Lazio'900
Istituto nazionale di studi politici ed economici (Inspe)
Fondo

Metadati

Tipologia
Fondo
Data
Data:
1959-1975
Consistenza
Tipologia:
busta/e
Quantità:
18
Tipologia:
fascicolo/i
Quantità:
233
Storia istituzionale/Biografia
La genesi – per così dire, mediata - dell’Istituto di studi politici ed economici risiede nella creazione del Settore Convegni nazionali di politica e cultura, decretata dalla decisione del Comitato esecutivo e della Direzione nazionale del Movimento sociale italiano poco prima del 3 dicembre 1958, quando con circolare del segretario nazionale Arturo Michelini se ne annunciò l’avvenuta istituzione, con la precisazione circa il suo affidamento al vicesegretario del Partito Nino Tripodi (serie 1. Istituzionale, busta 1, fasc. 1).
È ragionevole pensare che simile istituzione sia stata favorita, se non voluta, dallo stesso Tripodi, convinto sostenitore dell’importanza della cultura nell’elaborazione dell’azione politica, tanto da impostare la propria sulla base di una salda e continua ricerca e di un affinamento intellettuale. D’altra parte, in una nota dattiloscritta redatta internamente all’Inspe in anni successivi quale autodescrizione dell’Istituto da diramare all’esterno, si legge che “al sorgere e al coordinamento dell’Istituto ha contribuito in maniera decisiva l’on. avv. Nino Tripodi, suo attuale segretario generale”, mentre a mano fu aggiunto  "[hanno contribuito…] e il dott. Vito Panunzio, direttore di ‘Pagine libere’” (idem, bozza di nota s.d.).
Nella citata circolare si indicava il programma per l’anno successivo, che prevedeva quattro impegnativi convegni su temi allora all’ordine del giorno dell’agenda politica italiana: “1) I problemi del Mezzogiorno e delle isole nell’Italia di oggi (Napoli, marzo 1959); 2) Iniziativa privata e statalismo di fronte al Mercato comune europeo (Milano, giugno 1959); 3) La scuola, come educazione umana e politica e come formazione di capacità intellettuali e tecniche; 4) Crisi della Costituzione e dello Stato (Roma, dicembre 1959)”.
La circolare forniva inoltre l’articolazione del Settore Convegni nazionali, alle cui dipendenze era creato l’Ufficio Convegni locali, guidato da Vanni Teodorani, con il fine dell’organizzazione di “manifestazioni di interesse territorialmente circoscritto, sui problemi politici, economici, sociali, amministrativi delle regioni, delle province, dei comuni italiani”. L’impostazione da dare alle manifestazioni, sia nazionali, sia di interesse locale, doveva prescindere dall’ambito strettamente partitico: viceversa, era necessario impostare le tematiche da trattare secondo modalità critiche condivisibili con correnti di pensiero affini. Di conseguenza i dirigenti, i militanti e gli iscritti al Partito avevano il dovere di favorire in ogni modo la promozione di simili manifestazioni, anche prendendo contatto con personalità distanti dal Msi, “astenendosi da ogni valutazione partitica, e considerando solo la superiore coerenza di fronte ai tradizionali interessi della nazione e dello Stato”.
Sulla base di questi intendimenti il 7 gennaio 1959 il responsabile del Settore, Tripodi, indisse una riunione tra i principali dirigenti del Partito per il 9 dello stesso mese onde discutere l’organizzazione dei Convegni previsti (idem).
Ma il 14 febbraio successivo lo stesso Tripodi annunciava che i Convegni sarebbero stati indetti sotto l’egida di un ente “di recentissima costituzione: l’Istituto nazionale di studi politici ed economici (Inspe)”, del cui Comitato di presidenza sarebbe stata di lì a poco comunicata la composizione (idem).
Questa genesi fornisce la misura della parziale commistione dell’Inspe con il Movimento sociale italiano, di cui appare una sorta di appendice culturale, un ente parallelo o, meglio, tangente che operava con il fine di creare un ponte tra certo mondo culturale, non alieno dalla vicinanza con il partito della Destra ma non omogeneo a esso, e la Destra stessa. Inoltre nella documentazione dell’Istituto si nota una certa commistione dei ruoli, giacché nelle comunicazioni verso l'esterno talvolta il segretario generale Tripodi si avvaleva della carta intestata del Partito e firmava, conseguentemente, quale vicesegretario di esso, pur se le comunicazioni erano relative ad attività dell'Inspe. Se ne deduce una forte interconnessione tra il Partito e l'Istituto: non a caso, i Corsi di orientamento culturale per i giovani, organizzati dall’Inspe dal 1961 per alcuni anni, drenavano frequentanti dalle organizzazioni giovanili del Movimento sociale.
L’obiettivo dell’Inspe era dunque duplice: da un lato dare respiro culturale alla propria azione politica attraverso l’approfondimento dei vari temi con lo studio e la ricerca, dall’altro avvicinare al proprio mondo intellettuali, amministratori, docenti di estrazione diversa per avere l’opportunità di farsi conoscere e apprezzare e ottenere dignità culturale da presentare al Paese. Non a caso, in un opuscolo edito dall’Inspe questa strategia si esplicitava con una certa chiarezza - “attrarre la cultura italiana in un organismo apartitico, autonomo dai sinistrismi democristiani e avverso a quelli socialcomunisti, e riportarla alle tradizioni nazionali e mediterranee” (idem, bozza di nota s.d.) - facendo trapelare sia l’ambizione nutrita dall’Inspe sia la preoccupazione verso l’egemonia culturale, fosse essa di matrice marxista o cattolica, nella società italiana.
Lo Statuto sociale, edito nel 1960, chiariva che i fini istituzionali dell’Istituto (art. 2) erano quelli di “richiamare l’attenzione sui principali problemi politici ed economici che agitano il mondo contemporaneo e in particolare l’Italia [proponendo] quelle soluzioni che maggiormente si palesino in funzione degli interessi della nazione italiana”, e quindi “promuovere e incoraggiare con ogni opportuno mezzo lo studio di tali problemi e la conoscenza degli stessi”; un altro obiettivo che l’Inspe riteneva assai importante era relativo alla crescita culturale dei giovani per formare la nuova classe dirigente italiana.
Gli organi statutari previsti erano il presidente, due vicepresidenti, il segretario generale; fu rapidamente aggiunta la carica di presidente onorario. Organi collegiali erano l’Assemblea dei soci fondatori e il Consiglio di presidenza (che in un primo momento fu chiamato “Comitato”), comprendente il presidente, i vicepresidenti, il segretario generale. Al 1959 il Consiglio era composto da Alberto Asquini, Emilio Betti, Giorgio Del Vecchio, Carlo Fabrizi, Cipriano E. Oppo, Gioacchino Volpe, con Tripodi segretario generale. Nel 1960 l’articolazione delle cariche vedeva Volpe presidente onorario (dal 18 febbraio), Asquini presidente, Carlo Curcio e Fabrizi vicepresidenti, Betti, Amedeo Giannini, Vito Panunzio componenti del Consiglio, mentre Tripodi manteneva – e la mantenne sino alla fine – la carica di segretario generale.
Un altro organigramma certo è quello del 1961, la cui sola differenza con il precedente era costituita dalla presenza di Giorgio Del Vecchio invece di quella di Amedeo Giannini, nel frattempo deceduto, nel Consiglio.
I soci fondatori, e sottoscrittori dello Statuto, furono Alberto Asquini, Franco Angelini, Renato Balzarini, Emilio Betti, Roberto Cantalupo, Ernesto Cianci, Carlo Curcio, Giorgio Del Vecchio, Amleto Di Marcantonio, Carlo Fabrizi, Amedeo Giannini, Giuseppe Landi, Renato Melis, Cipriano E. Oppo, Antonino Pagliaro, Vito Panunzio, Nicola Pende, Gianni Roberti, Guglielmo Tagliacarne, Nino Tripodi, Gioacchino Volpe, Vittorio Zincone, nomi dunque di sicuro spessore intellettuale. Via via si aggiunsero nuovi soci, che ebbero il titolo di effettivi, tra gli altri Paola Arcari, Giuseppe Menotti De Francesco, Marino Gentile, Piero Operti, Massimo Rocca.
Gli strumenti attraverso i quali l’Istituto riteneva possibile raggiungere le proprie finalità consistevano nell’organizzazione di convegni – mezzo privilegiato, come si è visto con la circolare menzionata, almeno in un primo tempo -, di conferenze, di corsi di perfezionamento per i giovani, più tardi di tavole rotonde; anche l’attività pubblicistica era ritenuta importante, così come la “costituzione di biblioteche”, mezzi che sottolineavano la consapevolezza dell’importanza della funzione pedagogico-culturale nella formazione politica e politico-economica.
La prima uscita pubblica dell’Inspe fu il Convegno “I problemi del Mezzogiorno e delle isole nell'Italia d'oggi”, già nel programma del Settore Convegni nazionali di politica e cultura del Msi, che si tenne a Napoli dal 26 al 28 aprile 1959, dopo una rapida ma attenta preparazione, per la quale si coinvolsero le Federazioni provinciali del Msi, invitate a individuare i nominativi di persone in grado di sostenere tesi in relazioni apposite (serie 2. Convegni, ss. 1. Convegno “La questione meridionale nell'Italia d'oggi”, b. 3, fasc. 44). L’organizzazione infatti prevedeva che il Convegno fosse articolato in relazioni generali e comunicazioni, interventi su temi specifici rispetto al tema generale. La correlazione fra Istituto e Partito fu esplicita anche in questo caso: la circolare del 24 marzo 1959, a firma del vicepresidente nazionale Msi Tripodi, comunicava ai dirigenti del Partito che il segretario nazionale aveva riunito il Comitato di presidenza dell’Inspe per una puntualizzazione circa l’organizzazione del Convegno napoletano, dal che si può dedurre quanto il Msi si considerasse il patrocinatore dell’Istituto.
Gli inviti alla partecipazione anche attiva al Convegno furono estesi ai membri del governo, ai parlamentari delle circoscrizioni meridionali, agli iscritti al Partito. I relatori generali furono undici, tra essi  tecnici, sindacalisti, professori universitari, mentre coloro che intervennero nella discussione assommarono a quarantacinque. Il Convegno fu molto seguito, con una platea di circa trecento persone tra politici, docenti universitari, tecnici dell’economia e del mondo del lavoro. Il Convegno terminò con una mozione auspicante alcune soluzioni ai problemi del Sud, desunte dalle relazioni. Essa, resa a stampa (I problemi del Mezzogiorno e delle isole nell'Italia d'oggi. Mozione finale del convegno, Napoli 26, 27 e 28 aprile 1959, Tip. Tambone, Roma [1959]), fu inviata a numerosi membri del governo (Segni II), che aderirono alle proposte e assicurarono il loro interessamento affinché le proposte stesse fossero attuate.
Del Convegno furono pubblicati gli Atti (La questione meridionale nell’Italia d’oggi, Cappelli, Bologna 1959), i cui manoscritti sono presenti nell’archivio e talvolta si discostano da quanto edito. Nel volume l’Inspe appare a tutti gli effetti quale promotore dell’evento e nelle introduzioni non si fa menzione del Partito, che invece dalla documentazione appare come il “comprimario” e il deus ex machina dell’intera iniziativa, avendo messo in campo le proprie forze con il mobilitare i componenti del Comitato centrale, i segretari federali, i capigruppo consiliari regionali, provinciali, comunali per la riuscita del Convegno attraverso una massiccia partecipazione, soprattutto dei dirigenti e militanti del Meridione.
Analoga ma non identica organizzazione fu messa in campo per il Convegno svoltosi l’anno successivo a Firenze sui “Problemi della scuola italiana”. Qui il ruolo del Partito appare meno incisivo, meno invasivo, forse anche per l’acquisita capacità dell’Inspe di muoversi autonomamente, con l’essere divenuto noto quale soggetto attivo nell’ambito politico-culturale. D’altra parte, Tripodi aveva dato assicurazione agli interlocutori con i quali veniva in contatto per le questioni logistiche che “l’Istituto organizzatore, come i lavori del Convegno, sono assolutamente estranei a qualsiasi intento politico e partitico” (ibidem, ss. 2, b. 7, fasc. 84, lettera di Tripodi al presidente del Circolo Borghese di Firenze, minuta del 29 aprile 1960). Di sicuro però non pochi militanti del Msi furono tra gli “interventori” a commento delle relazioni generali (l’articolazione dell’evento fu la stessa – relazioni generali e interventi – del Convegno di Napoli).
Il lavori del Convegno, tenutosi tra l’8 e il 10 maggio, ebbero luogo al Circolo Borghese e della stampa, mentre l’inaugurazione, come da accordi con il commissario prefettizio di Firenze, il viceprefetto Lorenzo Salazar, avrebbe dovuto svolgersi nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio. Ma, come riferito da un quotidiano, nella notte tra il 7 e l’8 maggio Salazar comunicava all’Inspe la protesta di tutti i partiti del Consiglio comunale – in realtà, piccola omissione del commissario, dei soli Psi e Pci - circa la concessione del luogo della prevista inaugurazione; la delegazione dei rappresentanti di questi partiti aveva sottoposto a Salazar l’inopportunità, “in nome della Resistenza”, di porre a disposizione dell’Inspe la citata sala, minacciando un’invasione. La seduta inaugurale fu quindi trasferita nella sala del Palazzo di Parte Guelfa (serie 1. Istituzionale,  b. 1, fasc. 10, ritaglio stampa con articolo Inaugurazione spostata. Palazzo Vecchio proibito, in “Il Secolo d’Italia”, 11 maggio 1960).
Anche in questo caso il Convegno destò un certo interesse e fu seguito in loco da più di duecento studiosi, politici, amministratori, docenti, mentre la stampa, la televisione e la radio diedero spazio ad alcuni relatori. Le sessioni si articolarono in La formazione dell’uomo, La ricostruzione della personalità del giovane, L’insegnamento della storia, La riforma scolastica, L’insegnamento del latino, La scuola e il lavoro. Tra i relatori principali, Antonino Pagliaro, Nicola Pende, Ettore Paratore, Luigi Volpicelli. Durante il Convegno fu ricordato Arrigo Serpieri, morto proprio a Firenze alcune settimane prima. Negli Atti (Problemi della scuola italiana, Cappelli, Bologna 1960) tale ricordo non fu inserito, ma è presente nell’archivio (serie 2. Convegni, ss. 2., b. 7, fasc. 88). Di essi furono editi alcuni estratti, un esempio dei quali è in apposito fascicolo del fondo (ibidem, b. 9, fasc. 108, G. M. Pozzo, Tradizione e progresso della nostra scuola).
Nel 1962 l’Inspe aveva in programma un terzo Convegno, “Il comunismo di fronte alle costituzioni degli Stati europei”, che per motivi ignoti non ebbe luogo: l’unica traccia è il comunicato stampa relativo al progetto, dove si annuncia la convocazione di studiosi di vari Paesi per animare le giornate di studio (ibidem, ss. 3., b. 10, fasc. 109).
Anche il 1964 doveva essere l’anno del terzo Convegno Inspe, per il quale fu scelto il tema relativo alla riforma della legislazione urbanistica, ma l’idea non si concretò (serie 1. Istituzionale, busta 1, fasc. 1, bozza di nota s.d.).
La documentazione posseduta dà notizia del Convegno sulla Carta del lavoro, organizzato dalla Scuola di partito del Msi nel 1967, nei giorni 24 e 25 aprile, per ricordare il quarantennale della sua emanazione. Non si tratta dunque propriamente di un convegno da ricondurre all’Inspe, bensì di una iniziativa del Partito, in cui giocò un ruolo preminente il vicesegretario nazionale Tripodi, come noto segretario generale dell’Istituto. Il Convegno fu una celebrazione del documento tutta interna al Msi, con la partecipazione di parlamentari, dirigenti, quadri, iscritti, sindacalisti dell’organizzazione di riferimento, la Cisnal. Esso fu seguito inoltre dai migliori allievi della Scuola di partito, istituita recentemente in occasione del ventesimo anniversario della fondazione del Movimento sociale italiano (1946-1966). Le relazioni, tenute tra gli altri da Augusto De Marsanich, Diano Brocchi, Adriana Palomby, Massimo Aureli, sottolinearono principalmente la visione che mosse a suo tempo i promotori del documento, quale il superamento del dualismo Stato-individuo e della concezione liberale-liberistica per giungere all’approdo alle rive corporative. La Carta fu dai relatori analizzata sotto il profilo storico, giuridico, economico, giuslavoristico, sindacale: le relazioni sollecitarono un vivace dibattito durante il quale emersero posizioni diverse tra loro e questioni da risolvere in sedi differenti.
I convegni ebbero notevole risonanza, sia presso le “alte sfere” (governative, istituzionali), sia presso gli “addetti ai lavori”  dei settori intorno ai quali si discuteva e qualche volta, grazie alle notizie giornalistiche, anche nel grande pubblico.
Parallelamente all’attività convegnistica l’Inspe programmò una serie di iniziative che fossero in grado di veicolare le sue idee. Si iniziò con un ciclo di conferenze, tenute non necessariamente da aderenti all’Istituto, benché i soci Inspe furono tra i primi relatori a offrirsi. Il prof. Enrico De Leone, ordinario di Storia e istituzioni dell’Africa all’Università di Cagliari, diede spontaneamente la propria disponibilità a una serie di incontri in varie città italiane nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia, sotto l’egida dell’Inspe, e divenne in seguito socio dell’Istituto. Seguirono, tra il 1961 e il 1962, Marino Bon Valsassina, Emilio Betti, Ugo Redanò, Mario Ferraboschi, Antonio Zappi Recordati, su temi che spaziavano dall’agricoltura alla medicina, dalla storia alla sociologia. La conferenza di Emilio Betti sulla “Funzione sociale della proprietà fondiaria” fu pubblicata nella collana dell’Inspe, “Quaderni dell’Istituto nazionale di studi politici ed economici”, altro strumento giudicato importante per la diffusione delle istanze dell’Istituto (E. Betti, Funzione sociale della proprietà fondiaria, Inspe, Roma 1962, “Quaderno dell’Istituto nazionale di studi politici ed economici”).
Le sedi delle conferenze furono prestigiose, come la Sala Borromini e Palazzo Marignoli a Roma, Palazzo Manassei a Terni, mentre le conferenze stesse ebbero largo seguito, grazie agli inviti personali recapitati a cura dell’Inspe sulla base di folti elenchi predisposti (serie 3. Conferenze, b. 10, fascc. 104 e 109).
Una delle attività caratterizzanti l’Istituto fu quella riguardante i corsi di formazione politico-culturale diretti alla componente giovanile della società. Se i convegni consentirono all’Inspe in alcuni casi di salire alla ribalta, i corsi avevano rilievo per un altro verso: quello dell’educazione politica e civica delle giovani generazioni.
Il I Corso di orientamento culturale per i giovani fu organizzato nel 1961, nei giorni 2-13 maggio, e fu indetto con circolare del vicesegretario nazionale del Msi Nino Tripodi del 10 aprile (serie 4. Corsi, ss. 1., b. 11, fasc. 125). Al Corso erano ammessi giovani laureati, studenti universitari, alunni di scuola media superiore particolarmente versati negli studi. Il bacino da cui attingere gli iscritti era quello del Partito: infatti l’Inspe sollecitava le Federazioni provinciali del Movimento sociale italiano affinché segnalassero giovani promettenti tra i militanti. Le lezioni si svolgevano nella mattina ed erano tenute da docenti per lo più soci dell’Inspe, da giornalisti, da diplomatici. La prima lezione fu preceduta dal “Saluto ai giovani” del presidente onorario dell’Inspe Gioacchino Volpe e si ebbe una delucidazione sugli “Scopi del Corso” da parte del segretario generale Tripodi. Sulla cattedra del I Corso si alternarono lo stesso Tripodi, l’iranista Antonino Pagliaro, Gianni Roberti, sindacalista della Cisnal, l’ex ambasciatore Roberto Cantalupo, Nicola Francesco Cimmino, critico letterario, i giornalisti Fausto Gianfranceschi e Claudio Quarantotto, la professoressa Paola Maria Arcari e diversi altri. Le materie e gli argomenti, da cui scaturivano discussioni coordinate dai docenti, spaziavano tra la storia e la politologia, le questioni coloniali, la filosofia, i problemi del lavoro, cui si annetteva grande importanza, ma si affrontavano anche temi di arte e di letteratura, in genere con risvolti fortemente collegati con l’attualità. I discenti ebbero inoltre modo di effettuare visite al Museo dell’Africa italiana e alle Camere.
Il Corso era disciplinato da un Regolamento, che fra l’altro prevedeva la gratuità della frequenza e della permanenza in Roma – sede del Corso – da parte di giovani provenienti da altre località; il Comitato organizzatore, composto da Nino Tripodi, Vito Panunzio, Nicola Francesco Cimmino, vigilava sulla regolarità dell’andamento del Corso e sulla disciplina degli allievi.
Il Corso si concluse con le “dichiarazioni riassuntive” del presidente dell’Inspe, prof. Alberto Asquini. Poco dopo si provvide alla stampa di almeno una delle lezioni, quella di Claudio Quarantotto (C. Quarantotto, Lo spettacolo all’assalto della società, Inspe, Roma 1962, “Quaderni dell’Istituto nazionale di studi politici ed economici”).
Dato il successo del I Corso – ad esso parteciparono cinquanta giovani –, si ritenne opportuno ripetere l’esperienza e nel breve volgere di sei mesi si diede luogo al II Corso di orientamento culturale per i giovani, dal 18 al 26 novembre, sostanzialmente con gli stessi criteri del precedente e constò quindi “di lezioni svolte dai docenti e di dibattiti tra i discenti” (serie 4. Corsi, ss. 2, b. 12, fasc. 154, “Programma delle lezioni” a stampa). Molti docenti furono i medesimi del Corso precedente; ad essi si aggiunsero tra gli altri il poliedrico Aniceto Del Massa, Giovanni Calendoli, allora docente del Centro sperimentale di cinematografia, poi direttore dell’Istituto di storia del teatro e dello spettacolo dell'Università di Padova, e giornalisti come Ugo Manunta e Giuseppe A. Longo. Il II Corso fu seguito da ottanta giovani.
Il III Corso (12-18 marzo 1964, inizialmente previsto per il febbraio), contrariamente ai precedenti, ebbe carattere monografico, si volle cioè conferire una sorta di unitarietà alle lezioni con lo studiare un tema, il rapporto tra Stato e partiti politici, sotto i suoi diversi aspetti. L’annuncio del Corso fu dato il 20 dicembre 1963 da Tripodi, nella veste di vicesegretario nazionale del Movimento sociale italiano, “a tutti i segretari e commissari provinciali del Msi / ai componenti il Comitato centrale”, precisando che esso era stato indetto dall’Inspe nell’ambito delle sue iniziative “volte a prospettare alla gioventù i problemi di fondo che agitano il mondo contemporaneo”, e si mettevano a disposizione del Partito trenta posti “da assegnarsi agli iscritti al Msi o alle organizzazioni parallele che abbiano già dato prova di maturità e di interesse ai nostri problemi ideologici” (serie 4. Corsi, ss. 3, b. 13, fasc. 158).
A tenere le lezioni, seguite da cinquantacinque giovani, furono chiamate sia le personalità che già avevano rivestito il ruolo di docenti dei Corsi, sia altre, alcune delle quali, come Titta Madia e Alfonso Sermonti, furono impossibilitate a partecipare per motivi professionali o personali, mentre aderirono all’invito del segretario generale Tripodi Dino Pasini, Giorgio Del Vecchio, Salvatore Foderaro. La partecipazione di giuristi, studiosi della società, storici, accademici consentì un inquadramento complessivo di un certo livello, tale da suggerire la pubblicazione delle lezioni del Corso nella collana editoriale dell’Istituto (A. Asquini e altri, Il partito politico in Italia, Inspe, Roma 1964, “Quaderni dell’Istituto nazionale di studi politici ed economici”), mentre le lezioni anche del I Corso e del II sono conservate nell’archivio dell’Istituto (serie 4. Corsi, ss. 5., b. 17, fascc. 189-192).
L’anno dopo la tradizionale fisionomia dei Corsi fu radicalmente modificata: il IV Corso, infatti, lungi dal caratterizzarsi secondo lo schema docente/discenti, si articolò sulla base di relazioni svolte dagli stessi allievi su argomenti connessi con il tema generale, “Lineamenti di una nuova democrazia”, sollecitando le risorse personali di ciascun allievo con il fornirgli l’argomento da trattare e alcuni spunti su cui imperniare la relazione.
Il IV Corso fu indetto con circolare del segretario generale Tripodi indirizzata ai presidenti del Fuan, ai presidenti dell’Associazione studentesca d’azione nazionale Giovane Italia, ai dirigenti delle organizzazioni giovanili del Movimento sociale italiano con il fine esplicito di “interessare i giovani ai problemi politici ed economici del nostro tempo e sensibilizzare in essi l’attitudine a risolverli secondo principii tipicamente italiani” (serie 4. Corsi, ss. 4, b. 14, fasc. 174, circolare dell’11 febbraio 1965). L’appello ebbe un buon risultato e circa cinquanta giovani, individuati anche dalle Federazioni provinciali del Partito, risposero positivamente. La prolusione fu tenuta dal prof. Gianni M. Pozzo dell’Università di Padova: in essa Pozzo denunciò l’involuzione del mondo moderno dovuta al rifiuto della tradizione storica, filosofia e religiosa e propose la rivalutazione dei principi dell’umanesimo coniugati con l’organizzazione del lavoro per conferire alla persona la dignità a essa spettante. La prolusione fu pubblicata con il titolo Verso l’umanesimo del lavoro per i tipi dell’Inspe (Roma 1965, “Quaderni dell’Istituto nazionale di studi politici ed economici”).
Ai frequentanti furono sottoposti gli schemi di 11 “tesi” e relativi argomenti utili al loro sviluppo, ma ciascuno avrebbe dovuto preparare la relazione, della durata di mezz’ora, su un tema preciso assegnatogli dal segretario generale. Dalla relazione sarebbe scaturito il dibattito, moderato da un docente. Le relazioni degli allievi sono conservate in apposito fascicolo dell’archivio (serie 4. Corsi, ss. 4., b. 14, fasc. 184).
Nel 1966, in occasione del ventennale della propria fondazione, il Msi promosse la creazione della Scuola di partito, organismo mirato alla formazione dei quadri e dei dirigenti giovanili. Il I Corso di preparazione politica organizzato dalla Scuola ebbe inizio il 21 gennaio 1967: presidente del Corso fu nominato Ezio Maria Gray, vicesegretario nazionale del Msi, direttore Nino Tripodi. L’Inspe non ebbe parte nell’organizzazione, se non attraverso il proprio segretario generale Tripodi, che assommava nella propria persona le due cariche di dirigente nazionale del Partito e dirigente Inspe. L’on. Angelo Nicosia collaborò alla parte amministrativa della Scuola.
Il Corso, terminato il 31 dello stesso mese, fu rivolto ai dirigenti del Raggruppamento giovanile studenti e lavoratori, con l’obiettivo di potenziare “la capacità politica di essi, perfezionandone le attitudini organizzative, approfondendone la preparazione culturale, aggiornandone l’informazione tecnica” (serie 4. Corsi, ss. 6., sss. 1, b. 16, fasc. 200, Regolamento del I Corso di preparazione politica per dirigenti giovanili) e fu frequentato da circa cinquanta giovani. Per raggiungere simili finalità si stabilì un fitto programma di lezioni, per le quali il direttore propose, e il segretario nazionale del Partito Michelini sugellò, deputati e senatori del Msi, tra cui Giorgio Almirante, Giulio Caradonna, Enea Franza, Lando Ferretti, Gastone Nencioni, e alcuni dirigenti, come Giorgio Bacchi, Diano Brocchi, Primo Siena e Angelo Tarchi, nonché accademici come Nicola F. Cimmino e Adriana Palomby.
I temi affrontati furono molteplici, la Costituzione, la crisi delle ideologie contemporanee, le dottrine e i partiti liberali, marxisti, cattolici, l’idea fascista, la propaganda, l’organizzazione partitica, la politica economica e la politica estera, il sindacato. Al termine del Corso una commissione di valutazione, composta tra l’altro dal presidente e dal direttore, tenne colloqui con gli allievi sottoponendo loro fra l’altro prove, per così dire, pratiche, consistenti in tracce con interrogativi comportamentali in situazioni specifiche, richiedenti prontezza di risposta e argomentazioni solide (ibidem, fasc. 201). Il Partito provvide poi alla pubblicazione delle lezioni (Movimento sociale italiano, Scuola di partito. Lezioni del I Corso di preparazione politica per dirigenti giovanili, Roma, REC 1967), raccolte sulla base delle registrazioni magnetiche effettuate durante il Corso.
Il II Corso di preparazione politica per dirigenti giovanili della Scuola di partito ebbe luogo a Roma tra il 20 ottobre e il 10 novembre dello stesso anno. La scarsa documentazione conservata non consente ragguagli intorno al suo svolgimento.
Si ha notizia di un Corso, non si sa se patrocinato dall’Inspe o dalla Scuola di partito, svolto dal 12 al 16 febbraio 1970, ma la totale assenza di carte impedisce qualunque sua descrizione.
L’Inspe tornò a essere protagonista della formazione politica dei giovani nel 1975, quando, in collaborazione con l’Associazione italiana per la cultura occidentale (Aico) - promossa da Armando Plebe e nata a Torino nel 1973 “alla conclusione del Congresso degli intellettuali di Destra sulla difesa della libertà” (A. Plebe, La civiltà del postcomunismo, Cen, Roma 1975, p. 75) -, diede vita al “Corso di cultura politica”. Esso consistette in sedici lezioni, dal 23 gennaio al 20 marzo, e fu frequentato da più di ottanta allievi, con docenti trattanti tematiche disparate, tra cui lo stesso Plebe che argomentò intorno al tema “Gramsci e il comunismo”, l’ambasciatore Francesco Cavalletti relatore sulla questione “La distensione Usa-Urss e i riflessi europei”, il prof. Enrico De Leone che parlò di “Occidente anticolonialista e Urss imperialista”, l’on. Gianni Roberti, segretario generale della Cisnal, il quale dedicò il suo intervento all’“Incidenza negativa della sovversione sindacale marxista sulla produzione economica”, e altri.
L’anno precedente Armando Plebe aveva pubblicato con l’Inspe l’opuscolo Un laico contro il divorzio (Inspe, Roma [1974], “Quaderni dell'Istituto nazionale di studi politici ed economici”, nuova serie, n. 4). Data la presenza nell’archivio dell’Inspe di fotografie attestanti attività dell’Aico, con la partecipazione di Tripodi, si potrebbe pensare a una collaborazione organica tra i due enti.
Un’altra attività dell’Inspe, non documentata dalle carte ma attestata da pubblicazioni, fu quella delle Tavole rotonde. La nuova serie della collana “Quaderni dell’Istituto nazionale di studi politici ed economici”, iniziata nel 1971, esordì con la pubblicazione degli atti di uno di questi eventi e si intitolò Il dramma della Libia, trascrizione degli interventi all’omonima Tavola rotonda con Enrico De Leone, Roberto Socini, e la partecipazione del Presidente dell’Associazione nazionale rimpatriati dalla Libia Francesco Scontrino, introdotti da Giorgio Bacchi, vicesegretario nazionale del Msi. Simile argomento fu voluto, come dichiarò Tripodi in esordio dell’iniziativa, perché l’Inspe non poteva “restare indifferente a un fatto gravissimo che ha leso e offeso la storia della Patria italiana”, cioè l’espulsione “ingiustificata e indiscriminata” degli italiani dalla Libia di Gheddafi, mentre “l’Italia ufficiale nulla fece” (Bacchi, De Leone, Socini, Scontrino, Tripodi, Il dramma della Libia, Inspe, Roma 1971, “Quaderni dell’Istituto nazionale di studi politici ed economici”, nuova serie, n. 1, pp. 9 e 5).
Il 9 novembre 1973, a Palazzo Pallavicini-Rospigliosi a Roma, “Il conflitto arabo-israeliano” fu l’oggetto della Tavola rotonda cui parteciparono i giornalisti Emanuele Bonfiglio de “Il Tempo” e Piero Buscaroli direttore del “Roma”, gli ambasciatori Cavalletti, Gunnar Hoeglof, Carlo Alberto Straneo, Paolo Vita Finzi (Il conflitto arabo-israeliano, Inspe, Roma 1973, “Quaderni dell’Istituto nazionale di studi politici ed economici”, nuova serie, n. 3).
Dall’ultima di copertina della pubblicazione poco sopra citata si conosce che un’altra Tavola rotonda era stata organizzata dall’Inspe, presumibilmente nel 1972, chiamando vecchi e nuovi sostenitori, Giano Accame, Nicola F. Cimmino, Franz Maria D’Asaro, Marino Gentile, Francesco Grisi, Adolfo Oxilia, Armando Plebe, lo stesso Tripodi, per dialogare su Classicità e romanticismo nelle prospettive di una cultura di destra.
L’ultima Tavola rotonda di cui si ha notizia fu quella tenutasi il 14 febbraio 1974, di nuovo a Palazzo Pallavicini, sul tema “Importanza dell’agricoltura per la ripresa dell’economia nazionale”, di cui discussero Alfredo Diana, presidente della Confederazione generale dell’agricoltura italiana, il senatore Benedetto Majorana della Nicchiara, agricoltore, l’ex rettore dell’Università di Roma Giuseppe Ugo Papi e il prof. Carlo Vanzetti dell’Università di Padova. Alle relazioni seguì il dibattito e la replica del presidente Diana. Relazioni e dibattito furono pubblicati nei “Quaderni dell’Istituto nazionale di studi politici ed economici”, nuova serie, n. 5 (L’agricoltura e l’economia nazionale, Ciarrapico, Roma 1974, con la novità circa l’assunzione dei “Quaderni” da parte della casa editrice Ciarrapico).
L’Inspe ebbe succursali in alcune città italiane, Padova, Napoli, Firenze, Milano, che per qualche anno portarono avanti una certa attività culturale (serie 1. Istituzionale, ss. 1. Sedi in altre città, b. 2, fascc. 34-37). Più duratura fu la succursale di Palermo, che diede vita a un ente parallelo, l’Isspe, Istituto siciliano di studi politici ed economici, il quale in realtà, essendo stato fondato nel 1980, sembrerebbe più propriamente essere succeduto, almeno in parte, geograficamente parlando, all’Inspe, del quale dopo il 1975 non è più documentata alcuna attività.
Storia archivistica
La Direzione generale Archivi del Ministero per i beni e le attività culturali, sulla base del bando 9 aprile 2020 relativo al finanziamento degli interventi sugli archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori, ha concesso con DDG 5 giugno 2020 un contributo per il progetto di riordinamento e inventariazione dell’archivio Istituto nazionale di studi politici ed economici (1959-1975), conservato presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio del Ministero per i beni e le attività culturali il 30 agosto 1995.
Il progetto, coerentemente con l’assunto della dottrina e della disciplina giuridica sugli archivi, ha previsto la realizzazione di un inventario analitico “con lo scopo di fornire chiavi di accesso appropriate per gli utenti che si accostano alla documentazione per fini di ricerca” (M. Grossi, Gli standard per la descrizione archivistica, in M. Guercio, Archivistica informatica, Carocci, Roma 2002, p. 129). Dunque, poiché “l’attività di descrizione consiste nel rappresentare i fondi archivistici nella loro essenza di strutture documentarie complesse e articolate, composte di unità collegate tra loro, prodotte e gestite da uno o più soggetti” (idem), ci si è accinti al lavoro con l’obiettivo di ricostituire l’ordinamento originario dell’archivio dell’ente, procedendo per l’appunto a riordinare (e non ordinare) la documentazione affidata alla Fondazione, affinché essa costituisse un tassello per la ricostruzione della storia politica italiana del secondo dopoguerra. Il software usato è stato Archiui, a proposito del quale è assicurata l’esportazione dei dati nei formati XML definiti dall’ICAR, come previsto dall’interoperabilità dei sistemi archivistici del 25 settembre 2019.
Al momento del versamento presso la Fondazione il fondo Istituto nazionale di studi politici ed economici era contenuto in 16 buste, dove erano individuabili dagli 8 ai 12 fascicoli per busta. Erano altresì presenti carte e fascicoli sciolti, alcuni contenenti periodici. In sede di riordinamento è apparso subito chiaro come le buste contenessero documentazione proveniente da partizioni varie e differenti. Da una serie di indicatori, come le intitolazioni delle buste stesse, si è concluso che probabilmente esse sono state confezionate, almeno in larga misura, a posteriori, frammischiando carte e fascicoli. Gli stessi fascicoli, benché a un primo sguardo il loro aspetto esteriore apparisse integro, contenevano documenti di svariata natura, in particolare con la commistione delle serie documentarie, accentuata e resa evidente dalla disposizione fisica che vedeva i fogli posti alcuni in un verso altri nel verso opposto.
Il confezionamento delle carte, contenute in due delle buste, successivo alla produzione documentaria era reso evidente dalla data apposta sul dorso, che non corrispondeva alla cronologia della documentazione ivi contenuta.
Il lavoro si è presentato allora quale quello di una ricostruzione – potrebbe dirsi – anche filologica per rendere l’aspetto fisico e soprattutto logico che l’archivio aveva ab origine.
L’individuazione delle serie, dopo adeguato studio della documentazione, si è basata sulle attività svolte dall’ente, stabilite statutariamente, compresa quella amministrativa, che è stata posta in prima posizione, anche in ragione delle date di produzione documentaria: la serie 1. Istituzionale infatti possiede carte relative alla costituzione dell’Istituto, peraltro in piccola misura presenti anche nella serie 2. Convegni.
La citata serie 1. Istituzionale, per la descrizione dettagliata della quale si rinvia alla scheda dedicata, raccoglie la documentazione amministrativa dell’ente; è dotata di due sottoserie per consentire la distinzione di carte più specifiche, quali quelle sull’attività di sezioni dell’Inspe in altre città diverse da Roma (sottoserie 1. Sedi in altre città) e quelle relative a problematiche private dei dirigenti dell’ente (sottoserie 2. Documentazione personale dei responsabili).
La serie 2. Convegni, già menzionata, è così costituita perché raccoglie documentazione sulle iniziative convegnistiche dell’Inspe: le necessarie sottoserie distinguono le carte dei diversi convegni realizzati o solo progettati (sottoserie 1. Convegno “La questione meridionale nell'Italia d'oggi”, Napoli, 26-28 aprile 1959, sottoserie 2. Convegno “Problemi della scuola italiana”, Firenze 8-10 maggio 1960, sottoserie 3. Convegno “Il comunismo di fronte alle costituzioni degli Stati europei”, sottoserie 4. Convegno “La Carta del lavoro”, Roma, 24-25 aprile 1967).
Ugualmente dovuta alla documentazione conservata è la serie 3. Conferenze, carte riguardanti l’insieme di conferenze organizzate nei primi anni di vita dell’Istituto.
Non poco articolata è la serie 4. Corsi. L’Inspe organizzò sua sponte quattro corsi, rivolti prevalentemente ai giovani, tra il 1961 e il 1965: ciascuno di essi è titolare di una sottoserie; in seguito, nel 1967, il Msi diede vita alla Scuola di partito, la cui documentazione, conservata nel presente archivio, è raccolta in una sottoserie dotata di ulteriori partizioni che custodiscono quanto prodotto durante i due corsi tenuti dalla Scuola; l’ultima sottoserie racchiude le carte del Corso di cultura politica realizzato nel 1975 dall’Inspe in collaborazione con l’Associazione italiana per la cultura occidentale (Aico) di Armando Plebe.
Infine la serie 5. Fotografie, raduna fra l’altro le immagini di alcune manifestazioni dell’Aico.
Ma la particolarità del fondo è quella di racchiudere documentazione di produzione di altro ente. Infatti in alcune serie sono state reperite carte prodotte dal Movimento sociale italiano, di cui l’Inspe era – potrebbe dirsi con linguaggio odierno – una sorta di spin-off culturale. Tali carte sono state inglobate nell’archivio Inspe perché – si ritiene – il segretario generale dell’Inspe era Nino Tripodi, vicesegretario nazionale del Msi, che nel Partito si occupava fra l’altro di organizzazione di iniziative e manifestazioni culturali. In particolare, nel fondo si trova la testimonianza documentale di una iniziativa del Movimento sociale, l’organizzazione di due corsi della Scuola di partito, istituita in occasione del ventennale della fondazione del Partito. Dunque il Msi è indicato in alcuni casi quale soggetto produttore di talune serie del fondo. Si potrebbe aggiungere che la presenza di simile documentazione riveste una certa importanza, giacché l’archivio del Msi non è stato conservato, costituendo quindi essa  traccia rilevante della sua attività.
Che l’Inspe fosse intimamente legato al Movimento sociale italiano è chiaramente deducibile anche dai numerosi documenti inviati a Tripodi quale vicesegretario del Msi o componente della Direzione nazionale del Partito e qui presenti: Tripodi, nella sua doppia veste di dirigente Msi e di segretario generale dell’Inspe, nella pratica documentaria talvolta non distingueva le diverse cariche, politica e culturale. D’altra parte, l’appoggio “esterno” offerto dall’Inspe al Msi è assai definito, pur se, come era nella strategia, riusciva a drenare risorse di personalità viciniori ma non organiche al Partito.
In realtà, benché di consistenza contenuta, vi è documentazione prodotta – a quanto sembra – da un altro soggetto, la citata Aico, alla quale sono pertinenti alcune fotografie conservate nella serie omonima, a meno di non pensare a una sorta di simbiosi tra i due enti, per cui ciò che sembra essere di spettanza dell’Aico può essere addebitato alla produzione documentaria dell’Inspe. Un altro indizio depone a favore di questa seconda ipotesi: l’esistenza di una cartellina che racchiudeva documentazione amministrativa dell’Inspe ma che è intestata “Aico”, con l’intitolazione “Francobolli e relativi conteggi per amministrazione”.
Così riordinato e ricondizionato, l’archivio consta di 18 buste contenenti 233 fascicoli.
Il lavoro si è basato sugli standard internazionali ISAD (G) e ISAAR (CPF), con descrizione del soggetto produttore, delle serie e delle sottopartizioni nonché delle singole unità archivistiche. Si è proceduto all’indicizzazione di enti, persone, luoghi menzionati nelle carte, ma anche di periodici, realizzando una base di dati di utilità generale. L’inventario è inserito nel Portale Lazio ’900, rete di istituti culturali con archivi prodotti per lo più da personalità del mondo politico e culturale novecentesco, con appendici cronologiche che travalicano il secolo, dotati solitamente di inventari analitici.
Contenuto
La più gran parte dell'attività dell'Inspe, attività mirata alla diffusione della cultura e della visione intellettuale propria dell'area politico-ideologica della Destra, è ben testimoniata dalle serie documentarie dell'archivio, corrispondenti alle attività caratterizzanti l'Istituto. A cominciare dalla serie Istituzionale, che raccoglie le carte dell'amministrazione e delle competenze della segreteria, e dove è possibile verificare l'acquisto di volumi da donare ai frequentanti i corsi di orientamento culturale e a quanti ne facevano richiesta, come molte federazioni provinciali del Msi e financo sezioni di piccole località o di quartieri cittadini.
Buona quantità di carte è presente nella serie Convegni, che descrive la preparazione delle iniziative convegnistiche, come gli inviti diramati ad autorità politiche, istituzionali, della società civile, e come la realizzazione dei volumi di Atti. Nella serie Conferenze si possono trovare le sinossi delle relazioni tenute. Ampia documentazione sulla preparazione e sullo svolgimento dei Corsi di formazione rivolti ai giovani si reperisce nell'omonima serie, così come sono disponibili le lezioni tenute dai docenti, raccolte in apposita sottoserie (s. Corsi, ss. Corsi vari).
Le fotografie colgono solo alcuni dei momenti dell'attività dell'Inspe. Sono invece abbondanti a proposito delle iniziative dell'Associazione italiana per la cultura occidentale (Aico), promossa da Armando Plebe e talvolta associata all'Inspe nello svolgimento di alcune attività.
Strumenti di ricerca
Inventario a stampa e in formato elettronico a cura di Alessandra Cavaterra.
Struttura
serie 1. Istituzionale
          sottoserie 1. Sedi in altre città
          sottoserie 2. Documentazione personale dei responsabili
serie 2. Convegni
          sottoserie 1. Convegno "La questione meridionale nell'Italia d'oggi", Napoli, 26-28 aprile 1959
          sottoserie 2. Convegno "Problemi della scuola italiana", Firenze 8-10 maggio 1960
          sottoserie 3. Convegno " Il comunismo di fronte alle costituzioni degli Stati europei”
          sottoserie 4. Convegno "La Carta del lavoro", Roma, 24-25 aprile 1967
serie 3. Conferenze
serie 4. Corsi
          sottoserie 1. I Corso di orientamento culturale per i giovani
          sottoserie 2. II Corso di orientamento culturale per i giovani
          sottoserie 3. III Corso di orientamento culturale per i giovani
          sottoserie 4. IV Corso di orientamento culturale per i giovani
          sottoserie 5. Corsi vari
          sottoserie 6. Scuola di partito
                   sottosottoserie 1. I Corso gennaio 1967
                   sottosottoserie 2. II Corso ottobre-novembre 1967
         sottoserie 7. Corso di cultura politica
serie 5. Fotografie
Descrittori
Politica,Cultura,Cultura di Destra
Numerazione
Numero:
2
Consultabilità
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Relazioni

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Serie | 1959-1975IstituzionaleFondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
Serie | 1959-1971ConvegniFondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
Serie | 1960-1962ConferenzeFondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
Serie | 1961-1975CorsiFondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
Serie | 1962-1975FotografieFondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
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