente parte prima della fondazione ufficiale del sindacato e che conserva carte di provenienza varia non sempre riconducibili alla sua attività. Il resto della documentazione restituisce un profilo di Landi in ambito diverso, come docente universitario e pubblicista (Serie 2) e in chiave personale (Serie 3). Emblema della sua figura meticolosa il corposo nucleo della Serie 4 che raccoglie sistematicamente ritagli, estratti e voci enciclopediche su notizie di ogni tipo che spaziano dall’attualità della guerra, a temi di storia del diritto e storia del lavoro. Infine la Serie 5 dà una panoramica generale della carriera di Landi in quanto raccoglie articoli che parlano di lui nel corso della sua attività politica, sindacale e culturale.

Strumenti di ricerca
Inventario a cura di Laura Natoli. Direzione e coordinamento di Alessandra Cavaterra.
Struttura
Serie 1: "Attività politica e sindacale", 1919-1963
             Sottoserie 1: "Attività sindacale a Genova", 1919 - 1929
             Sottoserie 2: "Attività parlamentare", 1929 - 1943
             Sottoserie 3: "Funzionamento delle corporazioni, Ministero delle corporazioni", 1933 - 1941
             Sottoserie 4: "Consiglio nazionale delle corporazioni", 1928 - 1938
             Sottoserie 5: "Confederazione nazionale sindacati fascisti del commercio", 1929 - 1937
             Sottoserie 6: "Previdenza sociale", 1924 - 1943
             Sottoserie 7: "Patronato nazionale per l'assistenza sociale", 1935 - 1941
             Sottoserie 8: "Confederazione fascista dei lavoratori del credito e delle assicurazioni", 1934 - 1941
             Sottoserie 9: "Confederazione fascista dei lavoratori dell'industria, 1941 - 1943
                                  - Resoconti e discorsi, 1940 - 1943
                                  - Corrispondenza, 1936  - 1943
                                  - Dati statistici dell'industria italiana, 1941 - 1943
                                  - Scioperi del 1943, 1943 - 1963
                                  - Varie, 1936 - 1942
             Sottoserie 10: "Azienda ligniti italiane - SAMIL, 1943 - 1944
             Sottoserie 11: "Movimento sindacale (Mo.si), 1946 - 1947
             Sottoserie 12: "Confederazione italiana sindacati nazionali lavoratori (CISNAL)", 1946 - 1964
             Sottoserie 13: "Varie", 1943 - 1963

Serie 2: "Attività didattica e scientifica", 1928-59
             Sottoserie 1: "Università", 1929 - 1943
             Sottoserie 2: "Varie università", 1929 - 1939
             Sottoserie 3: "Pubblicazioni", 1928 - 1959

Serie 3: "Personale", 1921-65
             Sottoserie 1: "Varie private", 1921 - 1965
             Sottoserie 2: "Carriera militare", 1934 - 1943 

Serie 4: "Materiali di documentazione e di studio", 1928-43.
             Sottoserie 1: "Politica economica", 1936 - 1943
             Sottoserie 2: "Economia di guerra", 1939 - 1943
             Sottoserie 3: "Politica finanziaria e del credito", 1934 - 1942
             Sottoserie 4: "Politica sociale", 1928 - 1943
             Sottoserie 5: "Politica interna", 1919 - 1941
             Sottoserie 6: "Diritto del lavoro", 1936 - 1943
             Sottoserie 7: "Guerra rivoluzionaria", 1940 - 1941
             Sottoserie 8: " Seconda Guerra mondiale", 1939 - 1943
             Sottoserie 9: " Militaria", 1912 - 1940
             Sottoserie 10: "Germania", 1937 - 1942
             Sottoserie 11: "Rapporti Chiesa - società", 1939 - 1943
             Sottoserie 12: "Personalità del fascismo", 1932 - 1939
             Sottoserie 13: "Miscellanea", 1924 - 1939
             Sottoserie 14: " Carte geografiche", 1939 - 1941
             Sottoserie 15: " Materiale di documentazione per saggi e studi ", 1932 - 1942

Serie 5: "Raccolta di articoli su Landi", 1927 - 1943 
Incrementi previsti
Descrittori
Fascismo,Sindacalismo fascista,Corporativismo,Previdenza sociale,Credito
Numerazione
Numero:
19
Consultabilità
Libera consultazione ai sensi della normativa archivistica nazionale.
Bibliografia
G. Parlato, Il sindacalismo fascista. II - Dalla "grande crisi" alla caduta del regime (1930-1943), Roma 1989;
P. Neglie, Fratelli in camicia nera. Comunisti e fascisti dal corporativismo alla CGIL (1928 - 1948), Bologna 1996
G. Parlato, La sinistra fascista. Storia di un progetto mancato, Bologna 2000;
B. Garzarelli, Giuseppe Landi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 63, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2004.
L. Cerasi, Un sindacalismo corporativo. Note su Giuseppe Landi, in corso di pubblicazione in "Annali della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice", XXXII (2020), 2. 

Relazioni

Soggetto produttoreLandi, Giuseppe
Fondo di appartenenzaLandi Giuseppe

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Serie | 1921 - 1965PersonaleFondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
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