Lazio'900

Vicini, Giulio

sacerdote | Milano 06/10/1940 - 06/10/1940

Metadati

Tipologia
Persona
Intestazione di autorità
Intestazione:
Vicini, Giulio
Data:
1940-
Tipo:
anagrafica
Date di esistenza
Luogo di nascita:
Milano
Data di nascita:
06/10/1940
Data di morte:
06/10/1940
Attività/mestiere/professione
Qualifica:
sacerdote
Data:
1965 - 1974
Nazionalità
italiana
Biografia / Storia
Padre Giulio Vicini (Milano, 6 ottobre 1940), ordinato sacerdote nel giugno 1965, faceva parte del Pontificio istituto missioni all’estero (Pime). Inviato in Brasile nel novembre 1967, è stato parroco di San José, nel vicariato della regione sud di São Paulo e nel 1971 frequentava i corsi di Filosofia della Pontificia Universidade Catolica de São Paulo.
Arrestato il 27 gennaio 1971 insieme all’assistente sociale brasiliana Yara Spadini (segretaria del Vicario episcopale della regione sud di São Paulo), i due vengono accusati di associazione sovversiva poiché trovati in possesso di un ciclostilato redatto dal Comitato operaio che denunciava l’assassinio di Raimundo Eduardo da Silva (si trattava del quinto italiano torturato dopo Callegari, Piola, De Fortini e Vigevani).
Nel carcere di Tiradentes subiscono delle «torture ignominiose»  come denunciò l’Arcivescovo di São Paulo don Evaristo Arns. Il 31 marzo 1971 Yara Spadini viene assolta per insufficienza di prove e padre Vicini è invece condannato dal Tribunale militare di São Paulo a 6 mesi di carcere (ridotti a 4) e il 30 agosto il Tribunale militare di Rio de Janeiro, riformando la sentenza precedente, lo assolve.
Padre Vicini divide la cella n. 17 insieme ad altri quattro frati domenicani, Carlos Alberto Libanio Christo (noto come Frei Betto), Ivo do Amaral, Fernando de Brito e Laercio Barros.
Libanio Christo ne parla nel suo volume Dai sotterranei della storia: «Adesso siamo cinque in questa cella, Fernando, Ivo ed io domenicani, il padre Giulio Vicini e un seminarista della diocesi di Lins Laercio Barros. […] Il padre Vicini sarà interrogato da un tribunale militare lunedì prossimo. […] in questi ultimi tempi siamo stati visitati costantemente dal nuovo arcivescovo di S. Paulo» (C. A. Libanio Christo, Dai sotterranei della storia, L. Bimbi (a cura di), Mondadori – Idoc nel 1971, pp. 161-162).
Frei Betto fa riferimento, inoltre, alla messa pasquale che, in segno di vicinanza, aveva celebrato l’arcivescovo Arns nel carcere di Tiradentes anche grazie all’impegno di padre Ettore Turrini, citando padre Vicini: «Giulio resterà in cella ancora per due mesi, benché il suo avvocato abbia fatto ricorso in appello per annullare la pena» [C. A. Libanio Christo, Dai sotterranei della storia, L. Bimbi (a cura di), Mondadori – Idoc nel 1971, p. 178. Padre Vicini scrive ai genitori (Sao Paulo, 6 giugno 1972): «I miei compagni di cella, frei Fernando, frei Ivo e frei Betto vi mandano i loro saluti. Purtroppo non si ha idea di quando potranno uscire di là. Spero non li dimentichiate, come io non posso dimenticarli. A loro devo molto, sia per l’aiuto offertomi, sia per la compagnia che per lo spirito di fede»].
La vicenda, seguita dalla stampa internazionale e italiana segna un passaggio importante nell’azione della Chiesa brasiliana sul tema della difesa dei prigionieri politici e più in generale dei diritti umani: nominato da poche settimane, l’arcivescovo Arns – dopo essersi recato personalmente in carcere a verificare le condizioni dei reclusi – diffuse un comunicato molto duro sul giornale diocesano “O Sao Paulo”, con la richiesta ai parroci di affiggerlo alle porte di tutte le chiese. Affermò che i due operatori pastorali della parrocchia di Brooklin «godono della più alta stima nella zona vescovile della diocesi a cui appartengono» e denunciò che erano «stati torturati in maniera ignominiosa nella sezione politica della polizia, come il vicario episcopale e l’arcivescovo stesso hanno potuto verificare».
A sostegno della causa di padre Vicini, a Milano Il Centro Azione Documentazione America Latina (Cadal) e gruppi di Comunione e Liberazione (Cl) avviarono una vasta opera di sensibilizzazione a Roma, Trento, Cagliari, Friburgo che registrò un’ampia adesione.
Durante la sua permanenza in Brasile, padre Vicini subì cinque processi  e nel maggio 1972, a seguito delle confessioni di Clair da Flora Martins (dirigente dell’associazione rivoluzionaria Ação Popular), vennero formulate nuove accuse a suo carico.  
Il 27 febbraio 1974 Giulio Vicini comunicò a suo padre la decisione di uscire dal Pime, e quindi riacquistare lo stato laicale, e sposarsi con Yara Spadini.  
[nota biografica compilata da Andrea Mulas]
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