Ferrari, Francesco Luigi
uomo politico | Modena 31/10/1889 - Parigi 02/03/1933
Metadati
- Tipologia
- Persona
- Date di esistenza
- Luogo di nascita:
- Modena
- Data di nascita:
- 31/10/1889
- Luogo di morte:
- Parigi
- Data di morte:
- 02/03/1933
- Attività/mestiere/professione
- Qualifica:
- uomo politico
- Nazionalità
- italiana
- Biografia / Storia
- Francesco Luigi Ferrari nacque a Modena il 31 ottobre del 1889 da una famiglia di piccoli possidenti. Dopo una serie di spostamenti con il padre, redattore di vari giornali cattolici, terminò gli studi liceali a Modena. Iscrittosi alla facoltà di ingegneria, la lasciò dopo due anni e passò a quella di giurisprudenza, dove si laureò nel 1913.
Militante fin da ragazzo nelle organizzazioni cattoliche, entrò ben presto in contatto con le idee della prima D.C. Fra il 1909 e il 1912 partecipò alla realizzazione di leghe contadine e alla promozione di agitazioni sindacali per la riforma dei patti colonici.
Come presidente nazionale della F.U.C.I. dal 1910 al 1912 si prodigò a rilanciare l'impegno culturale, coniugandolo con una ricerca di autonomia dal troppo rigido controllo ecclesiastico e con un esplicito riconoscimento dei valori della democrazia moderna.
Fu eletto consigliere comunale di Modena nel giugno del 1914, poco prima del conflitto mondiale. La sua adesione all'interventismo costituì una scelta ideale in linea con i movimenti democratici laici all'interno della Lega democratica cristiana: la guerra contro l'Austria rappresentava un'occasione per realizzare i valori risorgimentali di indipendenza nazionale, liberazione dei popoli, lotta contro l'assolutismo e la reazione.
Dopo la fine della guerra - da lui combattuta interamente -, nei primi mesi del 1919, si iscrisse al neocostituito P.P.I., divenendone l'esponente di maggior rilievo per la sua provincia.
Fra il 1920 e il 1921 le agitazioni dei contadini cattolici per i nuovi patti colonici e l'aumento del prezzo del latte fornito ai caseifici trovarono la dura reazione dello squadrismo. Fu allora che Ferrari assunse un impegno più diretto nella politica nazionale, seguendo, nella dialettica interna del P.P.I., la posizione della sinistra popolare moderata, totalmente distante dalla destra popolare sempre più acquiescente verso il partito fascista.
Dopo la salita al potere di Mussolini e l'ingresso dei popolari nel suo governo, il dissenso di Ferrari trovò la sua espressione nel settimanale «Il Domani d'Italia», fondato a Milano nel dicembre 1922.
Al IV Congresso nazionale del P.P.I. (Torino, aprile 1923), chiesto dalla sinistra popolare, egli guidò l'opposizione antifascista, mettendo le basi ad una definitiva rottura fra Mussolini e i popolari.
Critico nei confronti del triumvirato Gronchi, Rodinò, Spataro, succeduto a Sturzo dopo le sue dimissioni dalla segreteria del P.P.I., partecipò alla secessione dell'Aventino.
Una volta consolidatasi la dittatura, si fece promotore di una rinascita della democrazia e scelse il V Congresso nazionale del P.P.I. (Roma, giugno 1925) per tracciarne le tappe fondamentali.
Costretto ormai ad una opposizione semiclandestina e più volte malmenato dai fascisti, nel novembre del 1926 - in concomitanza con lo scioglimento del P.P.I. - decise di abbandonare l'Italia e di trasferirsi in Belgio.
Qui si iscrisse alla École des sciences politiques et sociales di Lovanio, dove conseguì il dottorato in scienze sociali con una tesi - poi divenuta una delle sue pubblicazioni più importanti - su Le Régime Fasciste italien..
Insieme ad alcuni popolari superstiti e a don Sturzo, continuò i lavori, iniziati già dal 1925, per la costituzione di un Segretariato Internazionale dei Partiti Democratici Popolari d'Ispirazione Cristiana.
Nel 1930, su incarico di Sturzo, riorganizzò a Bruxelles il Segretariato del P.P.I. all'Estero con il proposito di tenerlo lontano da ogni forma di «clericalismo tradizionale». I risultati rimasero modesti, non riuscendo mai a dare, alla nuova organizzazione, la dimensione di un vero partito continuatore di quello istituito in patria.
Collaborò in varie iniziative editoriali con alcuni antifascisti di diversa corrente politica, come il liberale Armando Zanetti o il socialista Gaetano Salvemini. Nel 1931 fondò e diresse per due anni a Bruxelles una rivista di studi politici, «Res Publica», avvalendosi del contributo di Sturzo, di Sforza e di Salvemini. Tra gli argomenti trattatati dalla rivista, uno spazio rilevante lo ebbe il rapporto tra Stato e Chiesa in Italia.
Morì a Parigi il 2 marzo 1933, per il riacutizzarsi di un trauma polmonare, dovuto forse ad una delle aggressioni subite in patria.
- Archivi
- Istituto Luigi Sturzo (Roma), Fondo Francesco Luigi Ferrari
Centro F.L. Ferrari (Modena), Fondo Francesco Luigi Ferrari
- Bibliografia
- G. Rossini (a cura di), F. L. Ferrari, Lettere e documenti inediti, 2 voll. Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1986.
F. L. Ferrari, Opere:
Vol. 1°: G. Ignesti (a cura di), Il regime fascista italiano, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1983;
Vol. 2°: M. G. Rossi (a cura di), «Il Domani d'Italia» e altri scritti del primo dopoguerra (1919-1926), Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1983.
- F. L. Ferrari, Scritti dell'esilio:
Vol. 1°: M. C. Giuntella (a cura di), "L'Azione Cattolica e il Regime", e altri saggi editi e inediti sui rapporti Chiesa-Stato, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1991;
Vol. 2°: G. Ignesti (a cura di), Una democrazia senza democratici, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1998;
Vol. 3°: S. Trinchese (a cura di), Saggi di politica internazionale e scritti sull'Italia fascista, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1999.