Lazio'900
Consiglio nazionale
Serie

Metadati

Tipologia
Serie
Data
Data:
31/7/1944 - 24/3/1993
Consistenza
Consistenza (testo libero):
75 scatole per un totale di 203 fascicoli.
Storia istituzionale/Biografia
Organo centrale del partito, il Consiglio nazionale si riunì per la prima volta nel 1944, anno di fondazione ufficiale della Dc. Le carte corprono dunque un arco cronologico che va dalla fondazione della Democrazia critsiana all'anno del suo sciolgimento nel 1993. La lettura dei verbali del Consiglio che, conservati i maniera sistematica costituiscono il nucleo fondamentale della documentazione, consente di seguire, anche sotto il profilo organizzativo, la storia della vita interna del partito. In occasione del Congresso che ebbe luogo a Napoli il 29 e 30 luglio 1944 furono nominati per la prima volta i membri degli organi centrali e, fra essi, anche quelli del I Consiglio nazionale, riunitosi poi per la prima volta il 31 luglio 1944. L'organizzazione del Consiglio subì negli anni successive elaborazioni riguardanti per lo più il numero dei membri e i sistemi elettorali, in uno sforzo continuo di adeguamento alle esigenze dei tempi e alle spinte interne dei diversi gruppi e correnti del partito. La prima formazione del Consiglio avvenne, in via straordinaria secondo le disposizioni transitorie approvate nel corso del Congresso di Napoli, con l'inclusione di 16 membri elettivi, cinque rappresentanti di ex-deputati del periodo pre-fascista e sette esponenti di organizzazioni professionali economiche e culturali; successivamente furono seguite le norme stabilite nella prima formulazione ufficiale dello Statuto, risalente al 1947. Il Consiglio nazionale è un organo che compare fin dalle primissime fasi di vita del partito, ma le sue funzioni saranno via via definite nel corso delle successive modifiche dello Statuto che incideranno sui suoi compiti e sulla sua composizione. Già con il I Congresso nazionale del 1946, il numero dei consiglieri fu modificato con l'abolizione delle rappresentanze di tipo corporativo, che avevano inizialmente caratterizzato l'organo, e l'innalzamento del loro numero a 60 membri.Il II Congresso intervenne nuovamente, questa volta per ridurne il numero a 50 membri e fissarne la composizione, con riferimento ai membri eletti direttamente dal Congresso, in 13 parlamentari, 13 non parlamentari e 18 rappresentanti regionali. Questa innovazione nasceva dalla necessità di riequilibrare in seno al Consiglio il rapporto di forze fra membri parlamentari e rappresentanti del partito e della base, in modo da accentuare il peso di questi ultimi.Con il III Congresso, nel 1949, l'assemblea aumentava a 59 membri eletti dal Congresso così ripartiti: 21 parlamentari, 21 non parlamentari e 17 rappresentanti regionali. In occasione del V Congresso nazionale il Consiglio non subì ulteriori rimaneggiamenti, ma la svolta rappresentata dal cambio della guardia a capo della segreteria politica da Alcide De Gasperi a Amintore Fanfani ebbe i suoi riflessi anche su di esso. La nuova classe dirigente affermatasi in quella occasione si oppose all'introduzione del sistema proporzionale nell'elezione degli organi centrali e diede il via a nuovi indirizzi politici che dovevano in qualche modo sminuire il peso del Consiglio(1).Altri interventi relativi alla composizione risalgono al VI Congresso di Trento del 1956, allorché si assistette all'aumento dei consiglieri eletti a 81 e all'immissione di nuovi membri di diritto; al VII Congresso fu stabilito un nuovo aumento dei membri a 108. Un aumento consistente del numero dei consiglieri fu poi introdotto con l'art. 72 dello Statuto del 1958 che innalzava il numero a 120, per passare poi a 180 con l'art. 68 dello Statuto modificato nel 1962. Da allora fino allo scioglimento ufficiale del partito nel 1994, il numero rimase pressoché invariato aggirandosi attorno ai 200 membri.Nella prima stesura dello Statuto del 1947, cui si è già fatto riferimento, furono delineati, fra l'altro, i compiti del Consiglio nazionale che fu definito "organo deliberativo ordinario del Partito", in via subordinata però al Congresso ed entro la linea da esso fissata. E' stato giustamente notato che in realtà i maggiori poteri deliberativi fossero in capo al Consiglio stesso, e ciò sia per la maggiore frequenza delle adunanze, visto che il Congresso si teneva ogni due anni ed il Consiglio "almeno una volta ogni tre mesi", che per il carattere ristretto dell'organo (2). I suoi compiti erano poi individuati nella convocazione del Congresso, nella elezione del Segretario politico e del Segretario amministrativo, del Presidente del Consiglio nazionale, dei membri della Direzione nazionale e del Direttore del quotidiano "Il Popolo". Il Consiglio doveva inoltre provvedere all'esame e alla discussione dei risultati delle elezioni politiche, a disciplinare le norme per la scelta dei candidati da proporre per le assemblee legislative e discutere le conseguenze politiche scaturite dalle eventuali crisi di governo. Altre sue importanti attribuzioni erano: l'elezione del Collegio dei probiviri e l'esame dei ricorsi avverso le decisioni di questo; la convocazione del Congresso con il relativo ordine del giorno; l'approvazione dei regolamenti dei Gruppi parlamentari e dei movimenti femminile, giovanile, dei reduci di guerra, dei "Gruppi di azienda e categoria" e del "Centro sportivo Libertas". Fino al 1975 il Consiglio nazionale ebbe anche il compito di eleggere il Segretario politico, incarico che poi, con l'art. 86 dello Statuto del 1976, passò al Congresso.Il Consiglio nazionale era tenuto a riunirsi almeno una volta ogni tre mesi, e doveva indire una seduta entro 20 giorni dalla fine di ogni Congresso ed entro 15 giorni dai risultati elettorali ufficiali. Come si evince da questa breve rassegna dei compiti e delle evoluzioni statutarie relative alle competenze del Consiglio, la documentazione da esso prodotta negli anni risulta fondamentale per un'approfondita lettura della vita interna del partito e delle linee politiche generali; essa offre, infatti, un vasto terreno di testimonianze sulle complesse posizioni interne, sui fermenti intestini e sulla maturazione degli indirizzi politici del partito._______________________________________________________1. "Si può dire che il Congresso di Napoli segnò l'avvio della svalutazione del CN e la sua utilizzazione come "base di lancio" verso il Parlamento e le cariche di governo". G. Di Capua, La Democrazia Cristiana in Italia: III. Composizione e funzionamento del Consiglio nazionale, in "Tempi Moderni dell'economia della politica e della cultura", Roma, 1961 luglio-settembre, a.IV, p.7.2. L'organizzazione partitica del PCI e della DC, Bologna, Il Mulino, 1968, p. 201
Storia archivistica
La serie consta di 75 scatole di documenti e copre gli anni 1944-1993. Come per le altre serie, anche la documentazione del Consiglio nazionale presenta una storia complessa non solo per ciò che attiene al suo recupero, ma anche per quanto riguarda il suo ordinamento (3) . Le funzioni del Consiglio definite nello Statuto trovano riscontro nelle principali tipologie di materiale che compongono la serie. Come si è visto i compiti del Consiglio erano diversi; le riunioni si svolgevano, in linea di massima, secondo uno schema che prevedeva anzitutto la discussione dei temi all'ordine del giorno con gli interventi dei membri del Consiglio, l'esposizione di proposte di mozioni e ordini del giorno da sottoporre a votazione e l'elaborazione di un documento finale che riassumesse la linea da sottoporre alla Direzione nazionale. Tra le carte troviamo quindi in primo luogo i verbali delle riunioni che per molto tempo si presentano nella forma di resoconto sommario degli interventi; ciò significa che il testo dei discorsi pronunciati davanti al Consiglio è frutto di un'elaborazione condotta sulla base di appunti, anch'essi frequentemente conservati. Il confronto fra il contenuto degli appunti e la versione sommaria degli interventi può risultare, in qualche caso, significativo. Va detto, e ciò vale sia per questa fondamentale tipologia che per le altre, che la serie non appare del tutto completa; infatti, tenendo conto che la convocazione del Consiglio era prevista almeno ogni tre mesi, risultano chiare le lacune del primo periodo. Successivamente la presenza dei verbali si fa più costante. A partire dalla metà degli anni '50 si trovano, invece, i resoconti stenografici degli interventi, che riportano il testo integrale dei discorsi dei relatori e delle mozioni. Negli anni tra il 1962 e il 1970 vi è una certa abbondanza di verbali stenografici delle sedute, tipologia che va pian piano scemando così come gli appunti manoscritti delle sedute, lasciando il posto alle versioni sintetiche dattiloscritte, frutto di elaborazioni successive alle sedute. L'elezione di una delle cariche di competenza del Consiglio dava luogo alla produzione dei relativi verbali e delle schede di elezione. Questi documenti non presentano precise caratteristiche formali: i verbali di scrutinio sono di volta in volta redatti in maniera puntuale o in forma di semplici appunti, al pari delle schede di votazione. Questa mancanza di formalismi appare caratteristica, poiché riscontrabile anche in altre tipologie. Ad esempio, i termini "ordini del giorno" e "mozioni" non sembrano utilizzati per indicare in maniera univoca una precisa tipologia, al punto da far ritenere che essi venissero utilizzati quasi come sinonimi.Nella serie è poi presente la documentazione prodotta dalle commissioni create in seno al Consiglio per la trattazione di particolari problemi come la riforma dello statuto del partito e delle leggi elettorali, per l'esame dei ricorsi contro le decisioni del Collegio dei probiviri, ecc. C'è inoltre il materiale relativo all'organizzazione delle convocazioni del Consiglio da cui possono trarsi utili informazioni circa il personale impiegato, le sedi di riunione, ecc.All'interno dei fascicoli non mancano alcune curiosità come, ad esempio, le caricature di alcuni membri del Consiglio, ritratti da autore anonimo durante le sedute.La serie è inoltre ricca di materiale preparatorio composto da fotocopie, ciclostilati, manoscritti che contengono testi di relazioni, progetti, schemi o bozze di documenti ad uso puramente interno. Infine, si sottolinea la presenza di materiale a stampa, raccolto in sottofascicoli contenenti rassegna stampa in ritagli, resoconti sui commenti della stampa relativi ai lavori del Consiglio, copie di quotidiani e settimanali, opuscoli a stampa contenenti discorsi o altro materiale di propaganda.Per quanto riguarda i criteri e il livello di descrizione adottati, oltre alle informazioni fondamentali a livello di fascicolo riguardanti la data di riunione del Consiglio e le tipologie documentarie, si è scelto di fornire anche l'elenco dei partecipanti alle sedute del Consiglio di cui si conservano gli interventi. Attraverso la ricerca per "antroponimi", questa scelta garantisce la possibilità di reperire in maniera rapida e precisa i testi degli interventi dei singoli consiglieri di cui si conserva memoria. ______________________________________________________3. Per una ricostruzione delle vicende dell'archivio si veda l'introduzione nella parte relativa alla "Storia del fondo".
Numerazione
Numero:
3

Relazioni

Soggetto produttoreDemocrazia cristiana
Fondo di appartenenzaDemocrazia cristiana
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