Il Tribunale permanente dei popoli è un tribunale d'opinione, emanazione diretta per statuto della Fondazione internazionale Lelio Basso per il diritto e la liberazione dei popoli. Il Tribunale è permanente ed è caratterizzato dal pluralismo ideologico dei membri della giuria, scelti in base alle loro qualità morali, scientifiche, letterarie.
Sono suoi diretti precursori e ispiratori l'International war crimes tribunal (noto come Tribunale Russell), istituito da Bertrand Russell nel 1966 per giudicare i crimini commessi dagli Stati uniti d'America durante la guerra del Vietnam, e il Tribunale Russell II, sulla repressione in America Latina, presieduto da Lelio Basso. Proprio durante le sessioni del Tribunale Russell II giunse a Lelio Basso, da parte di alcuni rappresentanti di popoli latinoamericani, la richiesta di dare un carattere permanente ai Tribunali di opinione che fino ad allora avevano avuto una dimensione occasionale. A questa nuova istituzione avrebbero potuto rivolgersi tutti quei soggetti che avessero sperimento nella salvaguardia dei loro diritti l'assenza e l'impotenza del diritto internazionale. Nello stesso 1976 fu promulgata ad Algeri la Dichiarazione universale dei diritti dei popoli che fungerà da guida e da riferimento del nascente progetto.
Il 24 giugno 1979 a Bologna nacque ufficialmente il Tribunale permanente dei popoli. Il suo primo presidente è stato François Rigaux, professore di diritto internazionale a Lovanio, che aveva collaborato a stretto contatto con Lelio Basso durante i lavori del Tribunale Russell II. A Rigaux vennero affiancati quattro vicepresidenti, ognuno di un diverso continente.
Missione del Tribunale è "promuovere il rispetto universale ed effettivo dei diritti fondamentali dei popoli, determinando se tali diritti sono violati, esaminando le cause di tali violazioni e denunciando all'opinione pubblica mondiale i loro autori" (art. 2 dello Statuto).
Il Tribunale accoglie richieste di persone o gruppi di cui viene verificata l'effettiva rappresentatività rispetto alla situazione per la quale coinvolgono questo organismo. Fase successiva all'accoglimento della richiesta è il lavoro di preparazione della sessione. Questo ha una durata minima di 6 mesi e serve per approfondire al meglio la questione, in particolare nei suoi aspetti più inerenti il diritto. Le sessioni del Tribunale hanno carattere pubblico; le parti chiamate in causa dall'accusa vengono tempestivamente avvisate della citazione in giudizio e viene loro assicurato il diritto alla difesa. La sentenza viene elaborata a porte chiuse da giudici specifici della sessione. Tutte le sentenze vengono inviate alle principali istanze internazionali e molte sono state discusse dalla Commissione per i Diritti umani dell'Onu a Ginevra.
Nel corso degli anni con il mutare dello scenario internazionale, il Tribunale ha aggiunto alle sue prerogative la possibilità di convocare in proprio sessioni ad hoc, anche in assenza del ricevimento di richieste specifiche.
Nei primi anni di vita il Tribunale ha concentrato quasi esclusivamente la sua attività di giudizio sulla violazione di diritti di singoli popoli. Esempi di questo indirizzo sono le sessioni sul Sahara occidentale (Bruxelles, 10-11 novembre 1979), sull'Eritrea (Milano, 3-4 maggio 1980), su Timor orientale (Lisbona 19-21 giugno 1981). Verso la fine degli anni Ottanta inizia ad allargare i propri orizzonti con la chiamata in giudizio della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale, organismi che saranno protagonisti di due sessioni (settembre 1988 a Berlino Ovest e ottobre 1995 a Madrid).
Dagli anni Novanta il campo d'azione del Tribunale si è ancor più esteso, facendo entrare a pieno titolo nella propria attività tutti quei soggetti non identificabili con territori o appartenenze culturali o politiche e per questo ancor più privi di strumenti di difesa e legittimità. Esemplari di questo orientamento sono le sessioni sul diritto d'asilo in Europa (Berlino, 1994) e quelle sui diritti violati di bambini e minori (Trento, Macerata, Napoli, 1995). Inoltre il Tribunale si è occupato anche di temi ambientali e riguardanti i diritti dei lavoratori (si vedano la sessione su "Chernobyl: ambiente, salute e diritti umani" tenutasi a Vienna nell'aprile del 1996 e quella su "I diritti dei lavoratori e dei consumatori nell'industria dell'abbigliamento" a Bruxelles nel 1998).
Finora sono state realizzate 38 Sessioni (l'ultima a Città del Messico nel maggio-giugno 2012); nella scelta delle tematiche spesso il Tribunale ha rivelato una certa capacità nell'anticipare temi che in seguito sono entrati a far parte dell'agenda politica globale. Tutto l'impegno del Tribunale è volto all'affermazione dell'illegittimità/inaccettabilità dell'impunità del diritto di lesa maestà.