Lazio'900

Gronchi, Giovanni

uomo politico | Pontedera 10/09/1887 - Roma 17/10/1978

Metadati

Tipologia
Persona
Date di esistenza
Luogo di nascita:
Pontedera
Data di nascita:
10/09/1887
Luogo di morte:
Roma
Data di morte:
17/10/1978
Attività/mestiere/professione
Qualifica:
uomo politico
Nazionalità
italiana
Biografia / Storia
Nel 1904 conseguì la licenza liceale e fu ammesso alla classe di lettere della Scuola normale superiore di Pisa dove si laureò nel 1909.Giovanni Gronchi aveva cominciato prestissimo a frequentare gli ambienti cattolici, diventando a soli dodici anni presidente del circolo cattolico di Pontedera. Preso a ben volere dall'arcivescovo di Pisa, il conciliatorista cardinale P. Maffi, nel 1902 aderì al movimento democristiano.Allo scoppio della prima guerra mondiale partì volontario e fu decorato per atti di valore con una medaglia d'argento, due di bronzo e due croci di guerra. Appena congedato nel 1919 partecipò alla fondazione del Partito popolare italiano (PPI) ed entrò a far parte della direzione del partito.Nelle elezioni politiche del 15 novembre 1919 venne candidato nella circoscrizione di Pisa-Livorno-Lucca-Massa Carrara e riuscì inaspettatamente eletto. Alla Camera mostrò subito di possedere le doti giuste e l'autorevolezza necessarie per emergere come una delle figure di spicco del gruppo popolare, guadagnandosi l'apprezzamento di Luigi Sturzo. Apparve, pertanto, la persona più indicata a rinsaldare i rapporti tra l'organizzazione politica e quella sindacale dei cattolici, così il 20 aprile del 1920 al I congresso nazionale della Confederazione italiana dei lavoratori (CIL) venne eletto segretario generale.Partecipò al primo governo Mussolini come sottosegretario all'Industria e commercio, ma prima di assumere l'incarico governativo, il 30 ottobre 1922, si dimise da segretario della CIL. Tuttavia già al IV congresso del partito popolare, tenuto a Torino nel 1923, Gronchi si schierò al fianco di Sturzo per l'immediata uscita dei popolari dal governo, il che avvenne pochi giorni dopo su iniziativa di Mussolini. Dopo le dimissioni di Sturzo dalla segreteria Gronchi venne chiamato a far parte con G. Rodinò e G. Spataro del triunvirato che guidò il PPI fino all'elezione del nuovo segretario A. De Gasperi (20 maggio 1924).Nel febbraio del 1926 tornò all'impegno sindacale affiancando A. Grandi e G. Rapelli alla guida della CIL, ma il 9 novembre dello stesso anno fu dichiarato decaduto dal mandato parlamentare e così decise di abbandonare la politica e l'insegnamento per dedicarsi ad attività commerciali ed industriali a Milano, dove si era stabilito; ma dopo l'entrata in guerra dell'Italia riprese la suddetta l'attività, partecipando ad una serie di incontri clandestini di ex popolari in Lombardia, a Torino ed a Roma. Dal settembre 1942 svolse un ruolo rilevante nella costruzione della Democrazia cristiana e nella definizione dei suoi indirizzi programmatici in campo sociale e sindacale.Dopo l'8 settembre 1943 si trasferì a Roma dove divenne membro del Comitato di liberazione nazionale ed insieme a Grandi fu designato a rappresentare la Dc nelle trattative con i comunisti e i socialisti per la costituzione del sindacato unitario.Il 18 giugno del 1944 venne nominato ministro dell'Industria commercio e lavoro nel I governo Bonomi e fu confermato nell'incarico nei successivi governi Bonomi, Parri e De Gasperi fino al 1° luglio 1946. Eletto all'Assemblea costituente e quindi presidente del gruppo democristiano, partecipò intensamente alla vita di partito. Gronchi, fautore, all'interno del partito all'apertura ai socialisti ma anche assertore del ruolo centrale della Dc, appariva come l'elemento più idoneo a contrastare il crescente potere di A. Fanfani. Furono così poste le premesse per l'operazione politica che avrebbe consentito a Gronchi di essere eletto presidente della Repubblica, malgrado la Dc avesse inizialmente candidato il presidente del Senaro, C. Merzagora.Il 29 aprile 1955 venne eletto presidente della Repubblica con 658 voti su 833, anche con i voti di comunisti, socialisti, monarchici e missini.Già nel suo discorso d'insediamento, l'11 maggio 1955 espresse una sollecitazione alle forze politiche a dar vita agli istituti costituzionali (Corte costituzionale, Regioni, Consiglio superiore della magistratura, Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) ancora inattuati ed a provvedere con le leggi ordinarie alla concretizzazione dei principi costituzionali di uguaglianza anche sostanziale e di preminenza del lavoro. Tali obiettivi andavano collegati ad un ampliamento delle basi democratiche del potere e quindi anche al superamento delle fratture fra maggioranza ed opposizione di sinistra.Nel corso del suo settennato anche in politica estera sviluppò una propria iniziativa, parallela e spesso in contrasto con quella del governo. In sintonia con E. Mattei caldeggiò una politica autonoma dell'Italia nel Mediterraneo e nel Medio Orienta. Nel 1956 si pronunciò a favore dell'ammissione alle Nazioni Unite della Cina popolare e all'insaputa del governo italiano elaborò e sottopose all'Unione sovietica un piano per la riunificazione della Germania. In occasione dei suoi molti viaggi all'estero, soprattutto negli Stati Uniti (1956) e in Unione sovietica (1960) le sue dichiarazioni a favore della coesistenza pacifica e del disarmo bilanciato resero sempre più evidente il contrasto con la linea del governo e alimentarono aspre polemiche.Il 1962 segnò, con l'abbandono della massima carica, la conclusione della sua carriera politica. Senatore di diritto, si ritirò in disparte iscrivendosi al gruppo misto e mantenendo scarsi e freddi rapporti con il suo partito di provenienza. Soltanto nel 1977, in occasione dei suoi 90 anni, fu acclamato membro di diritto nel consiglio nazionale della Dc. Morì a Roma il 17 ottobre 1978.
Archivi
Fondo Giovanni Gronchi conservato presso l'Istituto Luigi Sturzo.

Relazioni