Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza
Metadati
Tipologia
Ente
Date di esistenza
Data di istituzione/costituzione:
1964
Natura giuridica
Qualifica:
Associazione non riconosciuta
Storia istituzionale
Il primo tentativo di costituire a Roma una Deputazione per il Lazio, l'Abruzzo e il Molise, facente capo all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia di Milano (d'ora in poi Insmli), risale al 1955, e si deve all'iniziativa di Ferruccio Parri, presidente dell'Insmli stesso. Alla riunione costitutiva, svoltasi il 30 maggio nella sede della Società italo-svizzera, sono presenti: Guido Arcamone, direttore generale delle Accademie e biblioteche; Achille Battaglia in rappresentanza della Federazione italiana associazioni partigiane (Fiap); il ten. col. Santi Maria Carta, in rappresentanza della Federazione italiana volontari della libertà (Fivl); Fausto Fonzi per l'Archivio di stato di Roma; il gen. Mario Girotti in rappresentanza del Ministero della difesa, Achille Lordi in rappresentanza dell'Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi); Guido Stendardo, rappresentante delle biblioteche governative; gli storici Alberto Maria Ghisalberti e Mario Toscano dell'Università di Roma. Sono assenti Gaetano Borruso per la Federazione italiana associazioni partigiane (Fiap) e Della Torre per il Comune di Roma. E' eletto segretario Fausto Fonzi.
Le linee costitutive elaborate nel corso della riunione, prevedono la presenza nella Deputazione di due rappresentanti per le tre organizzazioni nazionali partigiane (Fiap, Anpi e Fivl), un rappresentante dell'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito e uno del Centro Militare, nominati dal Ministero della difesa, un rappresentante degli archivi di stato nominato dal Ministero dell'interno, un rappresentante per il settore biblioteche nominato dal Ministero della pubblica istruzione, un rappresentante dell'Istituto nazionale per la storia del risorgimento, uno per l'Associazione nazionale ex internati (Anei) ed esperti di materie storiche ("in numero maggiore di sei"). E' stabilito di inviare richieste di finanziamento agli enti locali e ai ministeri.
La sede provvisoria della Deputazione, individuata nel corso della seconda riunione svoltasi l'8 luglio 1955, è stabilita presso il Museo della Liberazione, in Via Tasso. In occasione della riunione sono nominati esperti di materie storiche, oltre ad Alberto Maria Ghisalberti e Mario Toscano, Luigi Salvatorelli, Federico Chabod, Nino Valeri e Raffaele Ciasca.
Nella riunione del 28 ottobre 1955 è eletto il presidente della Deputazione, Luigi Salvatorelli, ed è nominato tesoriere Guido Stendardo.
La riunione del 9 marzo 1956 vede l'elezione del vicepresidente, Achille Battaglia, e del vicesegretario Renato Grispo, rappresentante dell'Archivio centrale dello stato. Sono nominati rappresentanti nel Consiglio generale dell'Insmli Alberto Maria Ghisalberti, Mario Leporatti, dell'Anpi, e Stefano Tibaldi, rappresentante della Fivl.
Nel marzo 1956 è emanato lo Statuto della Deputazione. Le finalità dell'ente, stabilite all'art. 2, sono individuate nella raccolta e ordinamento di "tutti i documenti e le pubblicazioni che interessano la storia della resistenza nelle tre regioni", nella raccolta di testimonianze dei resistenti, la promozione di inchieste presso enti pubblici e privati, l'accertamento di dati statistici sulla vita militare, politica e economico-sociale degli anni della resistenza, nella promozione di "manifestazioni culturali studi e monografie sull'argomento". L'art. 3 stabilisce inoltre che la Deputazione, nel perseguimento dei fini istituzionali, agisce in collegamento con l'Insmli e con gli archivi di stato.
Non è possibile stabilire con precisione la data di scioglimento della Deputazione, in quanto verbali delle riunioni, conservati presso l'Irsifar, terminano con la riunione del 17 maggio 1957 e la corrispondenza si interrompe nell'aprile 1958, senza riportare alcuna notizie relativa alla sorte dell'ente (i documenti prodotti dalla Deputazione sono conservati nel fondo Archivio istituzionale, C, 1).
Quasi un decennio più tardi, il 10 aprile 1964, viene nuovamente costituito a Roma un istituto facente capo all'Insmli e inserito nella rete degli istituti della resistenza, presenti in molte regioni italiane. La prima riunione del Comitato promotore dell'Istituto romano per la storia del fascismo e della Resistenza, svolta nel novembre 1963, vede tra i partecipanti Ferruccio Parri, Gaetano Arfè, Leone Bortone, Fausto Fonzi, Vittorio Emanuele Giuntella, Renato Grispo, Claudio Pavone, Guido Stendardo e Nino Valeri. Sono inoltre presenti, in rappresentanza rispettivamente dell'Anpi e della Fiap, Achille Lordi e Lamberto Mercuri. Al nucleo originario di fondatori si aggiungeranno poi, nei mesi successivi, numerosi aderenti, tra i quali principalmente studiosi nelle discipline storiche.
Il successivo 25 aprile l'Istituto ottiene dal Comune di Roma i locali della Palazzina La Vignola, sede dell'Istituto fino al 2005.
Fin dalla nascita l'Istituto, che il 18 giugno 1964 cambia la denominazione in quella di Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla resistenza, aderisce all'Insmli, dal quale è ammesso con il riconoscimento di istituto regionale per il Lazio.
Le finalità dell'Istituto, sancite dall'art. 2 dello Statuto, prevedono come attività fondamentali la raccolta di documenti, testimonianze e pubblicazioni sulla storia del fascismo, della resistenza e dell'Italia contemporanea, la promozione di ricerche, pubblicazioni ed iniziative diverse sull'argomento e la promozione di inchieste, presso enti pubblici e privati, tese a raccogliere dati statistici sulla società italiana negli anni in questione. Dal 1990 tra i fini istituzionali è specificata la formazione storica di insegnanti e studenti, un'attività che comunque l'Istituto svolge fin dalla sua fondazione.
L'attività sociale è orientata, fin dall'origine, al perseguimento dei fini istituzionali, e tra le prime iniziative è possibile ricordare quella per l'organizzazione del convegno, promosso dalla Provincia di Roma nell'ott. 1964, dal titolo "Forme e metodi dell'occupazione nazista in Italia" (il presidente Nino Valeri è membro del comitato promotore e il consigliere Claudio Pavone risulta tra i relatori).
Non è possibile indicare, in questa sede, tutti i convegni, gli incontri e le giornate di studio promossi dall'Istituto nel corso della sua attività. Gli eventi promossi, documentati dalle carte conservate nel fondo Ricerche e documenti, partizione A, riguardano, in primo luogo, l'approfondimento delle tematiche sviluppate dai gruppi di ricerca e la presentazione delle risultati dei lavori. Riguardano inoltre la presentazione di volumi e, in larga parte, l'analisi delle problematiche legate alla didattica della storia e all'uso delle fonti. Numerosi seminari e giornate di studio, infine, sono dedicati all'aggiornamento e alla formazione storica dei docenti. Quello che comunque occorre sottolineare è che la promozione di eventi prosegue ininterrotta fino ai nostri gironi e vede l'Istituto partecipe del dibattito storico sviluppato dagli studiosi, a livello nazionale ed internazionale, sulla storia italiana ed europea del Novecento per un panorama delle iniziative promosse dall'Irsifar v. "Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza/Irsifar", in Gaetano Grassi (a cura), Resistenza e storia d'Italia. Quarant'anni di vita dell'Istituto nazionale e degli Istituti associati 1949-1989, Milano, Angeli, 1993, pp. 391-398; "Notizie e documenti", n.s., supplemento a "Italia contemporanea" a partire dal n. 166, marzo 1987 e le pubblicazioni dell'Istituto: "Quaderni", 1-4, 1969-1981; "L'Annale Irsifar", 1991-1992; 1996-2003.
Nel 1965, quale membro del Comitato nazionale per le celebrazioni del ventennale della resistenza, l'Istituto promuove, unitamente al Centro didattico nazionale di studi e documentazione del Ministero della pubblica istruzione, con il finanziamento della Presidenza del Consiglio dei ministri, un corso di aggiornamento per docenti di storia della scuola secondaria superiore, sul tema Gli ultimi cinquant'anni della storia d'Italia. Il corso si svolge nei mesi di febbraio-aprile presso l'Università di Roma e prevede lezioni tenute da numerosi storici di fama ed esponenti della lotta partigiana. Al termine delle lezioni i partecipanti sostengono un esame finale, sulla base del cui esito è rilasciato un diploma di perfezionamento didattico, valutato dal Ministero della pubblica istruzione agli effetti dei concorsi per gli insegnanti e degli incarichi di supplenza (v. in proposito il fondo Archivio istituzionale, A, III, 46-54).
Sempre nel 1965 l'Istituto promuove le prime ricerche sul periodo resistenziale, finanziate dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). La prima, svolta da Viva Tedesco, prevede una ricognizione della stampa periodica pubblicata nell'Italia meridionale negli anni 1945-1965 (v. in proposito Viva Tedesco, Memorie e documenti per la storia dal fascismo alla resistenza nella stampa periodica 1945-1965, in Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla resistenza, "Quaderni", 1, 1969, pp. 89-96; v. inoltre il fondo Archivio istituzionale, A, III, 63); la seconda, svolta da Maria Luisa Calogero La Malfa e Maria Vittoria De Filippis, prevede la realizzazione di una serie di interviste a membri del Partito d'azione e la compilazione, da parte di altri aderenti, di un questionario finalizzato all'individuazione dei documenti prodotti dal Partito in possesso degli iscritti (v. in proposito i fondi Ricerche e documenti, A, X e Archivio istituzionale, A, III, 40, 41 e 59). Alcuni di questi documenti (originali e in copia), donati dagli azionisti alle ricercatrici, verranno poi depositati presso l'Istituto e andranno a costituire, unitamente ad altri donati dalla Fiap e dal Partito socialista di unità proletaria (Psiup), i primi "fondi" di quell' "Archivio della resistenza" che, in ottemperanza alle disposizioni statutarie, assolve al compito fondamentale della raccolta di documenti e testimonianze sul periodo resistenziale. Questa attività di raccolta proseguirà ininterrotta principalmente nel corso degli anni Settanta, e porterà all'acquisizione di numerosi documenti e pubblicazioni dei partiti politici della resistenza, di documenti in copia conservati presso gli archivi di stato e di documenti (originali e in copia) provenienti dai fondi costituiti presso gli altri istituti della rete.
Dal 1967 nell'Istituto romano, che partecipa attivamente al "Programma scientifico generale" promosso all'Insmli e denominato "Raccolta generale di fonti e notizie e rappresentazione cartografica dal 1943 al 1945" (v. in proposito i fondi Ricerche e documenti, A, XI e Nicola Gallerano, A, I. Documenti relativi al progetto sono conservati anche in Archivio istituzionale, A, III, 26, 40, 42, 45), prende l'avvio una importante stagione di studi storici dedicati al periodo resistenziale, che vede i ricercatori impegnati nell'analisi di fonti fino ad allora inaccessibili agli studiosi. A Roma le ricerche, condotte da Nicola Gallerano, Elvira Gencarelli e Massimo Ilardi, sono svolte in via principale sui fondi conservati presso l'Archivio centrale dello stato e, in parte, su quelli dell'archivio del Partito comunista, conservato presso l'Istituto Gramsci di Roma. Il lavoro, finalizzato alla pubblicazione di un atlante della resistenza che vedrà la luce solo nell'anno 2000 (Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (a cura), Atlante storico della Resistenza italiana, Milano, Bruno Mondadori, 2000, nell'archivio sonoro è presente la registrazione dell'incontro promosso per la presentazione del volume, doc. n. 251) porterà alla schedatura di centinaia di documenti e alla pubblicazione dei volumi di Nicola Gallerano, Luigi Ganapini e Massimo Legnani (a cura), L'Italia dei quarantacinque giorni" Milano, Insmli, 1969 e Gianfranco Bertolo et. al.,Operai e contadini nella crisi italiana del 1943-1944, Milano, Feltrinelli, 1974. Parte dei documenti prodotti nel corso dei lavori, che quasi sempre consistono nella trascrizione dei documenti originali visionati per la ricerca, sono depositati dagli studiosi presso l'Istituto.
Sempre all'interno della "Raccolta generale [...]" si inquadra inoltre la ricerca, condotta a partire dal 1968 da Massimo Ilardi e Mario Belardinelli, relativa a "Le condizioni economiche e sociali del Lazio e dell'Umbria negli anni 1943-1944", svolta sui fondi dell'Archivio centrale dello stato, dell'archivio del Partito comunista italiano e presso l'Archivio capitolino (v. il fondo Ricerche e documenti, A, XII). Questo lavoro inaugura nell'Istituto romano un altro filone di ricerca, quello sulla storia locale, che diventerà centrale a partire dagli anni Ottanta. Numerose sono le iniziative promosse dall'Istituto che è possibile inquadrare in questo contesto di riferimento, tra le quali si segnalano: la ricerca svolta nel 1976 da Massimo Ilardi, Stefania Natale e Silvia Di Benedetto, sotto la direzione di Paolo Alatri, su "Vita economica e sociale del Lazio dell'Umbria 1928-1945", nel corso della quale gli studiosi hanno accesso per la prima volta alle carte della Società "Terni", versate presso l'Archivio di stato di Terni (v. il fondo Ricerche e documenti, A, XIII); le numerose ricerche sulla realtà contadina e sul movimento cattolico romano e laziale nella prima metà del Novecento svolte da Antonio Parisella (parte dei documenti è conservata nelle carte donate da Antonio Parisella all'Istituto, v. il fondo Ricerche e documenti, B, VI) e, nella seconda metà degli anni Novanta, in collaborazione con l'Anpi, la ricerca "Documenti della resistenza a Roma e nel Lazio", finalizzata ad una vasta ricognizione dei documenti presenti negli archivi di stato regionali sul periodo resistenziale (v. oltre). Le ricerche di storia locale diventano in sostanza, a partire dalla fine degli anni Settanta e fino ai nostri giorni, il fulcro intorno a cui ruota l'attività di ricerca storica dell'Istituto.
Nel 1972 l'Insmli inaugura, sulla base di un progetto denominato "Ricerca scientifica generale", una nuova stagione dedicata alle ricerche storiche. Il progetto si inserisce, costituendone la naturale prosecuzione, nel filone di studi iniziato con la "Raccolta generale [...]" e nasce dall'esigenza, riscontrata tra i ricercatori, di condurre studi più approfonditi che consentano di "immergere la storia della Resistenza nella storia italiana" e di analizzare la storia d'Italia dopo la caduta del fascismo in un contesto di "lungo periodo" (v. in proposito la prefazione al volume G. Bertolo et al. Operai e contadini nella crisi italiana del 1943-1944, cit., pp. VII-XIII). Le ricerche sono dedicate, in particolare, agli anni della ricostruzione e alla politica economica all'indomani della Liberazione. L'Istituto romano partecipa all'iniziativa con tre proposte di ricerca: la prima è dedicata all'analisi de "La funzione dell'Iri nei settori siderurgico e meccanico nel periodo della ricostruzione", la seconda riguarda lo studio de "Il ruolo attribuito all'edilizia nel periodo della ricostruzione" e la terza prevede invece l'analisi de "La linea politica e la struttura organizzativa della Cgil dal Patto di Roma al Piano del lavoro". Sono coordinatori dei tre gruppi di lavoro Franco Bonelli, Ester Fano e Nicola Gallerano. Restano in archivio pochi documenti relativi alle ricerche in oggetto e riguardano solo il gruppo di lavoro sul sindacato, che sarà interrotto nel maggio 1975 (v. i fondi Ricerche e documenti, A, XV, Nicola Gallerano, A, IV e Archivio istituzionale A, IV, 20 e 21).
Nella seconda metà degli anni Settanta l'Istituto non svolge altre attività di ricerca storica, principalmente a causa delle forti difficoltà finanziarie. Nel 1979, con la presentazione alla Regione Lazio, unitamente al Circolo Gianni Bosio, di un progetto di ricerca sul quartiere S. Lorenzo di Roma (la ricerca è presentata nell'ambito di un seminario dedicato a "Didattica della storia e fonti orali", del quale è presente la registrazione nell'archivio sonoro, doc. n. 50), si evidenzia una ripresa del filone degli studi di storia locale. "Negli ultimi anni - si legge nella relazione dell'aprile 1979 all'Insmli - l'Istituto romano ha invece privilegiato [...] l'approfondimento di alcuni temi generali, spesso pertinenti ad altre discipline, reputati essenziali sia per avviare realmente quel rapporto tra storia e scienze umane che resta spesso una mera invocazione di principio, sia per dare la necessaria dimensione teorica ai problemi della storia contemporanea". Dopo aver sviluppato (1974-1976) i filoni di studi sull'economia e la politica economica contemporanea e dall'Unità, l'Istituto ha focalizzato come centrale il tema di indagine sugli "anni Trenta come momento cruciale di definizione degli assetti sociali, statuali e culturali contemporanei". L'attività è svolta, principalmente, attraverso l'organizzazione di seminari e la presentazione di volumi sull'argomento (v. il fondo Archivio istituzionale, A, IV, 22. Nell'archivio sonoro sono inoltre presenti le registrazioni dell'incontro dedicato alla presentazione del gruppo di lavoro sull'economia fascista, doc. n. 3 e quelle dei seminari dedicati agli anni Trenta, docc. nn. 14, 15, 16, 17).
L'attività scientifica degli anni Ottanta, della quale restano in archivio pochi documenti, si snoda attraverso due filoni principali di indagine: la partecipazione al nuovo "Programma scientifico generale", elaborato dall'Istituto nazionale nell'ott. 1987 (v. "Notizie e documenti", 2, 1988, n.s., supplemento a "Italia contemporanea", 170, marzo 1988, pp. 18-20. Per la definizione del programma sulla base delle proposte avanzate dagli istituti della rete v. il fondo Archivio istituzionale, A, IV, 27 e 28) e dall'avvio di ricerche dedicate in particolare all'universo femminile, analizzato nella realtà della guerra e della resistenza ma anche, in seguito, con lo sviluppo di tematiche relative alla realtà femminile nel dopoguerra e nelle trasformazioni della società contemporanea.
Riallacciandosi alla stagione di ricerche inaugurate dalla "Raccolta generale [...]" nei primi anni Settanta - che "ha segnato il momento centrale di un ampio dibattito politico-culturale attorno a tematiche che hanno a lungo caratterizzato l'attività scientifica degli istituti (e che si possono riassumere nello studio della transizione dall'Italia del fascismo all'Italia repubblicana)" - e in considerazione delle nuove prospettive assunte dagli studi di quasi tutti gli istituti della rete, che "sono passati ad una apertura all'intero quadro problematico dell'Italia del Novecento", il nuovo "Programma scientifico" si vuole qualificare, nelle intenzioni dei promotori, come un programma di vasto respiro, il cui scopo principale è quello di rappresentare la motivazione culturale "riconoscibile" a lungo termine della rete degli istituti, enti di ricerca e di promozione etico civile. Il "Programma", che ribadisce la centralità della resistenza come nodo centrale del processo storico italiano, non assume, come per gli studi condotti negli anni Settanta, una dimensione prescrittiva, ma intende invece fornire agli istituti un quadro di orientamento tematico e metodologico di lungo periodo, che consenta di avviare un organico programma di studi sull'Italia repubblicana, sviluppato lungo coordinate di fondo definite a livello nazionale, ma che costituisca anche una ampia ricognizione delle realtà locali. Il "Programma" ribadisce inoltre la centralità degli studi della storiografia sul fascismo e l'antifascismo, che negli anni Settanta è stata protagonista di un profondo cambiamento e ha visto emergere nuove tematiche di ricerca e la nascita di "nuovi orientamenti storiografici, strettamente intrecciati col dibattito politico e con sempre più consistenti rapporti interdisciplinari". La riflessione sulle tendenze storiografiche dell'ultimo decennio potrebbe inoltre "costituire - si legge nel "Programma" - un utile punto di partenza per un bilancio critico della cultura antifascista in questo secondo dopoguerra e per una attenta considerazione del rapporto tra memoria e storia, "politica" e scienza [...]". In questo ambito è inoltre avanzata la proposta di istituire un "Seminario permanente sul Novecento", con incontri a cadenza periodica, che diventi occasione per "un lavoro di analisi critica e di individuazione di linee di ricerca" che costituiscano un punto di riferimento per il dibattito scientifico all'interno della rete degli istituti.
Per quanto riguarda l'attività dei gruppi di lavoro all'interno del nuovo "Programma", viene stabilito di proseguire la ricerca, promossa a livello nazionale, sulle "Categorie dirigenti locali" 1944-1951, che nel Lazio è dedicata in particolare allo studio dei ceti dirigenti del territorio di Latina e, poi, del viterbese (v. in proposito il fondo Ricerche e documenti, A, XVI e Archivio istituzionale, A, IV, 25 e 26), e di avviare progetti di studio sul fascismo a livello locale, destinati alla preparazione di un convegno internazionale sul fascismo che si svolgerà nel 1990 (il gruppo di lavoro è coordinato a livello nazionale da Nicola Gallerano e, nell'Istituto romano, da Antonio Parisella. Per i documenti relativi agli studi sul fascismo locale v. i fondi Nicola Gallerano, B, XIII, 216 e 227; Archivio istituzionale, A, IV, 28. Per quanto riguarda invece gli studi dedicati alla storiografia contemporaneistica, che nell'Istituto romano sono condotti principalmente da Nicola Gallerano, e le numerose iniziative promosse dalla rete degli istituti sul tema, v. il fondo Nicola Gallerano, B, XIII).
Il filone di indagine sull'universo femminile, che come accennato caratterizza l'attività dell'Istituto a partire dagli anni Ottanta, vede la realizzazione della ricerca dal titolo "Donne, guerra e memoria nella seconda guerra mondiale a Roma", svolta nel 1989-1990, in collaborazione con l'Istituto della resistenza in Piemonte, da Francesca Koch, Simona Lunadei e Lucetta Scaraffia (le ricerche porteranno alla realizzazione del convegno "Donne e uomini nelle guerre", del quale è presente la registrazione nell'archivio sonoro, doc. n. 117). Sempre nei primi anni Novanta prende inoltre avvio la ricerca dal titolo "Donne inurbate a Roma degli anni Cinquanta", condotta da Marcella Fagioli, Vittoria Gallina, Annabella Gioia, Francesca Koch, Simona Lunadei, Gemma Luzzi, Simonetta Piccone Stella e Stefania Raspini. Prevede la realizzazione di interviste ad un gruppo di donne trasferitesi a Roma negli anni Cinquanta del 1900 e provenienti da paesi o piccole realtà urbane (v. il fondo Ricerche documenti, A, XVIII. Per notizie relative all'elaborazione del progetto v. Simonetta Piccone Stella, Stefania Raspini, Le donne negli anni Cinquanta, in Irsifar, "L'Annale 1991", Roma, La Meridiana Editori, 1992, pp. 133-141; una riflessione sulla ricerca è pubblicata in Annabella Gioia, Non andavano in Via Veneto, Irsifar, "L'Annale '92", Acquapendente (VT), 1993, pp. 41-66). Numerosi risultano inoltre i progetti dedicati alla realtà femminile sviluppati nell'ambito dell'attività rivolta al mondo della scuola (v. il fondo Ricerche e documenti, A, XXI).
Nel corso degli anni Novanta l'attività scientifica dell'Istituto è caratterizzata, oltre che da un forte ampliamento degli spazi dedicati alla didattica della storia (v. oltre), dalla prosecuzione delle ricerche di storia locale. Prende avvio la ricerca "Documenti della Resistenza a Roma e nel Lazio", promossa in collaborazione con l'Anpi e finalizzata all'acquisizione di documenti sulla resistenza romana e laziale conservati negli archivi regionali. Il progetto, coordinato da un comitato scientifico composto da Claudio Natoli, Antonio Parisella, Francesco Piva, Sandro Portelli, Massimo Rendina e, per la parte relativa alle indagini d'archivio, da Augusto Pompeo, prevede la pubblicazione dei risultati di ricerca in un CD Rom organizzato in sezioni tematiche (v. il fondo "Ricerche e documenti", A, XIX. I risultati della ricerca sono pubblicati in Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla resistenza, Associazione nazionale partigiani italiani, Documenti della Resistenza a Roma e nel Lazio, Roma, Biblink editori, 2001. L'archivio sonoro conserva la registrazione dell'incontro promosso per la presentazione del volume, doc. n. 251). Nel 2002, con il finanziamento della Regione Lazio, l'Istituto, in collaborazione con il Circolo Gianni Bosio, promuove la ricerca "Antifascismo e resistenza a Roma attraverso le testimonianze e le storie di vita dei protagonisti", coordinata da Sandro Portelli, che prevede la realizzazione di una serie di interviste a protagonisti, o testimoni meno noti, di avvenimenti importanti della resistenza romana (V. il fondo "Ricerche e documenti", A, XX). Nei primi anni Duemila è inoltre attivo, presso l'Istituto, un gruppo di lavoro, coordinato da Claudio Natoli, che svolge ricerche sulla storia della resistenza romana durante l'occupazione nazista (i risultati delle ricerche sono presentati nel seminario "Roma 1943-44: guerra occupazione resistenza", 2002 dic. 16-17, e nel convegno "Roma tra occupazione Liberazione: i quartieri", 2005 dic. 16. Nell'archivio sonoro sono presenti le registrazioni degli eventi, docc. nn. 259, 274).
L'attività scientifica riguardante la didattica della storia si sviluppa, nell'Istituto romano, attraverso due modalità di intervento diverse. La prima si riferisce all'organizzazione di numerosi seminari e giornate di studio, dedicati sia ad argomenti specifici della storia del Novecento che, più in generale, all'uso delle fonti nell'insegnamento della storia. Di questa attività, particolarmente viva a partire dagli anni Ottanta, restano pochi documenti cartacei, sono invece presenti, nell'archivio sonoro, le registrazioni di moltissimi seminari rivolti agli insegnanti e agli studenti. La seconda, inaugurata sul finire degli anni Ottanta, riguarda invece l'elaborazione, unitamente agli insegnanti, di unità didattiche e percorsi didattici, sviluppati poi in classe con gli studenti. I temi trattati nell'ambito didattico riguardano in via principale la storia d'Italia negli anni del fascismo e della resistenza, ma, soprattutto nell'ultimo periodo, sono dedicati anche alla storia dell'Italia repubblicana, con particolare riferimento ai valori costituzionali, e a quelle tematiche provenienti dall'attualità politica che possono fornire ai giovani motivi e spunti di riflessione sui valori fondanti della società civile.
Occorre ricordare, in proposito, il protocollo d'intesa, triennale, stipulato tra l'Insmli e il Ministero della pubblica istruzione il 6 febbraio 1996, che riconosce la rete degli istituti come agenzia formativa. Come previsto dal protocollo, nel 1996 viene istituito un Comitato paritetico, composto di rappresentanti dell'Insmli e del Ministero, con il compito di "definire metodologie e orientamenti sull'aggiornamento dei docenti, attraverso una programmazione triennale dei corsi riguardanti in particolare i "Problemi della contemporaneità"" (v. "Relazione del Consiglio generale del 28 aprile 1998 sull'attività dell'Insmli nel biennio 1996-1998 e sui maggiori problemi aperti", pp. 8-13, in Archivio istituzionale, A, IV, 30). E' inoltre prevista l'istituzione di commissioni provinciali insediate presso i provveditorati. Il rinnovo del protocollo, dell'8 apr. 1999, stabilisce quali nuovi campo di intervento la formazione a distanza, l'uso delle fonti, la partecipazione alla definizione dei modelli di valutazione, anche per gli esami di maturità, e il sostegno all'innovazione attraverso l'elaborazione di laboratori di didattica della storia.
Attualmente l'impegno assolto relativamente alla didattica è svolto principalmente mediante lezioni rivolte direttamente agli studenti delle scuole superiori, che prevedono approfondimenti teorici e laboratori di storia, oltre a visite guidate nei luoghi significativi per la storia della città.
Da segnalare, infine, l'attività svolta dall'Istituto in relazione al conferimento di premi e borse di studio, inaugurata nel 1980 con il concorso, istituito dall'Irsifar e da "Il Messaggero" in memoria del tipografo Maurizio Di Leo, per l'assegnazione di quattro borse di ricerca sul tema "Il ruolo dei poligrafici romani nella nascita e nello sviluppo del movimento operaio nella lotta antifascista e nella Resistenza" (i risultati di ricerca, diretta da Vittorio Emiliani e Enzo Forcella, sono pubblicati in Domenico Scacchi et al., Operai e tipografi a Roma, 1870-1970, Milano, Franco Angeli, 1984. In proposito v. anche Archivio istituzionale, A, IV, 71, 72, 111. E' presente infine nell'archivio sonoro la registrazione dell'incontro promosso per la presentazione del volume, doc. n. 93). L'istituto ha conferito inoltre negli anni Ottanta il Premio "Riccardo Poli" e nel 1997, con i fondi messi a disposizione dalla famiglia, ha istituito il Premio "Nicola Gallerano", che prevede il riconoscimento annuale di una tesi di laurea inedita, su un tema di storia contemporanea, discussa presso l'università italiana. Gli argomenti delle tesi individuati come utili per la partecipazione al Premio, sono quelli che costituiscono i quattro principali filoni della ricerca e della riflessione storiografica di Nicola Gallerano: "Popolazioni civili e comportamenti collettivi durante la seconda guerra mondiale", "Pci, sinistra e democrazia nella resistenza e nell'Italia repubblicana", "Memoria e uso pubblico della storia", "Roma e il Sud nella transizione italiana (1943-1950)" (v. in proposito il fondo Archivio istituzionale, A, IV, Titolo "B". Attività scientifica", 3. Borse di studio, Premio "Nicola Gallerano"; nell'archivio sonoro sono presenti le registrazioni degli incontri promossi in relazione al conferimento dei premi, docc. nn. 228, 245, 250, 254, 260, 265, 270).
La Regione Lazio, in applicazione della l.r. 10 aprile 1978, n. 15, ha riconosciuto il particolare rilievo che l'attività dell'Istituto assume per la promozione della cultura a Roma e nel Lazio.
L'istituto è iscritto nella tabella degli istituti culturali sulla base della l. r. 35/1991.
Struttura amministrativa
Per l'organizzazione dell'Istituto v. la scheda fondo dell'Archivio istituzionale.
Funzioni e attività
Attività di ricerca e di studio nell'ambito della storia contemporanea e della didattica della storia. Promuovere iniziative culturali e pubblicazioni.
Archivi
L'istituto conserva i seguenti archivi: Archivio istituzionale, riordinato e inventariato; fondo Ricerche e documenti (già Archivio della Resistenza), riordinato e inventariato; Archivio multimediale, riordinato e inventariato solo per la parte sonora, Archivio di Nicola Gallerano, riordinato; Memorie di carta, archivio dei documenti prodotti dai movimenti sociali e politici giovanili dagli anni '60 agli anni '90, riordinato (la schedatura analitica dei fondi è in progress), fondo Ruggero Zangrandi riordinato e inventariato; fondo Aldo Cuccchi, da riordinare.
Bibliografia
- Guido Crainz, Guida agli archivi dell'Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza", in Guida agli archivi della Resistenza, Ministero per i beni culturali e ambientali - Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Roma, 1983, pp. 847-850;
- Antonio Parisella, Nonostante tutto. Appunti sulla vicenda dell'Irsifar 1963-1990, in «L'Annale Irsifar»,1991, pp. 11-19;
Gaetano Grassi (a cura di), Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza/Irsifar, in Resistenza e storia d'Italia. Quarant'anni di vita dell'Istituto nazionale e degli Istituti associati 1949-1989, Milano, Angeli, 1993, pp. 387-401;
- Antoni Parisella (a cura di), Roma e Lazio 1930-1950. Guida per le ricerche, Milano, Franco Angeli, 1994, pp. 257-265.