Lazio'900

Ramos Regidor, José

teologo | Baños de Montemayor (Caceres- Spagna) 10/10/1930 - Roma 10/12/2015

Metadati

Tipologia
Persona
Date di esistenza
Luogo di nascita:
Baños de Montemayor (Caceres- Spagna)
Data di nascita:
10/10/1930
Luogo di morte:
Roma
Data di morte:
10/12/2015
Attività/mestiere/professione
Qualifica:
teologo
Biografia / Storia
Josè Ramos Regidor, per gli amici Pepe, è stato protagonista di quel vasto movimento teologico, politico e ecclesiale, meglio conosciuto come "Teologia della liberazione". Nasce il 10 ottobre 1930 a Baños de Montemayor (Caceres- Spagna), da Robustiano Ramos Guiyo e Dolores Regidor Niña, primo di 5 figli:  Sisto, Matilde, Lola e Luis.
Inizia i suoi studi a Salamanca, poi li prosegue presso Il Pontificio Ateneo Salesiano dove viene ordinato sacerdote  il 5 aprile 1959. Come prete salesiano, è molto attivo negli anni '60 all'Ateneo Salesiano di Roma, dove insegnava e dove faceva parte della stessa comunità di Giulio Girardi, Bruno Bellerate, Giancarlo Milanesi e Gerard Lutte.
Insieme a Giulio Girardi, nel 1969, Ramos fu espulso per divergenze ideologiche prima dall'Ateneo e poi dalla stessa Congregazione salesiana.
Per un breve periodo, Ramos, ha collaborato con l'Iref, l'Istituto di Ricerche Educative e Formative, che faceva riferimento alle Acli e coordinava un  laboratorio di ricerca sul rapporto tra marxismo, cristianesimo e movimento operaio. È stato poi tra i fondatori di Com, il settimanale collegato all'esperienza della nascente Comunità di Base di San Paolo Fuori le Mura, nata intorno alla figura dell'ex abate Giovanni Franzoni nel 1973.
La sua attività doveva essere svolta con la massima prudenza perché i suoi trascorsi politico-ecclesiali lo avevano reso particolarmente inviso sia al governo spagnolo, ancora segnato dal regime franchista, sia al Vaticano; per queste ragioni il Ministero degli Interni esitava a concedergli la cittadinanza italiana, che ottenne solo dopo molti tentativi.
A partire dal 1973 era iniziata la sua collaborazione con l'Idoc, il Centro internazionale di Documentazione e Comunicazione fondato a Roma nel 1965 e dedito alla raccolta di documenti internazionali e interconfessionali sullo sviluppo umano e religioso.
Dal 1970, Idoc pubblicava anche la rivista Idoc internazionale, strumento di informazione diffuso in inglese, italiano, francese (dal 1969 al 1971) e  tedesco (dal 1970 al 1971) che intendeva dare un valore internazionale e ecumenico ai grandi temi del dibattito postconciliare. Questa rivista, nella cui redazione Ramos lavorò a lungo (e che terminò definitivamente le pubblicazioni nel 1999), insieme ad Adista, Testimonianze, Questitalia, Il Gallo, Il Tetto, Il Regno, Concilium, Com, fu tra le riviste che maggiormente colsero ed interpretarono, in chiave di radicalità evangelica ancor prima che politica, il rinnovamento del Concilio Vaticano II. Sempre nel 1973, dopo le esperienze del Cile (1971) e della Spagna (1972) era approdato anche in Italia il movimento dei Cristiani per il socialismo. Il primo Convegno nazionale di Bologna, dal 21 al 23 settembre, aveva visto la partecipazione di circa 2.000 aderenti, tra questi Giulio Girardi che tenne la relazione introduttiva. Ramos aveva aderito e partecipato a questa intensa esperienza politica e ecclesiale insieme a Filippo Gentiloni, Giorgio Girardet, Domenico Jervolino, Franco Passuello, Marcello Vigli, Antonio Parisella, Marco Bisceglia, Vittorio Bellavite, Piergiorgio Paterlini, Gerard Lutte, consapevoli che all'analisi delle strategie con cui i Cristiani per il socialismo intendevano contrastare da una prospettiva rivoluzionaria la dottrina sociale della Chiesa e l'intreccio tra potere democristiano e potere clericale, ideologia cattolica e alienazione religiosa, bisognava dedicare riflessioni e studi.
Al lavoro intellettuale, Ramos, ha sempre accompagnato, nella discrezione e nell'umiltà che hanno sempre caratterizzato tutta la sua vita, la militanza attiva declinata su diversi versanti: dalla difesa delle leggi sul divorzio e l'aborto alle battaglie anticoncordatarie e contro l'intesa Falcucci-Poletti sull'insegnamento della religione cattolica nelle scuole; dall'appassionata difesa della Teologia della liberazione e dei suoi principali esponenti, caduti negli anni sotto la repressione vaticana (Leonardo Boff, Gustavo Gutierrez, Samuel Ruiz, Tissa Balasuryia, per citare solo alcuni dei teologi e vescovi le cui ragioni nei suoi scritti e nelle sue conferenze Ramos sostenne, sia politicamente che teologicamente), alla vicinanza alla rivoluzione  sandinista  e a quella cubana, come a tutti i movimenti popolari dell'America latina e del Sud del mondo. Fino all'opposizione alla Prima e alla Seconda guerra del golfo, nel 1991 e nel 2003.
La collaborazione con numerose testate (come Paese Sera) e riviste gli consentiva di spiegare al mondo laico e cattolico il vero volto del pontificato wojtyliano.
Negli anni '90 continuò a seguire tutte le diverse realtà ecclesiali che si opponevano a questo stato di cose, da quelle "storiche" (come le Comunità di Base) a quelle che stavano via via sorgendo (come il movimento internazionale Noi Siamo Chiesa).
Nel 2006 è stato tra i teologi promotori, insieme ad altri, dell'Appello alla chiarezza, che esponeva sostanziali e circostanziati dubbi sul processo di beatificazione di Karol Wojtyla.
Poi è arrivata la lunga malattia che non ha spento l'affetto e la vicinanza di tanti che, insieme a lui e grazie a lui, avevano condiviso l'impegno e le speranze di una Chiesa diversa dentro un orizzonte politico segnato dalla giustizia sociale e dalla liberazione degli oppressi.
Muore a Roma il 10 dicembre 2015 nella casa romana di via degli Strengari dove aveva felicemente vissuto con Maria Paola Clarini, sua moglie dal 1972.
[Per questo breve profilo biografico abbiamo fatto riferimento all'articolo di Valerio Gigante su Adista Notizie n°44 del 19/12/2015, scritto subito dopo la morte di Ramos].
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