Lazio'900

Gallico Spano, Nadia

Tunisi 02/06/2016 - Roma 19/01/2006

Metadati

Date di esistenza
Luogo di nascita:
Tunisi
Data di nascita:
02/06/2016
Luogo di morte:
Roma
Data di morte:
19/01/2006
Biografia / Storia
Nadia Gallico nacque a Tunisi 2 giugno 1916, residente all'estero con la famiglia. Iscritta al Pci dal 1938, si impegnò attivamente – prima a Tunisi, poi in Italia – nella Resistenza al nazifascismo, tanto che, sotto il regime collaborazionista di Petain, durante l’occupazione tedesca della Francia, fu condannata per la sua attività politica. Come il marito Velio Spano, anche lei sfuggì alla cattura e, raggiunta fortunosamente l’Italia, divenne protagonista e testimone del processo di rifondazione dello Stato e della nascita della Repubblica.

Nel 1944 raggiunse il marito Velio Spano a Napoli, dove conobbe Palmiro Togliatti e ottenne l’incarico di responsabile nazionale del PCI per i gruppi femminili. Qui diresse, nel luglio del 1944, i primi numeri della rivista «Noi Donne».

Con il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, giorno del suo trentesimo compleanno, Nadia Gallico fu tra le 21 donne elette all’Assemblea Costituente (nelle liste del PCI del collegio di Cagliari).

In quegli anni partecipò all’organizzazione, in collaborazione con il Comune di Roma e con la Croce Rossa, di quelli che saranno poi ribattezzati i “treni della felicità”, ovvero convogli che trasportarono 70 mila bambini meridionali dalle zone più colpite dalla guerra verso le province del Nord, dove famiglie generose li accolsero ed educarono.

Gallico fu parlamentare comunista (rieletta alla Camera dei deputati) dal 1948 al 1958; fece parte del Consiglio nazionale dell'UDI – Unione donne italiane e presiedette l'Unione donne sarde fino al 1958.
Ricoprì incarichi nell’organizzazione femminile del Pci a Roma, Napoli e in Sardegna; è stata inoltre attiva nella presidenza dell’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti).

Dalla Liberazione e sino alla morte si è impegnata sui problemi di politica internazionale, del Mezzogiorno e della questione femminile. Negli ultimi anni si è impegnata soprattutto in difesa della Costituzione, nelle scuole e tra i giovani». Ha scritto un libro autobiografico Mabruk - Ricordi di un'inguaribile ottimista.
Morì a Roma nel gen. 2006.

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