Giolitti, Antonio
partigiano, sottosegretario, ministro | Roma 12/02/1915 - Roma 08/02/2010
Metadati
- Tipologia
- Persona
- Intestazione di autorità
- Intestazione:
- Giolitti, Antonio
- Data:
- 1915-2010
- Tipo:
- anagrafica
- Date di esistenza
- Data di nascita:
- 12/02/1915
- Luogo di nascita:
- Roma
- Data di morte:
- 08/02/2010
- Luogo di morte:
- Roma
- Attività/mestiere/professione
- Qualifica:
- partigiano
- Qualifica:
- sottosegretario
- Qualifica:
- ministro
- Nazionalità
- italiana
- Biografia / Storia
- Antonio Giolitti è nato a Roma il 12 febbraio 1915, nipote dello statista Giovanni Giolitti. Antifascista e partigiano, nel 1941 venne arrestato dalla polizia fascista per attività eversiva; insieme a Giancarlo Pajetta fondò le Brigate Garibaldi in Piemonte. Gravemente ferito in battaglia nel 1944, si fece curare in Francia, tornando in Italia nell'aprile del 1945.
Nell'immediato dopoguerra divenne sottosegretario agli Esteri nel governo provvisorio di Ferruccio Parri. Eletto all'Assemblea costituente nel 1946, fu deputato del Pci dal 1948 al 1957. Dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria abbandonò il Pci per aderire al Psi, per le cui liste sarà eletto dal 1958 al 1976.
Giolitti, che nella IV e V legislatura è stato presidente della Commissione industria, ha ricoperto le cariche di ministro del Bilancio nel I governo Moro, nel III governo Rumor, nel governo Colombo e nel IV e V governo Rumor ed è stato uno dei principali ispiratori della programmazione economica in Italia. Insieme a Giorgio Ruffolo, capo della Programmazione economica, si avvale di autorevoli collaboratori e interlocutori, come Luciano Cafagna, Manin Carrabba, Manlio Rossi Doria, Pasquale Saraceno, Giuliano Amato, Federico Coen, et al.
Oltre all'impegno politico, Giolitti ebbe anche un fecondo impegno intellettuale, iniziato con la collaborazione con la Casa editrice Einaudi, a cui suggerì spesso la traduzione di saggi di economia; tradusse egli stesso alcuni saggi (ad es. Max Weber), grazie alla sua padronanza di inglese, tedesco e francese. Collaborò a numerose riviste politiche e culturali, a cominciare da «Il Calendario del Popolo» fino a «Lettera internazionale»; nel 1958 fondò con Alberto Caracciolo, Claudio Pavone e Carlo Ripa di Meana la rivista «Passato e Presente». Negli anni Sessanta diresse, sempre per la Einaudi, la prestigiosa collana di "Politica economica".
Negli anni Sessanta, intellettuali come Norberto Bobbio, Roberto Guiducci, Rossi Doria, Coen, Scalfari et al., firmarono la tesi della sua corrente ("Impegno socialista") all'interno del Psi.
Dal 1977 al 1985 Giolitti fece parte della commissione CEE responsabile per il coordinamento dei fondi comunitari della politica regionale; dal febbraio 1985 al maggio 1991 ricoprì inoltre la carica di presidente della Fondazione Lelio e Lisli Basso - Issoco. Nello stesso 1985, in polemica con Bettino Craxi, abbandonò il Psi e nel 1987 fu eletto senatore come indipendente del Pci. Al termine della legislatura nel 1992 si ritirò dalla politica attiva.
Giolitti ha scritto negli anni importanti saggi su politica e politica economica; nel 1992 ha pubblicato Lettere a Marta (Il Mulino), un volume autobiografico di riflessioni e ricordi personali indirizzati alla nipote Marta Craveri, che spesso lo interrogava sulle vicende storiche alle quali aveva partecipato.
È morto a Roma l'8 febbraio 2010.
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