Lazio'900
Ruggero Zangrandi alla Segreteria del Partito comunista italiano
Corrispondenza

Metadati

Tipologia
Lettera
Data
Data:
26/3/1956
Data topica
Data topica:
Roma
Deduzione:
Contenuto
Riguarda la polemica sorta intorno al commento politico pubblicato su «Paese sera» del 22 mar. 1956, che ha ricevuto critiche molto dure e per il quale Ruggero Zangrandi è stato invitato, da Giancarlo Pajetta (manca la lettera), a "giustificare" il suo operato alla Segreteria del Partito e a sottoporre la questione della sua permanenza al giornale. Nella lunga lettera inviata alla Segreteria, Ruggero Zangrandi, dopo aver specificato di ritenere fondate le critiche mosse nei confronti dell'articolo, afferma di ritenersi comunque sorpreso, «dopo anni di attività giornalistica al servizio del partito, di dover importunare la Segreteria per "giustificare" un articolo sbagliato». Ritiene dunque che la questione abbaia travalicato i «limiti dell'incidente professionale, per divenire una questione politica». Concorda sull'accusa riguardante gli scarsi contatti mantenuti con la dirigenza del Partito, causati, sottolinea, dal suo carattere «tendenzialmente schivo» e «dall'inettitudine alla discussione diretta», ma rigetta totalmente il «dubbio», adombrato da Giancarlo Pajetta, che l'articolo sia il risultato di un desiderio «di sfogo personale» o della volontà di muovere «una pubblica critica contro il partito». Esprime inoltre la convinzione, anche sulla base di alcune considerazioni riferite al giornale, che la condanna nei suoi confronti trovi origine nel suo passato di ex fascista, che ritiene di avere chiarito già in passato, anche se continua a dare vita a «una sorta di persecuzione» nei suoi confronti, nonostante non sia «l'unico ex fascista» militante comunista. La durezza della condanna di Giancarlo Pajetta e la disistima dimostrata nei suoi confronti - prosegue la lettera -, lo porta a vedere una continuità fra la vecchia accusa e la reazione all'articolo pubblicato su «Paese sera». Chiede alla Segreteria di valutare il complesso della sua attività giornalistica al servizio del Partito e l'intero suo passato politico, che, oltre al periodo fascista, include gli anni della dissidenza, quelli della deportazione e le conseguenze personali derivanti dalla scelta di coerenza con la militanza, che nel suo caso ha comportato, all'indomani delle elezioni del 1948, la rinuncia ad un posto di lavoro alla Rai.
Numerazione
Numero:
1

Relazioni

Soggetto produttoreZangrandi, Ruggero
Fondo di appartenenzaRuggero Zangrandi
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